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Diffamazione 02 Ott 2012

Siddi: "Serve una riforma per un giornalismo libero in Italia" Natale: "Non siamo per l'impunità, no al corporativismo"

"Il Governo impiegherà tutte le sue energie nel dare un contributo ai disegni di legge già esistenti. Ad assicurarlo è il ministro della Giustizia, Paola Severino, intervenuta oggi a un convegno della Fnsi dedicato al tema della diffamazione a mezzo stampa e al carcere per i giornalisti, salito alla ribalta delle cronache dopo la condanna del direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Il guardasigilli ha ribadito che a suo parere la "sanzione detentiva, in questo caso, non è né riparativa, né risarcitoria, né rieducativa. Bisogna pensare a sanzioni di tipo diverso, come la pena pecuniaria".

"Il Governo impiegherà tutte le sue energie nel dare un contributo ai disegni di legge già esistenti. Ad assicurarlo è il ministro della Giustizia, Paola Severino, intervenuta oggi a un convegno della Fnsi dedicato al tema della diffamazione a mezzo stampa e al carcere per i giornalisti, salito alla ribalta delle cronache dopo la condanna del direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Il guardasigilli ha ribadito che a suo parere la "sanzione detentiva, in questo caso, non è né riparativa, né risarcitoria, né rieducativa. Bisogna pensare a sanzioni di tipo diverso, come la pena pecuniaria".

Una riforma, dunque, deve "bilanciare i principi costituzionali della libertà di manifestazione del pensiero e del diritto del cittadino a tutelare la propria reputazione". Un "ruolo centrale", secondo il guardasigilli, "può averlo la rettifica" nonché "le sanzioni disciplinari" quali la sospensione e la radiazione. Una riforma sul tema, per la quale i "tempi sono maturi", deve "attualizzare e rendere più forti ed effettivi i rimedi già contenuti nella legge sulla stampa. La nuova legge deve essere moderna - conclude Severino - e tener conto delle nuove realtà che esistono, affianco al giornalismo tradizionale". (ROMA, 2 OTTOBRE - AGI)

DIFFAMAZIONE: SEVERINO, RIUNIONE FNSI IMPORTANTE. IDEE PER DDL

"La riunione che si è svolta alla Federazione Nazionale per la Stampa è importantissima, credo ci siano molte idee che potrebbero essere trasfuse in un ddl".
Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, lasciando le commissione riunite Affari Costituzionali e Giustizia del Senato. All'ordine del giorno della commissione presieduta da Filippo Berselli, che si è riunita in sede deliberante, la riforma della diffamazione a mezzo stampa. Poi le due commissioni insieme hanno esaminato gli emendamenti al ddl corruzione. (ROMA, 2 OTTOBRE - AGI) 

 

SEVERINO, SUPPORTIAMO DDL, CARCERE PENA INADEGUATA

''Il governo è impegnato con tutte le sue forze a dare sostegno ai disegni di legge presenti in Parlamento. Serve una norma moderna che sappia contemperare il diritto alla manifestazione del pensiero e la tutela della reputazione''. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino nel suo intervento nell'incontro convocato alla Fnsi sul tema della diffamazione dopo il caso Sallusti. ''Il carcere - ha aggiunto - è una pena inadeguata, occorre dare un ruolo centrale al tema della rettifica''.
''Il tempo è maturo per dare una nuova disciplina a questa materia - ha proseguito Severino -. Il ddl in discussione al Senato ha matrici che arrivano dall'intero arco costituzionale, che potrebbero essere messi insieme efficacemente facendo ricorso alla giurisprudenza in materia, indirizzandosi verso le pene alternative e dando un ruolo centrale alla rettifica''.
Il ministro ha aggiunto che ''il carcere deve essere l'extrema ratio'', spiegando che ''in Europa ovunque è prevista la responsabilità penale con pene alternative ed anche il carcere. Solo nei Paesi di nuova entrata sono previste esclusivamente pene pecuniarie. Dieci Paesi su 47 hanno depenalizzato la materia''. Quanto alle querele temerarie, il ministro ha affermato che ''questo tipo di azioni, non solo contro i giornalisti, vanno combattute. Mi piace molto l'idea di un deposito a garanzia, ma poi bisogna stabilire quali sono le liti temerarie''. Severino ha concluso il suo intervento sostenendo che ''queste nuove norme devono valere anche per i nuovi mezzi di informazione, dove la tutela della reputazione è ancora più difficile''. (ROMA, 2 OTTOBRE - ANSA)

GIORNALISTI: SEVERINO, NO CARCERE. SOSTEGNO GOVERNO A DDL

Il governo, che ribadisce la sua contrarietà al carcere per i giornalisti nel caso della diffamazione a mezzo stampa, sembra orientato a non presentare un proprio provvedimento in materia ma a sostenere i disegni di legge che sul tema sono stati presentati in Parlamento dalle varie forze politiche. Lo lascia intendere il ministro della Giustizia, Paola Severino, intervenendo questa mattina ad un convegno organizzato dalla Fnsi sul tema della diffamazione e della tutela dell'esercizio della libertà di informazione. ''Il governo - dice il Guardasigilli chiudendo il suo intervento davanti a rappresentanti delle forze politiche (Di Pietro, Pecorella, Carra, Vita, Rao fra gli altri) - impiegherà tutte le sue energie per dare un contributo ai disegni di legge esistenti''. Severino ne è convinta, ''non dobbiamo mettere una toppa a colori al problema, il tempo è ormai maturo per intervenire. In questo senso i disegni di legge che vengono da ciascuna parte politica favoriranno un dibattito che dovrà essere pieno. Le idee ci sono, i contributi sono molti. Ormai - dice ancora il Guardasigilli - il tempo è venuto per una seria attuazione di queste proposte di riforma''.
I progetti di legge presentati, continua Severino, ''hanno matrici comuni'' e ''l'informazione che si svolge nella legalità è la punta di diamante del giornalismo''. Tutte le proposte presentate, spiega il ministro, ''si innestano nel giudizio penale ma questo - precisa con forza il Guardasigilli - non vuol dire carcere. Ci sono tante sanzioni detentive che possono essere applicate''. Il carcere, ribadisce il ministro della Giustizia, deve essere ''l'extrema ratio, quando altre sanzioni non funzionano''.
Insomma, è l'opinione di Severino, si deve pensare a ''sanzioni di tipo diverso, come quelle pecuniarie o altro''.
Il punto principale che deve essere alla base di questa riflessione e degli interventi che ne deriveranno è che, afferma il ministro, ''da un lato deve esserci la libertà di pensiero e dall'altro la tutela dei cittadini alla propria reputazione. Sono due beni assoluti e bisogna fare in modo - continua il Guardasigilli - che nessuno dei due venga leso o venga pesato inferiore all'altro''.
Il ministro della Giustizia spiega che ''a nessuno, neanche al diffamato, interessa il carcere. Il diffamato chiede il rispristino della propria reputazione e poi il risarcimento del danno''. In questo senso quindi ''deve avere un ruolo centrale la rettifica'', cioè lo strumento con il quale si ripristina la reputazione del diffamato. Quello della rettifica, dice ancora Severino, ''è il rimedio principale''.
La strada da seguire per affrontare questo tema e comunque per migliorare la professione giornalistica, sono ancora parole del titolare di via Arenula, ''è una sola: attualizzare e rendere piu' effettiva l'applicazione dei principi contenuti nella legge sulla stampa. La traccia da seguire c'è''. fdv/sam/rob  (ROMA, 2 OTTOBRE – ASCA)

DIFFAMAZIONE: SEVERINO, RETTIFICA DEVE ESSERE CENTRALE

"Credo che l'istituto della rettifica debba essere centrale per costruire bene il tema della diffamazione a mezzo stampa e i rimedi ad essa". Lo ha detto il ministro Severino lasciando palazzo Madama ed ha sottolineato l'importanza di trovare un "equilibrio fra due beni di rilevanza costituzionale: la libertà di manifestazione del pensiero ed il diritto alla tutela di reputazione dei cittadini".
"Se, per un verso, credo che la pena detentiva non sia la più adatta a punire la diffamazione, bisogna trovare un modo per riparare ai danni. E ciò che più fortemente viene richiesto dalle parti offese è la pubblicazione della notizia corretta". (ROMA, 2 OTTOBRE - AGI)

FNSI, RIFORMA REATO DIFFAMAZIONE PER GIORNALISMO LIBERO

Non è "una difesa di casta" né "una legge per Sallusti": la riforma sul reato di diffamazione a mezzo stampa, che escluda la pena detentiva, va fatta "per un giornalismo libero in Italia". A chiederlo è il segretario della Fnsi Franco Siddi, elencando una serie di proposte durante un convegno alla presenza del guardasigilli Severino per una nuova legge. In primis "la cancellazione della norma che prevede il carcere", mentre va introdotta "l'esclusione di punibilità relativa alla rettifica pubblicata.
Inoltre, secondo Siddi, non si dovrebbe finire sotto processo per i cosiddetti "virgolettati", nei quali "si sia riprodotta fedelmente la dichiarazione di qualcuno". Infine, andrebbe "rafforzato il diritto del giornalista al risarcimento danni per le querele 'temerarie'", spiega Siddi, nonché va prevista l'estensione del segreto professionale anche ai pubblicisti. (ROMA, 2 OTTOBRE - AGI)

SIDDI, NO A CARCERE MA INFORMAZIONE SIA CORRETTA

''Non siamo qui per chiedere la legge Sallusti, siamo qui per chiedere una legge per la libertà''. Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, in un incontro sul tema della diffamazione, aggiungendo che ''il sindacato non dà mai sostegno né la sua condivisione per le notizie false, eventualmente utilizzate per campagne diffamatorie''.
''Noi chiediamo - ha proseguito - la cancellazione della norma che prevede il carcere, la previsione secondo cui la rettifica, documentata e pubblicata in tempi brevi, determina l'impunibilità, l'istituzione di un giurì per la lealtà e la correttezza dell'informazione. Insomma, prima deve venire la riparazione, poi eventualmente la sanzione''. (ROMA, 2 OTTOBRE - ANSA)

GIORNALISTI: SIDDI, CANCELLARE CARCERE PER DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA

 La Fnsi presenta le sue proposte per la modifica dell'ordinamento penale e civile sulla materia

Cancellare il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa. È questa una richiesta che la Fnsi (Federazione nazionale della stampa) avanza da tempo ma che oggi - in un convegno organizzato dalla stessa Federazione su la diffamazione e la tutela dell'esercizio della libertà d'informazione e che ha visto la presenza, tra gli altri, del ministro della Giustizia, Paola Severino, e di parlamentari di Pdl, Pd, Idv, Udc - viene ribadita con forza.
Il convegno arriva pochi giorni dopo la condanna definitiva ad un anno e quattro mesi di prigione per diffamazione del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ma, chiarisce il segretario della Fnsi, Franco Siddi, ''noi non siamo qui oggi per chiedere una legge per un collega, una legge 'Sallusti', ma chiediamo una legge per un giornalista libero in Italia''. Innanzi tutto, continua Siddi, ''chiediamo la cancellazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa''. Un intervento sulla materia, continua Siddi, che rappresenta la naturale conseguenza della ''richiesta, che avanziamo da 15 anni, della riforma della legge del 1963 istitutiva dell'ordine dei giornalisti''.
Siddi illustra poi in sintesi le proposte di modifica per una riforma dell'ordinamento penale e civile sulla materia.
Proposte messe a punto da un gruppo di lavoro tecnico-politico della Fnsi-Ordine dei giornalisti del quale fa parte, tra gli altri, l'avvocato Bruno Del Vecchio, consulente legale della Federazione. Il sindacato dei giornalisti in sostanza chiede: l'eliminazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa; la rettifica deve essere considerata, diversamente da ciò che avviene oggi, un motivo di esclusione della punibilità; introduzione per legge del principio (oggi affermato dalla giurisprudenza) che non commette reato chi pubblica, senza alterazioni, dichiarazioni altrui riportate letteralmente e in maniera riconoscibile (il cosiddetto 'virgolettato'); introduzione di meccanismi per rafforzare il diritto al risarcimento del danno conseguente alla 'querela temeraria'; abolizione dell'Istituto della riparazione pecuniaria; estensione della prerogativa del segreto professionale anche ai giornalisti pubblicisti; intervento sulle richieste di risarcimento danni ''assolutamente spropositato'' che molti giornalisti e molti editori sono costretti a subire.
Al convegno ha preso parte anche il presidente della Fieg, e già direttore di giornali periodici, Giulio Anselmi.
Secondo Anselmi, innanzitutto ''vicino al diritto dell'informazione c'è il diritto ad essere informati correttamente''. Detto questo, continua Anselmi, ''esiste una sproporzione tra la pena del carcere e l'attività di informazione dei giornalisti''. La Fieg chiede quindi ''una seria disciplina dell'Istituto della rettifica, una limitata responsabilità oggettiva delle aziende e un limitato risarcimento dei danni''. Anselmi sottolinea che quello che stiamo vivendo ''è un momento di crisi dell'informazione tradizionale. Per superare questa crisi serve una riforma dei prodotti e del modo con cui questi prodotti sono fatti''. Il presidente della Fieg sottolinea però che ''il giornalismo tradizionale, rispetto all'informazione via internet, ha caratteristiche di credibilità e di affidabilità. Sarebbe quindi un danno irresponsabile al giornalismo'', conclude Anselmi, non intervenire su questioni come il carcere per la diffamazione a mezzo stampa. fdv/sam/  (ROMA, 2 OTTOBRE – ASCA)

NATALE, NO A BATTAGLIE DI IMPUNITÀ

''Non c'è difesa della libertà che non si componga con la correttezza dell'informazione. Non stiamo facendo una battaglia di impunità, siamo lontani dal corporativismo''. Lo ha detto il presidente della Fnsi, Roberto Natale, in un incontro sul tema della diffamazione.
Natale ha espresso compiacimento di fronte al ministro della Giustizia, Paola Severino, perché ''sembra tramontata l'idea di uno scambio tra l'approvazione del ddl sulla corruzione ed una nuova normativa sulla intercettazioni. I fatti per fortuna hanno dimostrato quali sono le emergenze per il Paese''. (ROMA, 2 OTTOBRE - ANSA)

ANSELMI, PER GIORNALISMO TRADIZIONALE DANNO GRAVE
EDITORI DA TEMPO CHIEDONO NUOVA DISCIPLINA PER LA RETTIFICA

''Si ritiene che il giornalismo tradizionale rispetto al mondo di internet abbia caratteristiche di affidabilità. Temo che la vicenda di cui si parla abbia provocato al giornalismo tradizionale un danno irreparabile''.
Lo ha detto il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, intervenendo ad un incontro alla Fnsi sul caso Sallusti.
''Spesso dimentichiamo che, accanto al diritto ad informare, c'è il diritto ad esser informati correttamente - ha proseguito - Certo, c'è una sproporzione tra il carcere e la condotta seguita. In questo caso, però, non abbiamo sottolineato a dovere il tema della necessità della rettifica. Occorre rispetto per i lettori, un rispetto che spesso tra i giornalisti è più retorico che reale. Siamo stati tutti ipocriti: i politici che hanno puntato sullo strumento della punizione, gli editori che non si sono curati abbastanza del tema e i giornalisti che come categoria sono spesso insensibili''.
Anselmi, che è anche presidente dell'ANSA, ha aggiunto che ''gli editori da tempo chiedono una nuova disciplina per la rettifica, un limite alla responsabilità (e quella oggettiva è segno di inciviltà) e un limite al risarcimento pecuniario''. (ROMA, 2 OTTOBRE - ANSA)

SALLUSTI: GIULIA, ESPOSTO A ODG LOMBARDIA CONTRO GIORNALISTA

L'Associazione di giornaliste, Giulia, ha presentato un esposto all'Ordine della Lombardia contro l'ex direttore del giornale Alessandro Sallusti. Lo ha annunciato, nel corso di un incontro alla Fnsi, la segretaria del movimento Silvia Garambois, spiegando che ''da subito Giulia si è espressa contro il carcere per Sallusti, ma riteniamo che ci siano elementi nuovi e gravi per cui è necessario sottoporre il tema all'attenzione dell'Ordine.
''E' stato pubblicato un articolo inaccettabile con dati falsi - ha proseguito Garambois -. Non c'è mai stata rettifica e nessuno ha mai chiesto scusa per un episodio che ha travolto una bimba ed una madre. Pensiamo poi che il direttore non sia superiore ai giornalisti ma sia primo tra pari e in questo caso non ci sono attenuanti''. (ROMA, 2 OTTOBRE - ANSA)

PISICCHIO, APPROVARE SUBITO RIFORMA

"Una nuova civiltà dell'informazione, che non contempli retaggi di esperienze autoritarie come il carcere per responsabilità oggettiva ma, al tempo stesso ripristini la regola della verità, del codice deontologico e del rispetto dei lettori". Così Pino Pisicchio intervenendo questa mattina all'incontro con il ministro Severino organizzato dalla FNSI sull'ammodernamento della legislazione sulla professione giornalistica.
"La nostra proposta - ha aggiunto Pisicchio presentatore di una progetto di legge bipartisan sulla modifica della legge penale riguardante il reato di diffamazione - prevede, oltre alla depenalizzazione, anche la istituzione del giurì, per consentire una più veloce ed utile composizione tra giornalisti e lettori quando si verifichino occasioni di conflitto. Il dovere del Parlamento, ora, è di portare a compimento la riforma, recuperando anche al Senato quella parte di riforma dell'ordine già approvata al Senato". (ROMA, 2 OTTOBRE - AGI)

CONSIGLIO EUROPA, BENE CAMBIO LEGGE IN ITALIA
SANZIONI PENALI PER DIFFAMAZIONE SONO RISPOSTA SBAGLIATA

''Ritengo che l'intenzione espressa dal governo italiano di riformare la legge sulla diffamazione sia un passo appropriato''. Lo ha detto il Segretario generale del Consiglio d'Europa, Thornbjorn Jagland, che parlando con l'ANSA si è detto contrario a sanzioni penali per la diffamazione.
Commentando la presa di posizione del Parlamento ucraino contrario ad un disegno di legge che prevede la penalizzazione del reato di diffamazione, Jagland ha sottolineato che ''la diffamazione è preoccupazione legittima, ma le sanzioni di tipo penale sono una risposta sbagliata''.
Secondo il segretario generale le leggi sulla diffamazione non devono limitare in modo ingiustificato la libertà di stampa. Rivolgendosi alle autorità ucraine ha raccomandato un dialogo aperto con i media, la società civile e tutte le forze politiche al fine di giungere a un accordo che offra adeguata protezione contro la diffamazione senza un'interferenza ingiustificata sulla libertà di espressione.  (STRASBURGO, 2 OTTOBRE - ANSA)

IL GIORNALISMO CHIEDE DA ANNI UNA MODIFICA DELLA LEGGE:
ECCO COSA VUOLE LA CATEGORIA DAL GOVERNO E DAL PARLAMENTO

“Martedì 2 ottobre, il ministro della Giustizia, Paola Severino sarà nella sede della FNSI per l'incontro promosso dal Sindacato dei giornalisti e dall’Ordine, in collaborazione con Libera informazione ed Articolo 21, sul tema della diffamazione e delle querele temerarie. La vicenda che ha coinvolto il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti,  è soltanto l'ultima di una lunga serie di sentenze che danno applicazione ad una legge incivile, per la quale l'Italia è stata ripetutamente richiamata dagli organismi internazionali (dall'Onu, all'Osce, alla Corte Europea di Strasburgo).
Ancora nei mesi scorsi, condanne sono state inflitte a giornalisti delle testate "Alto Adige" e "Centro".
Il giornalismo italiano chiede da anni una profonda modifica della legge, che tolga di mezzo lo spettro del carcere e che freni il fenomeno delle richieste di risarcimento di entità spropositata a scopo intimidatorio. Al contempo, i giornalisti ribadiscono la necessità che gli errori professionali vengano sanzionati con la necessaria durezza, a tutela dei diritti dei cittadini coinvolti nelle vicende di cronaca. 
L'incontro di domani è l'occasione per un confronto tra le rappresentanze del giornalismo e i soggetti istituzionali e politici mirato a produrre, negli ultimi mesi della legislatura, una riforma che finalmente possa allineare l'Italia alle democrazie avanzate e rendere più solido il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati.
All'incontro, che avrà inizio alle 10,30 nella sala Tobagi,  hanno confermato la loro presenza: il ministro della Giustizia Paola Severino, gli onorevoli Gaetano Pecorella (Pdl), Andrea Orlando (Pd), Roberto Rao (Udc), Enzo Carra (Udc), Antonio Di Pietro (Idv), Flavia Perina (Fli), Nicola Molteni (Lega), Giuseppe Giulietti (Portavoce Art.21).
Parteciperanno, tra gli altri, l’ex direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti e gli avvocati Caterina Malavenda, Domenico D’Amati, Bruno Del Vecchio. Per il Sindacato dei giornalisti interverranno Franco Siddi e Roberto Natale; per l’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino e Giancarlo Ghirra; per l’Unione Cronisti Guido Columba; per l’Osservatorio Ossigeno Alberto Spampinato; per Libera Informazione Santo Della Volpe”

NELLA TARDA SERATA DI LUNEDI' 1 OTTOBRE LA SEGRETERIA DI DIREZIONE DE IL GIORNALE HA FATTO SAPERE CHE ALESSANDRO SALLUSTI NON SAREBBE POTUTO ESSERE PRESENTE ALL'INIZIATIVA DI CUI AVEVA GIA' DATO CONFERMA. OVVIAMENTE SCUSANDOSI DELL'IMPREVISTO.

SINTESI DELLE PROPOSTE DI MODIFICHE
PER UNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PENALE E CIVILE
IN MATERIA DI DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA
E TUTELA DELL’ESERCIZIO DELLA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE

1. Eliminazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa. La sola sanzione pecuniaria rimarrebbe un deterrente pienamente sufficiente e allineerebbe l’Italia agli altri Paesi. Anche con l’abrogazione della pena detentiva, si deve comunque mantenere il “filtro” dell’udienza preliminare, per consentire un intervento del giudice in tempi più rapidi.

2. La rettifica deve essere considerata, diversamente da ciò che avviene oggi, un motivo di esclusione della punibilità. L’attuale disciplina della rettifica è del 1948 e già da tempo il Legislatore avrebbe dovuto modificarla considerando tutti i nuovi media. Ma rimane fondamentale prevedere con chiarezza che se il presunto offeso ha avuto modo di esercitare correttamente il suo diritto di rettifica, nessuno può subire sanzioni penali per ciò che ha scritto.

3. Introduzione per legge del principio (oggi affermato dalla giurisprudenza) che non commette reato chi pubblica, senza alterazioni, dichiarazioni altrui riportate letteralmente e in maniera riconoscibile (il c.d. virgolettato).

4. Introduzione di meccanismi per rafforzare il diritto al risarcimento del danno conseguente alla “querela temeraria”. Quando una querela viene archiviata o quando l’autore del “pezzo” viene assolto (ciò avviene spessissimo), gli attuali meccanismi per ottenere un risarcimento del danno per la temerarietà della querela sono tali per cui è molto difficile ottenere dal giudice il giusto ristoro.

5. Abolizione dell’istituto della riparazione pecuniaria. Chi si ritiene diffamato può sempre chiedere il risarcimento del danno. La previsione di un’ulteriore “riparazione pecuniaria” - istituto introdotto nel 1948 - rappresenta una irragionevole duplicazione.

6. Estensione della prerogativa del segreto professionale anche ai giornalisti pubblicisti. Oggi gli editori utilizzano sempre di più giornalisti pubblicisti come dei veri e propri professionisti. Anche i pubblicisti, quindi, debbono potere usufruire della prerogativa sul segreto professionale.

7. Molti giornalisti e molti editori sono costretti a subire, in sede civile, richieste di risarcimento danni assolutamente spropositate (anche milioni di euro). E’ vero che il più delle volte i giudici, se ritengono diffamatorio l’articolo, riducono il risarcimento; ma è altrettanto vero che la richiesta di somme elevatissime è spesso finalizzata ad intimidire giornalista ed editore e quest’ultimo è comunque obbligato ad iscrivere in bilancio l’importo, con ogni relativa conseguenza. L’introduzione del seguente principio potrebbe contenere sensibilmente le domande: se in un processo civile risulta che la parte soccombente ha agito con mala fede o colpa grave e nel contempo risulta accertata la corretta pubblicazione della rettifica prima dell’instaurazione del giudizio o la sua omessa richiesta, il giudice, su istanza dell’altra parte, la condanna oltre che alle spese di causa, al risarcimento dei danni da liquidarsi, anche in via equitativa, ma comunque in misura non inferiore al 10% della somma richiesta a titolo di risarcimento.

Fnsi e Ordine Nazionale dei giornalisti in collaborazione con Libera Informazione e Articolo21

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