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Editoria 13 Lug 2012

Siddi, le regole sono buone ma ora ci vuole coerenza: copertura dei Fondi, sennò è una legge sprecata

“La legge rende finalmente chiaro che l’editoria è un settore che merita sostegno pubblico soltanto sulla base di criteri di trasparenza e di qualificazione professionale espressa e misurata attraverso il lavoro giornalistico regolarmente inquadrato secondo contratto collettivo, diritto del lavoro e obblighi previdenziali. In una parola: contributi sì ma a giornali veri fatti da giornalisti e solo se espressione di idee politiche, culturali, cooperative vere, minoranze linguistiche o destinati alle comunità italiane all’estero. Ma la legge sarebbe sprecata e inutile se resterà senza adeguata copertura di fondi, visto che per l’esercizio in corso, sinora, sono previsti solo 57milioni di euro.

“La legge rende finalmente chiaro che l’editoria è un settore che merita sostegno pubblico soltanto sulla base di criteri di trasparenza e di qualificazione professionale espressa e misurata attraverso il lavoro giornalistico regolarmente inquadrato secondo contratto collettivo, diritto del lavoro e obblighi previdenziali. In una parola: contributi sì ma a giornali veri fatti da giornalisti e solo se espressione di idee politiche, culturali, cooperative vere, minoranze linguistiche o destinati alle comunità italiane all’estero. Ma la legge sarebbe sprecata e inutile se resterà senza adeguata copertura di fondi, visto che per l’esercizio in corso, sinora, sono previsti solo 57milioni di euro.

In questo momento,  perciò, accanto a questa legge voluta dal Sottosegretario Paolo Peluffo, devono trovare presto puntuale e coerente esito gli ordini del giorno per una copertura di bilancio commisurata al fabbisogno, a firma dell’onorevole Giulietti, e per l’equo compenso del lavoro dei giornalisti autonomi e precari, oggi sfruttati spesso ignobilmente, presentato dagli onorevoli Moffa e Carra. I due ordini del giorno impegnativamente accolti dal governo non possono finire nel cassetto come troppo spesso ci hanno abituato vari governi in casi simili.
La legge approvata oggi dev’essere un punto di partenza per un vero intervento organico che accompagni le trasformazioni industriali e di tutta l’editoria italiana e ne sostenga lo sviluppo, garantendo le condizioni indispensabili di pluralismo in una fase cruciale della vita del Paese.
La discussione che si apre sulla legge delega in Parlamento è l’occasione da cogliere perché, raccogliendo anche le istanze delle parti sociali, secondo un virtuoso processo di concertazione, che non è un danno ma una risorsa per tutta il Paese, si scriva finalmente quella riforma organica dell’editoria che manca da anni”.

Roma, 13 luglio 2012

Camera dei deputati: via libera definitivo al riordino dei contributi alle imprese editrici. Il governo accoglie l’ordine del giorno presentato dall’on. Fedi e sottoscritto dai deputati del Pd eletti all’estero

La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto legge che riordina il sistema di finanziamento pubblico alle imprese editoriali. I voti favorevoli sono stati 454, i contrari 22 (Idv e minoranze linguistiche) e 15 gli astenuti.
Le linee su cui si sviluppa il provvedimento messo a punto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Peluffo, sono relative ai nuovi requisiti di accesso ai contributi pubblici per la stampa di partito, le società cooperative e le nuove norme sulla rete di distribuzione della stampa quotidiana e periodica. Nel provvedimento è confermato anche il contributo di 2 milioni di euro annui per i periodici italiani pubblicati all'estero.
“Ci fa piacere che il sottosegretario Peluffo abbia accolto il nostro ordine del giorno – ha dichiarato l’On. Fedi – e ci auguriamo che l’impegno preso dal sottosegretario di seguire con attenzione anche la fase successiva all’approvazione del decreto, che dovrà fissare anche per i periodici italiani pubblicati all’estero i criteri per l’erogazione dei contributi e l’applicazione delle nuove norme, sia effettivo e concreto”.

Testo dell’ordine del giorno:

La Camera, premesso che:

            il settore dell’editoria ha una funzione strategica per la presenza italiana nel mondo e, per questo, meriterebbe una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e delle forze politiche, soprattutto in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando;

            il contributo storico che la stampa italiana all’estero e per l’estero ha assicurato nel lungo processo di inserimento delle comunità italiane nei diversi paesi di emigrazione, il ruolo che tutt’ora svolge nel promuovere e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo e nel sostenere il sistema Italia, nonché l’azione tesa a produrre specifica ed originale informazione, giustificano ampiamente l’inserimento paritario delle testate per l’estero nel quadro nazionale ed internazionale dell’editoria italiana;

            per gli oltre quattro milioni di cittadini italiani residenti all’estero, elettori nell’ambito della Circoscrizione Estero, per altro in costante incremento anche per il rafforzarsi delle cosiddette « nuove mobilità» in uscita dal paese, si pongono inderogabili esigenze di informazione dovute al dovere di assicurare le condizioni per una consapevole partecipazione alla nostra vita democratica;

            il Senato della Repubblica, in occasione della conversione in legge del in esame, recante « Disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale», ha correttamente sanato una lacuna del decreto inserendo a pieno titolo nel provvedimento sia i periodici che le pubblicazioni per l’estero;

            l’articolo 1-bis ha reintegrato i pur inadeguati 2 milioni di euro a favore dell’editoria per le comunità italiane nel mondo e ha cambiato, a decorrere dai contributi relativi al 2012, la disciplina per la concessione dei contributi ai periodici italiani pubblicati all’estero, e alle pubblicazioni con periodicità almeno trimestrale edite in Italia e diffuse prevalentemente all’estero, introducendo un requisito temporale minimo di anzianità di pubblicazione o di diffusione;

            le Commissioni competenti dei due rami del Parlamento saranno sentite con riferimento alla emanazione del decreto del Presidente della Repubblica che fisserà i criteri per l’erogazione dei contributi e l’applicazione pratica dell’articolo 1-bis,

impegna il Governo:

-           a valutare l’opportunità di incrementare, con apposita norma, i contributi fissati e            bloccati in 2 milioni di euro dal lontano 2002;

-           a garantire in ogni caso che l’entità del contributo non sia inferiore ai 2 milioni di euro;

-           a considerare la possibilità di consentire l’accesso ai contributi per l’editoria di lingua      italiana nel mondo anche ai mezzi di comunicazione elettronica, che sono in forte       espansione e garantiscono una notevole capillarità di contatti;

-           a verificare l’opportunità di favorire l’accesso paritario dell’editoria di lingua italiana nel            mondo alla pubblicità istituzionale e ai canali pubblicitari nazionali.

9/5322/1. Fedi, Bucchino, Gianni Farina, Garavini, Narducci, Porta.

MEDIACOOP; EDITORIA: CAMERA  APPROVA IN VIA DEFINITIVA IL COSIDDETTO DECRETO PELUFFO CON LE MODIFICHE APPORTATE IN SENATO
Roma, 12 luglio 2012- Oggi la Camera ha approvato in via definitiva il cosiddetto Decreto Peluffo con le modifiche apportate in Senato. Come dato atto da Mediacoop al Sottosegretario Peluffo, le norme di questo Decreto, e quelle residue del Regolamento Bonaiuti, consentono di dare maggior trasparenza e migliore finalizzazione all’intervento pubblico nell’editoria, evitando per il futuro usi impropri e delittuosi della legge.
Sono stati accolti molti dei suggerimenti espressi da Mediacoop a cominciare da quello che lega il contributo alla qualità professionale del prodotto informativo, criterio principale in grado di assicurare il pluralismo tutelato dalla Costituzione e sostenuto dall’insieme delle norme dedicate all’editoria cooperativa, non profit e di partito.
Il sostegno pubblico all’editoria non è un’eccezione di questo paese perché, sia pure in modi diversi, è presente moltissimi paesi avanzati e, in Italia, è una costante dall’epoca giolittiana. D’altra parte la stessa Comunità Europea ha sempre sostenuto che il mercato da solo non è in grado di garantire il pluralismo e l’autonomia dell’informazione.
Mediacoop auspica che quanto raccomandato negli ordini del giorno accolti dal Governo, in merito al rifinanziamento del Fondo Editoria, trovi una pronta traduzione in termini normativi, perché l’attuale dotazione sta obbligando le cooperative a una esposizione bancaria e all’assunzione di responsabilità sempre più insostenibili.
Senza un intervento sulle risorse non c’è alcun futuro per l’insieme delle norme approvate oggi. Senza un pronto rifinanziamento questo settore dell’editoria scompare con ricadute sul Bilancio dello Stato in termini di ammortizzatori sociali per qualche migliaio di lavoratori diretti e dell’indotto, che superano largamente i 70 milioni necessari  alla sopravvivenza delle testate interessate.
L’intervento in questo settore è stato oggetto di tagli profondi in questi anni: basta ricordare che si è passati da una consistenza attorno ai 640 milioni del 2000 ai 414 del 2008. E che in questi ultimi quattro anni si è scesi ai 160 del 2012. E per i contributi diretti si è arrivati ai 120 del 2011. Al disotto di questo importo non c’è alcuna possibilità di continuare nelle pubblicazioni delle testate che sono riuscite a sopravvivere ai tagli di questi anni.
Occorre dunque dare sostanza gli ordini del giorno approvati e la prima possibilità di intervento è rappresentata dal Decreto “sviluppo”. Mediacoop, in questo senso, chiede che sia accolto l’emendamento presentato dal PD che raccoglie il sostegno di molte altre forze parlamentari. Roma, 12 luglio 2012

ANSA-SCHEDA/ EDITORIA: CAMERA APPROVA DL SU CONTRIBUTI PUBBLICI
NUOVI REQUISITI DI ACCESSO PER PIÙ SELEZIONE; MISURE IN PILLOLE
Nuovi requisiti di accesso ai contributi pubblici, in modo da renderli più selettivi, per stampa di partito, società cooperative, e nuove norme sulla rete di distribuzione della stampa quotidiana e periodica: sono queste le linee guida a cui si ispira il decreto legge sull'editoria messo a punto dal sottosegretario Paolo Peluffo che è stato definitivamente approvato dall'Aula della Camera a stragrande maggioranza. L'unico gruppo parlamentare a votare contro il testo è stato quello dell'Idv, ma contro si sono espressi anche due deputati delle Minoranze linguistiche.
La correlazione tra contributi e vendite effettive delle testate, con un determinante salto di qualità rispetto al requisito della legislazione precedente, ed ai livelli di occupazione professionale è il principio alla base del provvedimento. Ecco, in pillole, le principali innovazioni:

CORRELAZIONE TRA COPIE VENDUTE E DISTRIBUITE - Passa al 25% (attualmente è al 15%, al 30% nel testo base ) la percentuale relativa al rapporto tra le copie vendute e quelle distribuite necessaria per accedere ai contributi. Per le testate locali la quota è del 35%. Vengono considerate testate nazionali quelle che vengono distribuite in almeno tre regioni.

ABBONAMENTI AD AGENZIE - Nell'ambito del computo del contributo alle testate, il 50% è calcolato in base ai costi per il personale dipendente, per l'acquisto della carta, della stampa ma anche per gli abbonamenti ai notiziari delle agenzie di stampa.

AIUTI A ONLUS - Sconti sulle tariffe postali per l'editoria non profit.

GIORNALI PUBBLICATI ALL'ESTERO - Arriva un contributo di 2 milioni di euro annui per i periodici italiani pubblicati all'estero.

WEB - Le piccole testate online (che abbiano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100mila euro) non sono obbligate alla registrazione. La pubblicità online viene fatta rientrare nel paniere dei ricavi del Sic, su cui si applica il tetto 'anti posizioni dominanti' del 20%.    

RADIO RADICALE - L'emittente mantiene, salvo verifiche, per intero il contributi relativi all'anno 2010.

NORMA SALVA-MANIFESTO - Le cooperative editoriali non dovranno rispettare il requisito di 5 anni dalla loro costituzione nel caso di subentro o acquisto di una testata e dunque per accedere ai contributi per l'editoria.  (ROMA, 11 LUGLIO - ANSA)

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