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Fnsi 09 Giu 2005

Siddi intervistato da "Articolo 21.com: "L'attacco a Biagi s'inquadra nel tentativo della massima espressione del potere politicio e mediatico in Italia di condizionare la libertà degli organi di informazione"

Siamo in presenza di un tentativo della massima espressione del potere politico e mediatico in Italia, di condizionare la libertà degli organi d’informazione, in praticare del g principale giornale italiano. Nello stesso tempo si colpisce ancora una volta Enzo Biagi, protagonista di quella straordinaria stagione che culminò nella liberazione e nella successiva ricostruzione democratica del paese.

Siamo in presenza di un tentativo della massima espressione del potere politico e mediatico in Italia, di condizionare la libertà degli organi d’informazione, in praticare del g principale giornale italiano. Nello stesso tempo si colpisce ancora una volta Enzo Biagi, protagonista di quella straordinaria stagione che culminò nella liberazione e nella successiva ricostruzione democratica del paese.

Franco Siddi Per Articolo21.com (8 giugno 2005) Il rinnovato attacco a Biagi, dopo il famigerato Editto di Sofia, si inquadra nella campagna contro il Corriere, oggetto in queste settimane anche di mire oscure e di una scalata ostile. E proprio così? “Siamo in presenza di un tentativo della massima espressione del potere politico e mediatico in Italia, di condizionare la libertà degli organi d’informazione, in praticare del g principale giornale italiano. Nello stesso tempo si colpisce ancora una volta Enzo Biagi, protagonista di quella straordinaria stagione che culminò nella liberazione e nella successiva ricostruzione democratica del paese. Questo attacco al Corriere e a Biagi è una lesione grave non solo per una persona che comunque con le sue opere e le sue idee resta un pilastro del giornalismo libero e indipendente, ma anche per la credibilità della funzione istituzionale svolta dall’attuale capo del governo. Alle opinioni autorevoli si risponde con la forza di idee autorevoli, se ci sono. Il decoro delle istituzioni richiede saggezza istituzionale. Certamente sul Corriere da tutte le istituzioni, compreso il capo del governo, è lecito aspettarsi altro che messaggi in codice. Servono iniziative di trasparenza, perchè siano garantiti la credibilità e l’affidabilità di una testata che da questi fattori trae il proprio valore imprenditoriale. Per il ruolo pubblico che svolge, il Corriere va salvaguardato da incursioni avventuristiche che potrebbero alterare il mercato, deformare la concorrenza e mettere a rischio la portata degli statuti interni di autonomia e indipendenza dell’informazione”. Il rapporto dell’OSCE segnala un allarme ulteriore sui limiti di libertà d’informazione e sugli squilibri creatisi nel settore sono il varo della riforma Gasparri. “E’ doloroso per i giornalisti e, credo per tutti gli italiani, dover subire l’ennesimo giudizio negativo da parte di istituzioni internazionali, sulla qualità e del nostro sistema della comunicazione. E’ doloroso soprattutto perché l’impianto costituzionale a garanzia, tutela e sviluppo della libertà e del pluralismo dell’informazione non merita esercizi legislativi come quelli della “Gasparri” e le interferenze di potere che ne abbattono i livelli di autonomia e indipendenza. Sono queste, ferite pesanti, consistenti. Non siamo solo noi che osserviamo le invadenze improprie, gli squilibri che vengono ad estendersi insieme anche alla compressione di un mercato, schiacciato da un oligo-monopolio pubblicitario. L’OCSE ricorda, infine, che lo stesso conflitto di interessi, anomalia delle anomalie in assoluto, è stato tutt’altro che risolto dalla legge approvata subito dopo la “Gasparri”. E’ nostra ambizione lavorare per una riforma seria che ridia dignità al sistema e al paese e consenta di valorizzare appieno la portata del lavoro di testimoni della realtà e promotori di circolazione delle idee, che , nel rispetto del pluralismo, fanno e intendono fare i giornalisti italiani”.

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