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Fnsi 10 Giu 2006

Serventi Longhi dopo le perquisizioni nei quotidiani veneti: "Nella regione c'è un tentativo di costruire un laboratorio di repressione contro i giornalisti"

“Sicuramente c'è preoccupazione per la situazione dei giornalisti in Veneto, una delle ituazioni più gravi d'Italia. Possiamo dire che in questa regione c'è un tentativo di costruire un laboratorio di repressione”.

“Sicuramente c'è preoccupazione per la situazione dei giornalisti in Veneto, una delle ituazioni più gravi d'Italia. Possiamo dire che in questa regione c'è un tentativo di costruire un laboratorio di repressione”.

Parole dure quelle usate dal segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Paolo Serventi Longhi che interviene - intervistato dal Mattino di Padova - dopo le perquisizioni ordinate dalla Procura di Padova nei confronti di due giornalisti, Enzo Bordin del Mattino e Lino Lava del Gazzettino. “Negli ultimi 12, 14 mesi sono accaduti episodi pesanti a carico di tutti i giornali veneti _ prosegue Serventi Longhi _ Intimidazioni non giustificate da parte di sindaci, presidenti di Province e ora anche da parte di altre figure istituzionali. Invece occorre un grande rispetto per il lavoro dei giornalisti. E non è necessario alcun intervento censorio. Se dobbiamo smettere di fare il nostro mestiere, saremo durissimi. Difenderemo con le unghie i brandelli di libertà che ci sono stati lasciati”. “Comunque sia _ riprendere Serventi Longhi _ segnaleremo questo caso alla Procura generale e al Csm, come abbiamo sempre fatto”. Il segretario della Fnsi, poi, allarga l'ottica a livello nazionale. “Io ho grande rispetto e comprensione per le difficoltà che incontra chi gestisce inchieste delicate e che mal sopporta le violazioni del segreto d'ufficio. Ma queste non sono responsabilità dei giornalisti. Le inchieste sulle fughe di notizie languono e poi muoiono. Comunque sia, in questa vicenda vedo una sproporzione rispetto a ciò che è accaduto in altre procure. Prendiamo per esempio le intercettazioni sul calcio (che hanno portato a Moggi e a Calciopoli, ndr). La procura di Napoli ha trasferito gli atti a Roma e non ci sono state né perquisizioni nelle redazioni dei giornali, né perquisizioni nelle case dei giornalisti, tanto meno sequestri di documenti. Eppure a Napoli sono stati resi noti i verbali. Dunque non c'è proporzione, tra Napoli e Padova, non c'è linearità. Io spero che la magistratura faccia chiarezza su questi punti. Fortunatamente il nuovo ministro della Giustizia Mastella si sta muovendo con intelligenza. Noi della Fnsi abbiamo chiesto più volte una riforma della giustizia. E cosa c'è stato risposto? “Istituiamo gli uffici stampa". Per fortuna la riforma è stata bloccata. Purtroppo resta da parte di alcuni pm e da parte di alcuni procuratori la tentazione di prendersela con i giornalisti. Mi chiedo? Che si vuole? Un'informazione fatta con le veline delle procure, dei carabinieri e della polizia? Ci dispiace. Noi siamo dalla parte dell'informazione libera, dalla parte dei colleghi che vanno a cercarsi le notizie. Per questo motivo la protesta dei Comitati di redazione dei giornali, del Sindacato, dell'Ordine dei giornalisti, della Fnsi rappresentano elementi fondamentali per la difesa del diritto-dovere di informare. Certo, anche la nostra categoria ha delle responsabilità. Ma non ci siamo mai tirati indietro. Anche perché in questo caso è palese la sproporzione per ciò che è accaduto. E insisto: nostro primario obiettivo é la tutela del diritto-dovere di informare”. (Paolo Baron)

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