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Fnsi 07 Lug 2005

Serventi Longhi ha inviato lettere di solidarietà ai giornalisti e Matthew Cooper incriminati da una corte federale Usa per non aver voluto rivelare la fonte di una inchiesta La Ifj accusa la Time-Warner di “profondo tradimento”

“Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato lettere di solidarietà a Judith Miller, giornalista del New York Times, e a Matthew Cooper, del settimanale Time, incriminati da una corte federale Usa per non aver voluto rivelare la fonte di una inchiesta

“Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato lettere di solidarietà a Judith Miller, giornalista del New York Times, e a Matthew Cooper, del settimanale Time, incriminati da una corte federale Usa per non aver voluto rivelare la fonte di una inchiesta

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato lettere di solidarietà a Judith Miller, giornalista del New York Times, e a Matthew Cooper, del settimanale Time, incriminati da una corte federale Usa per non aver voluto rivelare la fonte di una inchiesta. Judith Miller è stata ieri ingiustamente arrestata e condannata a quattro mesi di prigione, mentre Cooper è stato autorizzato dalla fonte a rivelarne l’identità. Si tratta di un caso gravissimo – afferma Serventi Longhi nel messaggio, inviato anche ai direttori dei due giornali – che mette seriamente in discussione la libertà di informazione e il diritto di cronaca. La battaglia dei due colleghi e quella del Sindacato dei Giornalisti degli Stati Uniti è la stessa che viene combattuta in Italia dalle organizzazioni rappresentative di categoria per affermare il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati e per rivendicare quindi la tutela in tutte le sedi del segreto professionale e della riservatezza delle fonti. I giornalisti italiani, già 25 anni fa, hanno scioperato contro i tentativi di una parte dell’autorità giudiziaria di minare la segretezza delle fonti con la minaccia del carcere”. 1 luglio 2005 La Federazione Internazionale dei Giornalisti accusa la Time-Warner di “profondo tradimento” mentre un secondo reporter negli Stati Uniti affronta il carcere. La Federazione Internazionale dei Giornalisti ha accusato oggi la Time-Warner, una delle più grandi società d’informazione, di “profondo tradimento” di principio per la sua decisione di opporsi pubblicamente alle richieste di un suo giornalista e fargli consegnare il taccuino al fine di evitare pesanti multe nell’ambito di un’azione giudiziaria per protezione delle fonti. Matthew Cooper, un giornalista del Time magazine, era pronto ad andare in carcere per essersi rifiutato di indicare la fonte di alcuni fatti controversi trapelati dalla Casa Bianca. Ieri la società gli ha però tolto di mano la faccenda ed ha annunciato che avrebbe rivelato l’informazione dopo avere perso l’appello davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Tuttavia, una seconda giornalista, Judith Miller del New York Times, tiene duro ed è sostenuta dalla sua società. La Federazione Internazionale dei Giornalisti fa appello alle sue associazioni in tutto il mondo per sostenere Judith Miller e coordinare le proteste quando verrà giudicata dinnanzi ad un giudice federale degli Stati Uniti il 6 luglio. “L’azione della Time-Warner costituisce un profondo tradimento del principio cardine del giornalismo” ha affermato Aidan White, Segretario Generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti. “La decisione della società di dissociarsi da un proprio giornalista che cerca di difendere l’etica del giornalismo è irragionevole”. Tale mancanza di principio non è solo un colpo inferto al professionalismo ed alla morale di una società, ma è dannosa per il giornalismo di tutto il mondo”. La Federazione Internazionale dei Giornalisti ha affermato che “è impossibile non giungere alla conclusione che gli interessi commerciali hanno preso il sopravvento su una difesa di principio del segreto professionale”. La Federazione Internazionale dei Giornalisti ha affermato di accogliere favorevolmente la dichiarazione del New York Times di volere rimanere fedele a Judith Miller, membro della Newspaper Guild-CWA, associazione affiliata alla Federazione Internazionale dei Giornalisti. Miller e Cooper stavano curando un servizio per risalire a chi ha lasciato trapelare il nome di Valerie Plame, un'agente della Central Intelligence Agency. Cooper aveva scritto un articolo suggerendo che Valerie Plame fosse stata deliberatamente esposta dall’amministrazione Bush perché il marito, un ex-diplomatico, aveva contraddetto quanti affermavano che l’Iraq cercava di comprare l’uranio - una delle principali asserzioni usate dal Presidente Bush per giustificare l’invasione dell’Iraq. Judith Miller ha svolto delle interviste al riguardo ma non ha mai scritto un articolo. Judith Miller ha affermato che avrebbe preferito andare in prigione piuttosto che rivelare una fonte riservata. “I giornalisti di tutto il mondo stanno dando il loro pieno sostegno al New York Times ed alla Miller” ha detto White. “In molti paesi i giornalisti subiscono pressioni per rivelare le fonti, ma resistono perché sanno che senza il segreto professionale non può esservi alcun giornalismo vitale”. La Federazione Internazionale dei Giornalisti chiede alle associazioni che ne fanno parte in più di 100 paesi di inviare messaggi di solidarietà al New York Times ed a Judith Miller tramite il Newspaper Guild-CWA, il quale sta organizzando un’ondata di proteste nazionali negli Stati Uniti in coincidenza con la comparizione di Judith Miller la settimana prossima dinanzi alla Corte, dove verrà con ogni probabilità condannata al carcere. “I giornalisti sufficientemente coraggiosi da difendere ciò in cui credono devono essere sostenuti dai loro colleghi e datori di lavoro” ha affermato White. In un altro caso preoccupante, la Federazione Internazionale dei Giornalisti ha messo in evidenza la decisione di una corte d’appello degli Stati Uniti, questa settimana, di confermare le accuse di mancata esecuzione di un ordine del giudice mosse contro quattro giornalisti, i quali si sono rifiutati di rivelare le fonti dei lori articoli sul licenziamento di uno scienziato della pubblica amministrazione, Wen Ho Lee. Il Signor Lee sta cercando di acquisire gli atti nell’ambito di un’azione civile intentata contro il Governo. Il giudice ha inflitto ai giornalisti una multa di $500 al giorno. ”Si tratta di un’altra azione per esercitare una pressione intollerabile sui giornalisti” ha affermato White. “E’ tempo che i giudici degli Stati Uniti considerino le conseguenze della democrazia e della libertà di stampa quando dichiarano caccia aperta contro quiunque parli ad un giornalista nell’interesse pubblico”. Ulteriori informazioni The Newspaper Guild-CWA ++ 1-202-434.71.77 La Segreteria dell’Associazione Stampa Romana esprime sconcerto per l’incarcerazione della giornalista del NYT Judith Miller, condannata ad una pena sino a 4 mesi affinché riveli le sue fonti sul caso CIA/GATE. Il principio della tutela delle fonti, ancorché verificate, è purché non danneggino indagini in corso, deve restare un caposaldo della professione giornalistica ad ogni latitudine.

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