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Sindacale 20 Lug 2010

Siddi, Segretario Generale Fnsi e Zinola, Segretario Assostampa ligure su informazione e giustizia minorile: “Il caso Genova, perquisizioni e sequestri, obiettivo: azzerare anni di professione da cronista”

In occasione della sottoscrizione a Genova del primo protocollo in Italia sul tema dell’informazione e della giustizia minorile con la nascita di un osservatorio che avrà tra i suoi compiti anche quello della formazione e di un corretto rapporto sul delicato tema della giustizia minorile, il Segretario generale della Fnsi Franco Siddi e quello della Associazione Ligure dei Giornalisti, Marcello Zinola, hanno affrontato anche il tema dell’indagine e delle perquisizioni che coinvolgono cinque giornalisti del Secolo XIX.

In occasione della sottoscrizione a Genova del primo protocollo in Italia sul tema dell’informazione e della giustizia minorile con la nascita di un osservatorio che avrà tra i suoi compiti anche quello della formazione e di un corretto rapporto sul delicato tema della giustizia minorile, il Segretario generale della Fnsi Franco Siddi e quello della Associazione Ligure dei Giornalisti, Marcello Zinola, hanno affrontato anche il tema dell’indagine e delle perquisizioni che coinvolgono cinque giornalisti del Secolo XIX.

L’indagine in corso a Genova (5 giornalisti del Secolo XIX indagati, sequestrati pc di redazione e a casa, memorie telefoniche “lette” nelle loro rubriche e traffico telefonico, perquisite scrivanie e abitazioni) preoccupa fortemente il sindacato dei giornalisti perché cade in una piazza dove, dal dopo G8 del 2001, diversi colleghi di diverse testate locali e no, sono stati oggetto di denunce e provvedimenti anche se la perquisizione della scorsa settimana ha avuto caratteristiche uniche ed è senza precedenti.
Non si capisce il senso di questa indagine contro i giornalisti, se non con l’obiettivo di azzerare la loro credibilità e la loro professione. Come accaduto in altre situazioni verificatesi in Italia.
Indagini sulla criminalità comune, sul malaffare politico,le vicende del G8 hanno visto globalmente una quindicina di colleghi sottoposti a provvedimenti giudiziari. In molti casi poi smentiti dall’esito dei processi.
Il tema al centro dell’indagine sui 5 giornalisti del Secolo XIX è inquietante: i colleghi indagati hanno scritto e approfondito, per mesi, fatti e vicende collegati o collegabili al malaffare politico, ai sospetti rapporti tra ‘ndrangheta, mafia e imprenditoria e politica. Elementi tra l’altro proprio ieri denunciati dall’Assedil genovese per i rischi, in tempi di crisi, di penetrazioni malavitose nel mondo dell’imprenditoria edile.
I colleghi hanno scritto negli ultimi mesi dei tentativi di diffamazione e di corruzione di un pm genovese finito nel mirino della mala, dell’indagine sul macabro traffico di reperti tra le tombe del cimitero di Staglieno,  della vicenda che li vede ora indagati per avere scritto di intercettazioni e di cupole politico malavitose.
L’indagine, come detto, preoccupa perché si ha la netta sensazione che l’inchiesta a carico dei colleghi vada bel al di là delle presunte violazioni di segreti istruttori, puntando ad azzerare la storia professionale dei colleghi, la loro rete di credibilità. Collegamenti e contatti, sempre spesi in buona fede e con onestà intellettuale come del resto hanno fatto gli altri colleghi indagati negli ultimi anni a Genova.
La Fnsi e l’Associazione Ligure dei Giornalisti ritengono che la battaglia contro i bavagli e per i diritti del fare e ricevere informazione e del lavoro, condotta anche in difesa dei diritti investigativi della magistratura, non contrasti con la denuncia, decisa, contro l’intimidazione messa in atto a Genova.

@fnsisocial

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