Serventi e Natale
"No alle nomine Rai omogenee
a chi governa"
AGI - Preoccupazione per le dichiarazioni del presidente della Rai Antonio Baldassarre ed anche del ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri sui criteri per le nomine dei nuovi direttori di rete e di testata; conferma per la necessità di una forte valorizzazione delle risorse interne e necessità che ci sia una mobilitazione affinché nessuno dei nuovi direttori provenga dalla concorrenza di Mediaset così come è avvenuto in occasione della eventualità che fosse Carlo Rossella a presiedere il consiglio di amministrazione dell'azienda. È quanto hanno sottolineato oggi il presidente della Fnsi Paolo Serventi Longhi e il segretario dell'Usigrai Roberto Natale in un incontro al presidente della commissione parlamentare di vigilanza Claudio Petruccioli che, da parte sua ha "accolto e compreso - come ha testualmente riferito il segretario della Fnsi - le preoccupazioni del sindacato ed ha ricordato di aver sottolineato che tutti i problemi si fanno particolarmente stringenti e difficili per il quadro inedito che si riscontra oggi in Italia, un quadro nel quale - secondo Petruccioli - alla vincolante dipendenza del servizio pubblico dalla politica si aggiunga il fatto che il presidente del consiglio è proprietario della metà privata della tv, cosa che sottolinea ancora di più la necessità di una rapida riforma". E sulla autonomia nelle nomine da parte del cda ha insistito il sindacato dei giornalisti e l'Usigrai mettendo in risalto come "nella scelta dei nuovi direttori non può prevalere il criterio, illustrato dal presidente della Rai Baldassarre in vigilanza di un orientamento in base alle preferenze espresse dagli elettori". "Al presidente Petruccioli abbiamo sottolineato la preoccupazione dei giornalisti mai venuta meno - ha detto ancora Serventi Longhi - di nomine che ipotizzano un più stretto controllo di servizio pubblico o di pezzi importanti dell'azienda da parte della maggioranza e a danno del pluralismo dell'informazione dei giornalisti. Tutto ciò si lega a una situazione che non ci siamo mai stancati di denunciare in questi 5 anni, chiedendo invano un cambiamento per evitare che le nomine siano omogenee a chi governa il Paese. Per 5 anni abbiamo chiesto la modifica della legge sui criteri di nomina del Cda e non abbiamo ottenuto nulla. A Petruccioli abbiamo anche sottolineato le preoccupazioni rispetto a voci circolanti e consolidate di ipotesi di evoluzione che riteniamo estremamente preoccupanti. Come ad esempio quella dello scorporo del Tg3 nazionale dalla testata regionale e le altre voci che riguardano la scorporo di testate radiofoniche rispetto alla unitarietà del Giornale radio Rai. Il sindacato non intende intervenire nella adeguatezza di questo o quel collega che sarà chiamato a dirigere, cosa che non abbiamo mai fatto in passato ma siamo contrari a che alla Rai arrivino ambiguamente scelte di persone da Mediaset". Il segretario della Fnsi ha ribadito a Petruccioli che nelle nomine va osservata una impostazione "plurale e pluralista per quanto riguarda l'informazione del servizio pubblico. Non intendiamo fare battaglie sulle bandiere o sui nomi ma contro le bandiere e contro le casacche, come abbiamo fatto anche in passato. Ed è necessario che non si scherzi sulle risorse del servizio pubblico, facendo giochi e giochini attraverso la divulgazione di cifre strumentali, così come è avvenuto per i conti dello Stato. Il sindacato dei giornalisti ha l'esigenza di difendere il ruolo e la funzione del servizio pubblico e non di conservazione ma anzi di riforma. E siamo anche contro la svendita di pezzi dell'azienda e d'accordo, invece, nel liberare il servizio pubblico dalla ossessione della politica". Da parte sua il segretario dell'Usigrai Roberto Natale ha ribadito al presidente della Commissione di vigilanza come "un riordinamento delle nomine in base alle preferenze espresse dagli elettori così come hanno affermato il presidente della Rai e il ministro delle Comunicazioni, non è compatibile con il libero esercizio della professione giornalistica. In Rai ci sono coloro che le casacche non le vogliono portare. E se qualcuno ha chiamato il ministro Gasparri per accreditarsi, il ministro non dia ascolto mentre sono moltissimi quelli che vogliono continuare a fare i giornalisti senza rispecchiarsi nelle idee dei vari partiti. L'organizzazione per bandiere non ci piace, sia quando sono della maggioranza che dell'opposizione e noi difendiamo il diritto dei giornalisti a svolgere il loro mestiere liberamente e non ci piace che il criterio delle scelte nelle nomine debba essere quello della fedeltà o della irreggimentazione". Natale ha ribadito poi a Petruccioli la contrarietà del sindacato dei giornalisti Rai alle ipotesi di scorporo sia per il Tg3 che per le testate del Giornale radio: "Crediamo che quello delle nomine debba essere il primo banco di prova per il presidente Baldassare e il direttore generale Saccà a proposito della validità del criterio, nelle scelte dei direttori, di una forte rivalutazione delle professionalità interne, dichiarazioni che noi apprezziamo totalmente, e quanto allo scorporo chiediamo che il vertice tenga fede alle intenzioni annunciate: prima il progetto e poi le nomine e si dicano le ragioni editoriali delle eventuali decisioni di scorporo, tenendo conto anche dei riconoscimenti che sono stati attribuiti al lavoro del Tg3 e del Giornale radio".