Una delegazione della Fnsi e dell'Assostampa Sicilia, con la segretaria generale Alessandra Costante, la presidente del Consiglio regionale Tiziana Tavella e il segretario del sindacato siciliano, Giuseppe Rizzuto, ha preso parte giovedì 9 maggio 2024 al corteo in memoria di Peppino Impastato che ogni anno si tiene da Terrasini a Cinisi nel giorno dell'anniversario dell'omicidio del giornalista, avvenuto nel 1978.
«La Federazione nazionale della Stampa partecipa al corteo per testimoniare, a distanza di molti anni, il ruolo di Peppino Impastato che fece della sua voce uno straordinario strumento di verità e informazione», ha detto Costante. «È tanto più importante omaggiare oggi la memoria di Impastato - ha aggiunto - mentre l'Italia scivola al 46° posto della classifica internazionale sulla libertà di stampa a causa dei molti bavagli che si stringono intorno all'informazione».
In mattinata, la segretaria generale aveva partecipato nella sede dell'Assostampa a Palermo al seminario dal titolo 'I diritti delle giornaliste dalla maternità al welfare. Contratto ed istituti di categoria a difesa del lavoro e della famiglia'. «Abbiamo un sistema di welfare arretrato e l'informazione - ha osservato - non è più quella che abbiamo conosciuto sino agli anni '90. Ci troviamo in una situazione molto grave e il risultato è che i lavoratori poveri di oggi, e nel giornalismo lo sono sempre di più, saranno i pensionati poveri di domani».
Con la segretaria Costante, all'incontro hanno partecipato il direttore Tommaso Daquanno, il consigliere nazionale della Fnsi Roberto Ginex, Sergio Magazzù, segretario provinciale di Assostampa Messina e vicesegretario vicario Ussi Sicilia, Tiziana Martorana, consigliera dell'Ordine regionale dei giornalisti.
«Servono - ha rimarcato ancora la numero uno del sindacato - maggiore fiducia e una maggiore conoscenza dei diritti. Ma sono anche necessari nuovi strumenti, a tutela della maternità, della famiglia, dei lavoratori tutti. Esiste uno scollamento tra il contratto di lavoro e la realtà: è necessario rinnovare il nostro contratto, progettare un nuovo welfare, ridare al lavoro giornalistico quella dignità che oggi è presa a schiaffi e non possiamo permetterlo. Perché la mancanza di regole e dignità uccide i lavoratori e l'informazione».