Il presidente del Senato Renato Schifani ritiene che sia possibile "trovare un punto di equilibrio tra la tutela della privacy e le esigenze giudiziarie nel Ddl sulle intercettazioni, il cui esame, su invito del capo dello Stato, è stato rinviato a dopo l'estate. La seconda carica dello Stato plaude, durante la cerimonia del Ventaglio, allo slittamento dei tempi "perché quando c'è più tempo per pensare c'è più tempo per legiferare meglio. Confido alla ripresa dei lavori che i punti nodali saranno delineati per arrivare ad una sintonia tra le diverse distanze e confido di arrivare ad un Paese sereno che trovi l'equilibrio anche con il mondo dell'informazione".
“L’intervento di oggi della seconda carica dello Stato in materia di legislazione sulle intercettazioni e diritto all’informazione ha un suo indubbio interesse che sottolineiamo con piacere". Questa la dichiarazione congiunta di Franco Siddi e Roberto Natale, segretario generale e presidente della Fnsi. "Nell’arco di poche settimane _ hanno detto Siddi e Natale _ il Presidente Schifani ha manifestato in maniera esplicita l’opinione che sia necessario un approfondito confronto di merito per una legge equilibrata su un tema così delicato come quello delle intercettazioni, in piena sintonia con il Capo dello Stato. L’azione svolta dal Presidente del Senato ha peraltro già aperto la strada ad una riconsiderazione del ddl Alfano nei suoi aspetti più delicati – riservatezza e trasparenza delle indagini, diritto all’informazione – in sede di Commissione Giustizia, dove è stato promosso un ciclo di audizioni, nel corso del quale sono già state sentite le rappresentanze dei giornalisti e degli editori. Non ci sfugge – e la condividiamo pienamente – l’affermazione importante che tutto ciò che è pubblico non può essere sottratto alla pubblicazione. Auspichiamo che questo orientamento basilare sia raccolto nel prosieguo dei lavori parlamentari al Senato e consenta di superare le inaccettabili previsioni di bavagli, carcere e sanzioni ai giornalisti, multe pesanti agli editori contenute nel testo licenziato dalla Camera, e che di fatto negano il diritto dei cittadini a sapere come e perché procedano le indagini e le inchieste giudiziarie. Di sicuro è indispensabile agire serenamente su questi temi, avendo chiaro che il rischio di un corto circuito, sui temi sensibili evidenziati dal Presidente Schifani, sarebbe pesante ed inaccettabile. Tutto ciò anche in relazione ai principi fondamentali della Carta Costituzionale e agli indirizzi della Corte di Giustizia sulla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.” ___________________________________________________________________________