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Quotidiani del Gruppo Finegil
Cdr 30 Ago 2016

Sciopero dei giornalisti dei quotidiani veneti del Gruppo Finegil, il sostegno della Fnsi ai colleghi

Fnsi e Sindacato giornalisti Veneto al fianco del Cdr dei quotidiani veneti del Gruppo Finegil, che ha proclamato una giornata di sciopero per oggi, lunedì 29 agosto. Alla base della protesta l'utilizzo di una collaboratrice al di fuori delle regole contrattuali: inviata nei luoghi del terremoto per una serie di dirette Facebook senza nessuna copertura assicurativa e senza alcuna tutela.

Federazione nazionale della stampa italiana e Sindacato giornalisti Veneto al fianco dei giornalisti e del Cdr dei quotidiani veneti del Gruppo Finegil, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Mattino di Padova e Il Corriere delle Alpi che hanno proclamato una giornata di sciopero per oggi lunedì 29 agosto, con astensione dal lavoro di tutti i colleghi impegnati nella redazione del giornale cartaceo e blocco totale, sino alla mezzanotte dello stesso giorno, dell'aggiornamento dell'informazione sui quattro siti dei quotidiani e sui social.

«La giornata di sciopero - spiega il Comitato di redazione - è una decisione sofferta ma inevitabile alla luce delle gravissime violazioni contrattuali registrate nei giorni scorsi e già denunciate dal Cdr con una nota di sabato scorso».

In pratica, con l'assenso e il coordinamento della direzione, la collaboratrice Alice Ferretti, priva di qualsiasi tutela contrattuale (è infatti assunta part-time a Mestre, dal lunedì al mercoledì, ma non potrebbe entrare in produzione a nessun titolo negli altri giorni della settimana, e a precisa richiesta se avesse potuto collaborare negli altri giorni è stato risposto un perentorio no), tra venerdì e sabato è stata impiegata in una serie di dirette Facebook, andate in onda con gli account della Nuova Venezia, dai luoghi colpiti dal terremoto. Dirette che sono state rilanciate dagli account degli altri giornali e pubblicizzate dal condirettore sul suo account personale.

«Per il Cdr - prosegue la nota - si tratta di una forma palese di lavoro nero oltre che di una clamorosa violazione degli accordi presi a giugno a Roma con il Gruppo, secondo i quali nessun collaboratore può utilizzare gli account Facebook dei giornali. Si fa notare inoltre che la collaboratrice si è mossa in luoghi pericolosi senza nessuna copertura assicurativa e senza nessuna forma di tutela e che per lo svolgimento dei servizi ha impiegato mezzi propri».

E in una ulteriore violazione del contratto, che ne limita la produzione a tre giorni, la collaboratrice ha poi confezionato i servizi usciti sui giornali cartacei del gruppo.

«La necessità di assicurare la copertura di eventi, anche in situazioni di emergenza – ribadisce la Fnsi nell'esprimere pieno sostegno ai colleghi – non può in alcun modo giustificare l'utilizzo irregolare di collaboratori e precari. Questi episodi, sempre più frequenti, devono spingere aziende e direttori a prendere in seria considerazione il problema del rafforzamento degli organici attraverso il regolare inquadramento dei giornalisti, senza pericolose e dannose scorciatoie come quelle dell'abuso di lavoro irregolare e dello sfruttamento di giornalisti precari».

Nell'evidenziare le gravissime anomalie di questa vicenda, il Cdr sottolinea, infine, «alcuni aspetti emersi a margine della stessa:

- nonostante gli impegni presi ormai tre mesi fa, l'azienda continua a non fornire alle redazioni gli strumenti per lo svolgimento dei servizi richiesti sul web;

- una volta di più si deve prendere atto di come la direzione abbia a cuore sempre e soprattutto il volume di traffico web e tutta l'attività che può moltiplicare i contatti internet con i nostri giornali, mentre analoga attenzione non è ancora stata dedicata alla qualità del prodotto cartaceo che - è bene ricordarlo ancora - è l'unico che produce ricavi;

- l'episodio dei giorni scorsi è solo l'ultimo di una stagione travagliata e contrassegnata dall'uscita di inserti non annunciati o modificati in corsa, da una foliazione spesso imbarazzante e dall'attesa, per ora vana, di una svolta che i nostri giornali attendono da anni».

@fnsisocial

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