“Lo ripetiamo ancora una volta: sulla libertà di stampa, sul diritto di cronaca, sul diritto dei cittadini a essere informati non possiamo guardare in faccia nessuno e adottare atteggiamenti diversi a seconda di chi fa proposte restrittive. L’opposizione alle norme bavaglio della bozza di legge in discussione al Senato sulla diffamazione non è altro perciò che la prosecuzione di un’attività permanente e coerente a difesa della Costituzione, dei diritti di espressione e di informazione, con criteri di lealtà e di trasparenza.
Cancellare il carcere dalle pene principali per i reati a mezzo stampa da una legge non in linea con i canoni delle democrazie avanzate e della giurisprudenza della Corte di Giustizia sui diritti umani è cosa giusta e doverosa. Scambiare questo possibile passaggio con norme bavaglio, già rigettate nei tentativi di intervento contro il diritto di cronaca in vari progetti di legge sulle intercettazioni, è insensato. Inaccettabile come allora. E questa eventualità, se ancora portata avanti, avrà le stesse risposte di allora, anche se al posto del governo Berlusconi c’è il governo Monti e anche se al posto di una maggioranza di centro destra c’è una coalizione parlamentare per un governo di necessità nazionale. La libertà dell’informazione è un bene nazionale e non di qualcuno.”
DDL DIFFAMAZIONE: SIDDI (FNSI) RIBADISCE, CI OPPORREMO A NORME BAVAGLIO
''Lo ripetiamo ancora una volta: sulla libertà di stampa, sul diritto di cronaca, sul diritto dei cittadini a essere informati non possiamo guardare in faccia nessuno e adottare atteggiamenti diversi a seconda di chi fa proposte restrittive. L'opposizione alle norme bavaglio della bozza di legge in discussione al Senato sulla diffamazione non è altro perciò che la prosecuzione di un'attività permanente e coerente a difesa della Costituzione, dei diritti di espressione e di informazione, con criteri di lealtà e di trasparenza. Cancellare il carcere dalle pene principali per i reati a mezzo stampa da una legge non in linea con i canoni delle democrazie avanzate e della giurisprudenza della Corte di Giustizia sui diritti umani è cosa giusta e doverosa''. Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi.
''Scambiare questo possibile passaggio con norme bavaglio, già rigettate nei tentativi di intervento contro il diritto di cronaca in vari progetti di legge sulle intercettazioni, è insensato. Inaccettabile come allora. E questa eventualità, se ancora portata avanti, avrà le stesse risposte di allora, anche se al posto del governo Berlusconi c'è il governo Monti e anche se al posto di una maggioranza di centro destra c'è una coalizione parlamentare per un governo di necessità nazionale. La libertà dell'informazione - conclude Siddi - è un bene nazionale e non di qualcuno''. com/vlm (24 OTTOBRE – ASCA)
GIORNALISTI E CITTADINI AL PANTHEON PER AVVERSARE UNA LEGGE LIBERTICIDA
''No alla censura sulla stampa. No ai bavagli. No alle leggi liberticide''. Questo lo striscione, firmato dalla Federazione Nazionale della Stampa e dall'Unione Cronisti Italiani, allestito sotto il palco della manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti nella manifestazione al Pantheon contro il ddl sulla diffamazione. Presenti, oltre a giornalisti e politici, anche rappresentanti delle associazioni, come Articolo 21 e Move On, che esponevano cartelli con la scritta: ''Introduciamo il reato della censura. Non ci tapperete la bocca''.
Sul palco è intervenuto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, che ha parlato di ''una legge grave come non si era mai visto'', sottolineando che ''è grave che venga dal parlamento, perché in genere è il governo a fare questo tipo di operazioni''. Ricordando che poche volte è stato comminato in passato il carcere per i giornalisti, Siddi ha aggiunto: ''A questo punto è meglio lasciare le cose così come sono''. Per il presidente dell'Unci, Guido Columba, ''i politici sono riusciti a consumare la vendetta contro i giornalisti che cercavano dal '92''. Per il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ''bisogna evitare di commettere l'errore di trasmettere ai cittadini che reclamiamo leggi che ci garantiscano l'impunità. La previsione di norme così devastanti - ha aggiunto - priverà i cittadini dell'informazione fornita da migliaia di giovani che non hanno la retribuzione di Sallusti''.
Presenti diversi parlamentari. Nel Pd, Anna Finocchiaro ha sostenuto dal palco che ''il testo va corretto in diversi punti, a partire dalle multe troppo alte'' e annunciato la presentazione di emendamenti di gruppo domani in Senato. Sulla stessa linea il collega Vincenzo Vita, che ha sottolineato in particolare ''l'assurdità delle regole per la rete''. È intervenuto anche Enzo Carra dell'Udc, il quale ha garantito che ''alla Camera si cercherà di migliorare il testo''. In piazza anche l'altro esponente Udc Roberto Rao. (ROMA, 23 OTTOBRE - ANSA)
ANSA/ SALLUSTI: PRIMO SÌ AL DDL, PROTESTE PER MULTE SALATE
VIA CARCERE PER GIORNALISTI. SCONTRO TRA DIRETTORE E CASSAZIONE
Via il carcere per i giornalisti, restano le multe fino a 100 mila euro. Il ddl sulla diffamazione passa in Commissione Giustizia al Senato e domani andrà in Aula, dove già si annuncia battaglia a colpi di emendamenti.
Fuori da Palazzo Madama non si ferma, nonostante il ritiro della cosiddetta norma anti-Gabanelli, la protesta della Fnsi contro ''una legge liberticida''. Sullo sfondo, lo scontro tra Alessandro Sallusti e la Cassazione. La Corte Suprema, nella motivazione della sentenza di condanna a 14 mesi di reclusione, parla di ''spiccata capacità a delinquere'' del giornalista, che replica: ''Ne risponderanno, non si può giocare con la vita delle persone''.
La Commissione ha approvato, con qualche modifica, il testo messo a punto dai relatori Filippo Berselli del Pdl e Silvia Della Monica del Pd, che dovrebbe avere il via libera giovedì.
La multa resta da 5 mila a 100 mila euro, ma sarà commisurata alla gravità dell'offesa e alla diffusione della testata. In caso di recidiva la multa è raddoppiata ed è prevista come pena accessoria la sospensione dalla professione e dall'attività fino a sei mesi e poi, in caso di recidiva reiterata, fino a tre anni. La pena è aumentata, inoltre, in caso di comportamento doloso, che coinvolge anche l'editore.
Nel ddl si prevede l'obbligo della rettifica, non solo per la stampa periodica, ma anche per i libri, e la pena viene aumentata o diminuita in funzione della sua pubblicazione o meno. La disciplina viene estesa alle testate giornalistiche diffuse anche per via telematica, ma il tema è aperto. Nel Pdl c'è chi vorrebbe includere anche i blog, mentre nel Pd alcuni senatori preferirebbero riferirsi solo alle edizioni telematiche dei giornali cartacei. Prevista, anche, la possibilità di chiedere la cancellazione dei contenuti diffamatori da siti e motori di ricerca, ma il punto è contestato.
Dal Pd, Anna Finocchiaro annuncia emendamenti di gruppo, entro il termine di domani alle 12, proponendo una riduzione del tetto massimo per le multe. Non è detto, però, che il partito si muova compatto, anche perché in Commissione il voto contrario di Alberto Maritati è stato decisivo nel far cadere un emendamento che abbassava la pena massima a 50 mila euro. Il Pd avanza dubbi anche sulla la decurtazione dei fondi per l'editoria, prevista in caso di condanna. Dal Pdl, dove non mancano le voci critiche, Maurizio Gasparri parla di ''testo equilibrato'' perché prevede ''l'eliminazione del carcere e l'affermazione che non esiste un diritto a diffamare''.
Non la pensa così il segretario della Fnsi, Franco Siddi, che in piazza al Pantheon davanti a giornalisti e politici, definisce il ddl ''una minaccia alla libera stampa'' e ''non sufficienti i passi avanti fatti con l'eliminazione della norma anti-Gabanelli''. Il senatore del Pdl, Giacomo Caliendo, ha ritirato l'emendamento che prevedeva la nullità delle clausole contrattuali che lasciavano solo all'editore gli oneri derivanti da una condanna, ma non ha escluso di ripresentarla in aula.
Il ddl, dopo il Senato, andrà alla Camera e deve essere approvato in tempi rapidi per evitare il carcere a Sallusti, che ha già rinunciato all'affidamento ai servizi sociali e potrebbe presto finire in galera. La Cassazione, nelle motivazioni della sentenza di condanna per diffamazione, sottolinea ''la gravità'' della ''campagna intimidatoria'' e ''diffamatoria'' condotta quando era direttore di Libero. ''Non si può dare del delinquente a un giornalista che non ha mai subito altre condanne'', replica il direttore del Giornale, che non risparmia insulti nei confronti della Suprema Corte. Insorge anche Fabrizio Cicchitto che parla di ''attacco politico''.
Il vicepresidente italiano della Commissione Ue, Antonio Tajani, ha inoltre scritto una lettera alla collega Viviane Reding, responsabile per la giustizia, per vigilare sulla vicenda del giornalista e sul ddl. (di Michele Cassano) (ROMA, 23 OTTOBRE - ANSA)
DIFFAMAZIONE: NATALE (FNSI), SE DDL NON CAMBIA MEGLIO IL CARCERE
Se il ddl sulla diffamazione a mezzo stampa "rimane così, allora è meglio tenersi la legge che abbiamo, carcere incluso". Lo ha detto il presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana Roberto Natale, in occasione del sit-in che sta iniziando al Pantheon per protestare contro la riforma. "È successo solo 3 volte" che un giornalista fosse condannato alla pena detentiva per diffamazione, e quindi "preferiamo correre questo rischio piuttosto che subire l'effetto di una legge che costituirà una minaccia diffusa", ha aggiunto Natale che ha definito la manifestazione di oggi "un primo segnale di visibile dissenso nei confronti di un testo pericoloso: partiva da un presupposto giusto, quello di eliminare il carcere per i giornalisti ma poi ha assunto un carattere vendicativo". Con la riforma, secondo il presidente Fnsi, "non si avrà un'informazione più libera ma un'informazione più asservita: nonostante l'eliminazione di alcune norme come quella 'anti-Gabanelli', verrà penalizzato il giornalismo più invasivo e coraggioso, quello di inchiesta.
Questo perché - ha concluso Natale - rimane inaccettabile l'impostazione di fondo, resa visibile dalla sanzione smisurata innalzata a 100mila euro. Il messaggio che arriva è: state attenti a fare informazione scomoda". (ROMA, 23 OTTOBRE - AGI)
DIFFAMAZIONE: SIDDI (FNSI), DDL DAL SAPORE FASCISTA
"Questo è un presidio contro un'azione liberticida e dal sapore fascista, fatta in nome della libertà di stampa". Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, intervenendo al sit-in in corso a piazza del Pantheon a Roma contro la riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa.
"Non basta cancellare il carcere - ha aggiunto Siddi - se si prevedono sanzioni più che triplicate per intimidire la stampa". (ROMA, 23 OTTOBRE - AGI)
DIFFAMAZIONE: FINOCCHIARO A SIT-IN FNSI, DDL VA CAMBIATO
Il ddl sulla diffamazione a mezzo stampa "va corretto in parti non marginali e quindi ci è richiesto un altro sforzo per trovare un equilibrio tra la libertà di informazione e il diritto all'onore dei cittadini".
Lo ha detto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, intervenendo al sit-in della Fnsi in corso in piazza del Pantheon a Roma. Tra i punti da modificare, secondo Finocchiaro ci sono "le pene troppo alte, la sospensione automatica dall'attività professionale che va invece commisurata alla gravità del fatto e, inoltre, la restituzione dei fondi per l'editoria che mi pare un fuor d'opera". (ROMA, 23 OTTOBRE - AGI)
SALLUSTI: VITA (PD),SU RETE TESTO SCONCERTANTE E ANTISTORICO
''È sconcertante, antistorico e contraddittorio con tutti i richiami al digitale, ciò che è passato a maggioranza in commissione Giustizia del Senato in merito alla rete''. Lo afferma il senatore Vincenzo Vita, vicepresidente Pd della commissione Cultura.
''Si sono messi sullo stesso piano - prosegue Vita – i giornali figli dell'era analogica con quelli pensati e immaginati online. Non solo: si introducono norme pecuniarie persino superiori a quelle già molto alte previste nei testi originari. Uniche consolazioni, il ritiro dell'emendamento anti-Gabanelli e l'esclusione grazie a una nostra proposta dell'aggiunta della riparazione oltre al risarcimento. Insomma, ha ben ragione l'Fnsi ad esprimere preoccupazioni e contrarietà''. (ROMA, 23 OTTOBRE - ANSA)
DIFFAMAZIONE: RAO (UDC), MENO LIBERTÀ, BENE SOLO ABOLIZIONE CARCERE
CORREGGERE STORTURE PER RAPIDO OK PARLAMENTO
''L'abolizione del carcere per i giornalisti è certamente la misura più importante contenuta nel ddl diffamazione, che rischia però di essere oscurata da una serie di norme preoccupanti che potrebbero condizionare fortemente il lavoro nelle redazioni e comprimere la libertà d'informazione''. Lo afferma Roberto Rao, deputato dell'Udc e capogruppo in commissione di Vigilanza Rai, che ha partecipato al sit-in organizzato al Pantheon dalla Fnsi.
''La centralità della rettifica, vista nel testo come elemento principale per bloccare l'azione giudiziaria, è un principio giusto e condivisibile. Tuttavia - spiega Rao - le condizioni per richiederla appaiono troppo ampie nei contorni, mentre troppo stringenti diventano le forme con cui dovrà essere effettuata. Va rivisto l'incremento esponenziale della sanzione pecuniaria che sostituisce la carcerazione, cosi come la norma che disciplina la diffamazione nei libri è da rimodulare per renderla più efficace e realizzabile''.
''Se si vuole creare un provvedimento equilibrato e favorire un rapido passaggio parlamentare, queste storture vanno approfondite e corrette, possibilmente subito in aula al Senato. Se cosi non sarà - conclude Rao - l'Udc si batterà con forza anche alla Camera per sancire un principio sacrosanto: chi aziona in malafede la macchina del fango va punito severamente, ma la tastiera dei giornalisti liberi e corretti non deve tremare per paura di ritorsioni". (ROMA, 23 OTTOBRE - ADNKRONOS)
DIFFAMAZIONE: SIT-IN FNSI A ROMA, "NO ALLA CENSURA"
"No alla censura sulla stampa. No ai bavagli. No a leggi liberticide". Così recita lo striscione esposto oggi pomeriggio a Piazza del Pantheon a Roma, durante il sit-in organizzato dalla Federazione Nazionale per la stampa italiana per protestare contro il ddl di riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa, licenziato oggi dalla commissione Giustizia del Senato. "Una legge illiberale, grave, che nasce in Parlamento", l'ha definita il segretario della Fnsi Franco Sallusti, pr il quale "l'aumento della sanzione massima da 5mila a 100mila euro" produrrà l'effetto, "di mettere le testate in mano ai giudici e addirittura ai prefetti: per i cronisti minacciati dalla criminalità organizzata o dai baroni della politica sarà più difficile resistere". Alla manifestazione hanno partecipato un centinaio di persone tra cronisti e cittadini; fra i politici sono intervenuti i senatori Anna Finocchiaro e Vincenzo Vita. "Non vogliamo l'immunità - ha spiegato il presidente della Fnsi Roberto Natale - ma chiediamo che, come ha sostenuto anche il ministro Severino, la rettifica interrompa l'azione penale, che la sanzione sia proporzionata e che si arrivi alla sospensione o addirittura alla radiazione dall'ordine professionale secondo la gravità del fatto". Ma la Federazione della Stampa, ha aggiunto Natale, "non può accettare che si stabilisca una sanzione smisurata che renda l'informazione asservita, non in grado di portare avanti inchieste e servizi scomodi al potere: gli editori saranno indotti a parlare con i loro direttori per bloccarli" e il ddl "sarà letale soprattutto per le testate medio-piccole e per i giornalisti free-lance". (ROMA, 23 OTTOBRE - AGI)
DIFFAMAZIONE: USIGRAI, CON FNSI CONTRO LEGGI BAVAGLIO
La riforma della legge sulla diffamazione all'esame del Senato "contiene rimedi più dannosi della medievale sanzione del carcere. I giornalisti della Rai dicono no a leggi bavaglio e a norme che limiterebbero di fatto la libertà di informazione". Lo dichiara Carlo Verna, segretario dell'Usigrai, che ieri ha partecipato alla manifestazione indetta al Pantheon dalla Fnsi. L'Usigrai ha chiesto, "sulla base delle vigenti norme contrattuali", la lettura nelle principali edizioni di Tg e Gr Rai di stasera e di domani, e l'inserimento nelle pagine del Televideo e in quelle internet curate dalle diverse testate, di un comunicato dove appunto si affronta questo argomento.
Nel comunicato l'Usigrai sottolinea che "avere a cuore la correttezza di ogni notizia data, dovere ancor più forte del Servizio pubblico radiotelevisivo, non vuol dire accettare pene sproporzionate e intimidatorie.
Anche dalla parte dei cittadini l'Usigrai aderirà a tutte le manifestazioni e iniziative della Federazione Nazionale della Stampa a difesa del dovere di informare e del diritto di sapere". (ROMA, 24 OTTOBRE – AGI)
DIFFAMAZIONE: OGGI PRESIDIO CONTRO UNA RIFORMA SBAGLIATA
CITTADINI E GIORNALISTI AL PANTHEON, A ROMA, DALLE 17 ALLE 19
“La Fnsi chiama i giornalisti e tutti i cittadini interessati a difendere il diritto ad una corretta informazione a partecipare al presidio organizzato a Roma per oggi martedì 23 ottobre, dalle ore 17.30 alle 19.00, al Pantheon, in contemporanea con l’arrivo in aula del disegno di legge sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa. I testi fin qui prodotti dalla Commissione Giustizia destano grande preoccupazione e meritano una risposta di visibile dissenso contro quella che si sta configurando come una nuova norma-bavaglio.
L’eliminazione del carcere per i giornalisti (spunto iniziale e positivo del proposito di riforma) sta diventando infatti il pretesto per misure vendicative, che mirano a scoraggiare il giornalismo più incisivo e ad incentivare l’ossequio ai poteri.
Le sanzioni innalzate fino a 100mila euro rappresenterebbero un concreto rischio di chiusura per molte voci medio-piccole, e legittimerebbero inaccettabili interferenze degli editori nella fattura di tutti i giornali. L’obbligo di rettifica è certo da rafforzare, ma dovrebbe allora essere considerato motivo di esclusione della procedibilità, ed accompagnarsi all’introduzione del “Giurì per la lealtà dell’informazione”. Nulla invece prevede il disegno di legge in discussione per disincentivare richieste di risarcimento danni troppo spesso spropositate, promosse direttamente in sede civile per intimidire l’informazione; mentre emerge netto il fastidio per la rete, quando si chiede ai blogger di sottostare alle stesse identiche regole che deve rispettare l’informazione professionale. Se queste rimarranno le caratteristiche del provvedimento, è meglio che il Senato lasci in vigore la legge esistente, carcere incluso. Ma anche stavolta - come già è stato per la norma sulle intercettazioni - il Governo e il Parlamento faranno bene a mettere in conto la più ferma protesta non solo dei giornalisti, ma anche dei tanti cittadini non più disposti a farsi sequestrare il diritto di sapere. Il presidio di oggi al Pantheon non sarà che il primo passo.”
SALLUSTI: SIDDI (FNSI), DDL E' MINACCIA A LIBERA STAMPA
PASSI AVANTI COMPIUTI NON SONO SUFFICIENTI, PUNTARE SU RETTIFICA
''I passi avanti fatti con l'eliminazione della norma anti-Gabanelli non sono sufficienti ad affermare che sia stato raggiunto un giusto punto di equilibrio''. Lo dichiara il segretario della Fnsi, Franco Siddi, prima della manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti contro il ddl sulla diffamazione.
''La libertà di stampa - prosegue Siddi - non si misura in base alle attenzioni prestate a diverse espressioni del giornalismo. Non ci sono opposti estremismi da bilanciare. La giusta eliminazione del carcere tra i reati di stampa non può essere accompagnata da misure vessatorie orientate a scoraggiare l'informazione scomoda per i poteri, introducendo forme improprie di controllo diretto e indiretto sulla stampa da parte di chi dai mezzi di informazione deve essere controllato per darne conto all'opinione pubblica''.
''La svalutazione dell'istituto della rettifica - aggiunge il segretario della Fnsi - che doveva essere il vero punto innovativo di una legge volta a ristorare il danno di un'informazione errata o anche di un orrore di stampa dimostra che sta prevalendo una linea politica vendicativa su giornali e giornalisti. L'assenza del criterio dell'improcedibilità in caso di rettifica e l'aumento delle multe fino a 100 mila euro in contemporanea con il mantenimento delle cause civili milionarie hanno il sapore della vera minaccia preventiva e repressiva nei confronti della libera stampa''. (ROMA, 23 OTTOBRE - ANSA)
SALLUSTI: GIULIETTI, TESTO IRRICEVIBILE
''Ci fa piacere che il testo sulla diffamazione escluda il carcere per i giornalisti e che sia scomparsa la vergognosa norma immediata ribattezzata 'anti-Gabanelli' contro la quale sono state raccolte migliaia di firme, ma il testo finale è lontanissimo dalle necessità sia per quanto riguarda la tutela del diritto di cronaca che sulla tutela dei diffamati''. Lo afferma in una nota il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti.
''In particolare continua a mancare qualsiasi riferimento al 'giurì per la lealtà dell'informazione' - prosegue Giulietti - e all'effettivo uso dell'istituto della rettifica e non sono state minimamente recepite le proposte delle associazioni del giornalisti in merito alle cosiddette querele temerarie che vengono utilizzate come sistematico strumento di minaccia e di repressione nei confronti di centinaia di cronisti, in particolare contro coloro che indagano sulle mafie, sulle camorre e sulle consorterie di ogni natura e colore. Se e quando questo testo così fatto dovesse arrivare alla Camera non solo non lo voteremo, ma chiederemo anche a tutti gli altri gruppi parlamentari di utilizzare tutti gli strumenti necessari per contrastarlo''. (ROMA, 23 OTTOBRE - ANSA)
DIFFAMAZIONE: COMMISSIONE VARA TESTO, NIENTE CARCERE E NUOVE SANZIONI
La commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo che riforma la diffamazione a mezzo stampa, votando all'unanimità il mandato al relatore. Il testo esclude la carcerazione per il giornalista e fissa un arco di pene pecuniarie da 5000 a 100mila euro a seconda della gravità del fatto e della diffusione dell'organo di informazione. Il ddl sarà probabilmente in aula domani, anziché oggi, in quanto necessita di qualche messa a punto, è stato precisato al termine dei lavori.
Nel testo approvato dalla commissione Giustizia (relatori Filippo Berselli del Pdl e Silvia Della Monica del Pd) si stabilisce che le nuove norme che puniscono il reato di diffamazione a mezzo stampa riguardano anche le testate giornalistiche che abbiamo anche un'edizione on line. Sono state escluse le altre testate diffuse esclusivamente in rete: "È una riflessione di cui potrà farsi carico l'aula", ha detto Della Monica.
Il relatore del Pd ha anche reso noto che, intervenendo sulla diffamazione a mezzo stampa, non si poteva lasciare il carcere solo per la diffamazione comune, quella compiuta da qualsiasi cittadino, e quindi la detenzione è stata eliminata anche in questo caso.
È stato ritirato, invece, l'emendamento di Giacomo Caliendo (Pdl) cosiddetto 'anti-Gabanelli', che fissava come nulle le clausole contrattuali a tutela dei giornalisti, anche collaboratori e free lance. "Caliendo l'ha ritirato quando ha visto che la commissione era contraria, ma non è escluso che lo ripresenti in aula", ha detto Felice Casson. (ROMA, 23 OTTOBRE - ADNKRONOS)
DIFFAMAZIONE: CASSON (PD), RAGGIUNTO PUNTO DI EQUILIBRIO
"In commissione Giustizia, come Partito Democratico, abbiamo cercato e ottenuto un punto di equilibrio tra due esigenze costituzionalmente tutelate della libertà di stampa e della tutela della onorabilità della persona. È stata innanzitutto cancellato il carcere per i giornalisti. È stato bocciato il cosiddetto 'emendamento anti Gabanelli', così come è stata annullata un'estensione indiscriminata di responsabilità agli editori che avrebbe comportato un serio rischio di interferenza nell'attività giornalistica". Lo afferma Felice Casson, del Pd.
"La commissione si è espressa per la conferma della sanzione pecuniaria per il giornalista condannato da 5.000 a 100 mila euro. Peraltro, sono stati accolti due emendamenti del PD, uno per eliminare la sanzione della riparazione in aggiunta rispetto al risarcimento danni, patrimoniali e non, l'altro per equilibrare la pena da infliggere al giornalista, in considerazione della 'gravità dell'offesa' e 'della diffusione del periodico'", aggiunge Casson, "In conclusione, nonostante la complessità della materia, riteniamo che un punto di equilibrio in vista del passaggio all'aula sia stato trovato e che l'allarmismo che è scaturito non sia molto giustificato". (ROMA, 23 OTTOBRE - AGI)
SALLUSTI: VIETTI, SE NIENTE CARCERE PENA PECUNIARIA PIU'ALTA
GIUSTO NO DETENZIONE PER DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA
''È una materia molto scivolosa in cui ho sentito dire di tutto. Dobbiamo stare attenti a non confondere i reati di opinione, che ovviamente non vanno mai perseguiti, con la diffamazione che consiste nell'addebito di un reato ad altri. E questo mi pare difficile da legittimare''. Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, parlando a Radio Anch'io della cosiddetta 'legge Sallusti', la riforma della diffamazione a mezzo stampa in discussione in Parlamento.
''Ciò premesso è evidente - ha aggiunto Vietti - che se viene eliminata la sanzione della detenzione, in qualche modo - se, come credo, dobbiamo continuare a ritenere che addebitare ad altri un reato sia un comportamento socialmente riprovevole - dobbiamo agire sulle pene. Cioè, se togliamo il carcere, come penso sia giusto fare, un inasprimento della pena pecuniaria è inevitabile. Inoltre, con tutto il rispetto del ruolo dei giornalisti - ha concluso - c'è da tener presente che non possiamo trattare diversamente la diffamazione a mezzo stampa rispetto al reato di diffamazione del comune cittadino''. (ROMA, 23 OTTOBRE - ANSA)
LE ADESIONI ALLA MANIFESTAZIONE
CONTRO LA NUOVA LEGGE BAVAGLIO- IL CDR DI REPUBBLICA OGGI IN PIAZZA CON LA FNSI
Il Cdr di Repubblica aderisce e invita tutti i colleghi a partecipare alla manifestazione della Fnsi contro la riforma sulla diffamazione a mezzo stampa per difendere il diritto a una corretta informazione contro il tentativo di imporre nuovi bavagli ai giornalisti.
Il Cdr
Marino Bisso, Roberto Fuccillo, Lucio Luca, Angelo Lupoli, Massimo Pisa
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Adesione del GRS alla manifestazione di martedì 23 ottobre
La redazione del Giornale Radio Sociale (www.giornaleradiosociale.it) aderisce alla manifestazione contro la riforma della legge sulla diffamazione a mezzo stampa per difendere il diritto a una corretta informazione contro il tentativo di imporre nuovi bavagli ai giornalisti.FNSI: LA NUOVA LEGGE RISCHIA DI ESSERE VENDICATIVA. IL PARLAMENTO SI FERMI
"Una legge contro la libera stampa, come mai forse si era vista. Il Senato si fermi, finché è in tempo. Se non servono leggi sospinte dalle emozioni, meno ancora servono leggi vendicative. Non c’è sacrificio – anche personale – che possa valere l’introduzione di una pessima legge, così come appare dalle ultimissime notizie relative al progetto di legge in discussione, in queste ore, al Senato sulla diffamazione a mezzo stampa: una serie di norme - tenaglia che neanche la scelta di cancellare il carcere tra le pene possibili a carico dei giornalisti rende giustificabile, né potabileLa stampa non ha bisogno di questi ‘difensori’. Se non si ha la capacità di fare le leggi per la libertà e i diritti del popolo italiano e non contro di esso, e si vogliono tutelare ancora una volta i poteri che la stampa – talvolta anche risultando irriverente o eccedente – ha il compito di controllare, meglio lasciare le cose come stanno. E confidare nel buon senso e nella saggezza della maggior parte di giudici e giornalisti nell’interpretare la loro professione.” 18 ottobre 2012
IPOTESI DI MODIFICA DELLA LEGGE SULLA STAMPA E DEL CODICE PENALE
“Suscitano profonda preoccupazione alcune ipotesi di modifica della legge sulla stampa e del codice penale all’esame del Senato, che rischiano di aggiungere lacci all’autonomia e alla libertà dell’informazione. Nessuna urgenza può giustificare rimedi peggiori del male. Non perda, perciò, il Parlamento l’occasione per una vera riforma della legge sulla diffamazione a mezzo stampa, quella riforma che il giornalismo italiano sollecita da anni.
La Fnsi rinnova l’appello ai senatori e alle senatrici della Commissione Giustizia, che nelle prossime ore voteranno il testo in sede deliberante. L’eliminazione del carcere per i giornalisti è certo necessaria e importante, ma se (come prevedono alcuni emendamenti) fosse abbinata ad un pesante aumento delle sanzioni produrrebbe un condizionamento ancora più minaccioso al quotidiano esercizio del diritto-dovere di informare. E’ giusto rafforzare, come vero ristoro di eventuale danno, l’obbligo di rettifica (fin qui troppo spesso disatteso dalla categoria), ma allora essa deve essere considerata - tranne che nei casi di grave recidiva - motivo di esclusione della procedibilità. E’ indispensabile introdurre meccanismi per scoraggiare la querela temeraria e richieste spropositate di risarcimento danni, anche promosse direttamente in sede civile, che troppo spesso sono finalizzate ad intimidire giornalisti ed editori. E’ urgente varare il “Giurì per la lealtà dell’informazione”, capace di intervenire in modo immediato a garanzia della dignità dei cittadini violata da errori e orrori di stampa. E’ fondamentale distinguere, in rete, tra i doveri più stringenti ai quali deve rispondere l’informazione professionale e le regole alle quali devono attenersi i blogger, che non possono essere considerati alla pari di una struttura redazionale organizzata. Se mancheranno questi semplici interventi, la legge in gestazione non sarà una legge di libertà ma sarà una legge non buona, marchiata ad personam e di danno per il bene da tutelare: la libertà e il pluralismo dell’informazione. Il tempo è breve, ma si può ancora fare una legge che sia strumento per una informazione meno asservita e al tempo stesso più responsabile verso i cittadini.” 16 ottobre 2012
DIFFAMAZIONE: SIDDI (FNSI) SCARSA VOLONTÀ FARE LEGGE CHIARA E DI GARANZIA
“La revoca della deliberante alla Commissione Giustizia conferma la confusione politica e la scarsa propensione a fare riforme coerenti e chiare che, in materia di principi e diritti civili, dovrebbero mettere d’accordo tutti in poco tempo. La decisione di passare alla sede referente non sarebbe un grande problema se davvero ci fosse la volontà di fare una legge liberale a garanzia della libertà di stampa e dei diritti dei cittadini ad una informazione leale. Purtroppo prevalgono sempre, più delle valutazioni di merito, gli effetti su casi specifici che, se da un lato alimentano la spinta ad una riforma, dall’altro generano nuovi dubbi legati anche alle esperienze di ciascuno nei rapporti con la stampa, con la giustizia o con l’avvocatura. Il dubbio, emerso nel corso dell’audizione in Commissione Giustizia che diverse valutazioni sul merito del caso Sallusti rafforzassero trasversali convincimenti ad una legislazione “dissuasiva” verso l’informazione, con giornalista da punire non con il carcere ma con tante e tali sanzioni supplementari da indurli a fermarsi di fronte a casi scottanti, purtroppo non è diradato. L’abbiamo già detto: piuttosto che introdurre rimedi peggiori del male, meglio fermarsi li. Se davvero il Parlamento, invece, tiene a cuore i principi dell’autonomia e della libertà di informazione e il diritto dei cittadini a non esserne vittime ingiuste di errori o orrori di stampa, ci vuole poco, anche in sede referente per deliberare: rettifica documentata a ristoro di eventuali danni, è motivo perciò di improcedibilità, e Giurì per la lealtà dell’informazione. Il coraggio della libertà va di pari passo con l’esaltazione del principio della responsabilità e dell’etica dell’informazione. Le parole del Capo dello Stato e del Ministro della Giustizia Severino illuminano il percorso possibile. Per una legislazione in linea con quelle europee più avanzate e con la giurisprudenza della Corte di Giustizia di Strasburgo”.
“La Fnsi chiama i giornalisti e tutti i cittadini interessati a difendere il diritto ad una corretta informazione a partecipare al presidio organizzato a Roma per domani, 23 ottobre, dalle ore 17.30 alle 19.00, al Pantheon, in contemporanea con l’arrivo in aula del disegno di legge sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa. I testi fin qui prodotti dalla Commissione Giustizia destano grande preoccupazione e meritano una risposta di visibile dissenso contro quella che si sta configurando come una nuova norma-bavaglio. L’eliminazione del carcere per i giornalisti (spunto iniziale e positivo del proposito di riforma) sta diventando infatti il pretesto per misure vendicative, che mirano a scoraggiare il giornalismo più incisivo e ad incentivare l’ossequio ai poteri. Le sanzioni innalzate fino a 100mila euro rappresenterebbero un concreto rischio di chiusura per molte voci medio-piccole, e legittimerebbero inaccettabili interferenze degli editori nella fattura di tutti i giornali. L’obbligo di rettifica è certo da rafforzare, ma dovrebbe allora essere considerato motivo di esclusione della procedibilità, ed accompagnarsi all’introduzione del “Giurì per la lealtà dell’informazione”. Nulla invece prevede il disegno di legge in discussione per disincentivare richieste di risarcimento danni troppo spesso spropositate, promosse direttamente in sede civile per intimidire l’informazione; mentre emerge netto il fastidio per la rete, quando si chiede ai blogger di sottostare alle stesse identiche regole che deve rispettare l’informazione professionale. Se queste rimarranno le caratteristiche del provvedimento, è meglio che il Senato lasci in vigore la legge esistente, carcere incluso. Ma anche stavolta - come già è stato per la norma sulle intercettazioni - il Governo e il Parlamento faranno bene a mettere in conto la più ferma protesta non solo dei giornalisti, ma anche dei tanti cittadini non più disposti a farsi sequestrare il diritto di sapere. Il presidio di domani al Pantheon non sarà che il primo passo.”
AUDIZIONE DELLA FNSI ALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO
SIDDI: “LA RIFORMA NON SIA UN’OCCASIONE PER ALTRI BAVAGLI. SERVE UNA LEGGE CHE POSSA CONTROLLARE I PUBBLICI POTERI”
Mezzi di contrasto efficaci? Il Giurì e la rettifica entro sette giorni
"Bisogna stare attenti: spero non si colga l'occasione per introdurre nuovi bavagli, ad esempio per il web". A lanciare l'allarme è il segretario della Fnsi, Franco Siddi, al termine di un'audizione in Commissione Giustizia del Senato sulla riforma inerente il reato di diffamazione a mezzo stampa. "Tutti dicono no al carcere - rileva Siddi - ma chissà perché c'è un'idea che la stampa debba essere punita se irriverente".
Per il segretario del sindacato dei giornalisti, di fronte a eventuali errori, i mezzi di contrasto efficaci sono "il giurì e l'obbligo di rettifica entro 7 giorni". Quest'ultimo, secondo Siddi, "è uno strumento efficace, diciamo no a strumenti intimidatori.
Vogliamo una legge per una libera stampa che possa controllare i pubblici poteri". (ROMA, 9 OTTOBRE - AGI)