“Alcune centinaia di colleghi degli uffici stampa pubblici provenienti da tutt'Italia hanno sfilato assieme ai lavoratori della Pubblica amministrazione. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, infatti, aveva invitato i colleghi che lavorano nelle strutture dedicate all’informazione delle Pubbliche Amministrazioni ad aderire all’iniziativa unitaria di tutti i sindacati confederali per il superamento del blocco della contrattazione, il rispetto dei diritti dei lavoratori e per la salvaguardia del settore pubblico. E’ la prima volta che un così largo schieramento sindacale manifesta a difesa di un settore fondamentale per il Paese.
Un comparto nel quale i lavoratori, e tra di loro migliaia di giornalisti addetti agli uffici stampa, hanno subito le conseguenze di cinque anni di tagli lineari, di blocco delle retribuzioni e del turn-over, il tutto accompagnato dall’utilizzo di tantissimi precari senza certezze per il futuro e tutele per il presente.
Nel 2013 i giornalisti inquadrati nel contratto del pubblico impiego – la maggioranza tra coloro che lavorano nell’Amministrazione pubblica – subivano, cumulando gli effetti dal 2010, un taglio del 10.50% in busta paga. Quelli ai quali è stato riconosciuto il contratto giornalistico (prevalentemente nelle Regioni) avevano patito una perdita media di 180 euro al mese, destinata a crescere negli anni successivi.
Al danno economico si aggiunge uno svilimento professionale che colpisce i giornalisti quanto gli altri lavoratori del pubblico impiego, fatti oggetto di una campagna dissennata di denigrazione.
Accanto a ciò, il proliferare dei rapporti di lavoro a tempo determinato, del precariato assoluto attraverso l’uso distorto e massivo delle collaborazioni coordinate e continuative utilizzate come si trattasse di veri e propri rapporti di dipendenza. A tutto questo si sono aggiunti anche i bandi per incarichi professionali al massimo ribasso con il risultato di ridurre ulteriormente il trattamento economico diretto dei colleghi, già con un rapporto precario, e la loro capacità di versamento previdenziale autonomo (peraltro obbligatorio per legge).
In più, non pochi colleghi precari hanno perso il lavoro per la scelta di molte Amministrazioni di rinunciare al dovere di informare sulla propria attività privando i cittadini del diritto di essere informati.
Per queste e per altre ragioni ancora (come il continuo e pericoloso indebolimento della capacità dello Stato, attraverso le sue articolazioni, di rispondere alle esigenze dei cittadini) la FNSI ritiene che, al di là delle differenze di ruolo e funzione e di appartenenza sindacale, sia necessario un momento di protesta e proposta unitaria per ridare dignità e capacità di risposta ai problemi da parte della Pubblica amministrazione.
L’iniziativa unitaria di sabato 8 va in questa direzione e per tale ragione è da noi apprezzata e sostenuta.” Roma, 5 novembre 2014
COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE SICILIANA DELLA STAMPA
L'Associazione Siciliana a della stampa e il Gruppo uffici stampa Sicilia sostengono la decisione della FNSI di aderire alla manifestazione del pubblico impiego prevista per domani a Roma, condividendone appieno le motivazioni illustrate dal presidente Giovanni Rossi.
I tanti giornalisti siciliani impegnati nella pubblica amministrazione svolgono un fondamentale ruolo al servizio della trasparenza e denunciano le condizioni in cui si trovano a lavorare: poche garanzie e – nella maggior parte dei casi – fantasiose interpretazioni degli accordi contrattuali, per non parlare del reclutamento attraverso bandi per incarichi professionali al massimo ribasso.
La scellerata decisione del presidente Crocetta di sopprimere, con metodi quanto meno discutibili, l’ufficio stampa della Regione ha prodotto conseguenze in tutta l’Isola e ha contribuito a mortificare le aspettative di tutti i colleghi. Gli enti locali siciliani oggi pullulano di politici improvvisati comunicatori di se stessi e di personaggi privi di qualsiasi professionalità che diffondono comunicati e contribuiscono ad accentuare la confusione tra informazione istituzionale, informazione politica e propaganda. Una situazione sconcertante che umilia il diritto dei cittadini ad una corretta informazione e danneggia ulteriormente le istituzioni e la politica.
Il Gus Sicilia ha convocato per domani la riunione del direttivo e l'assemblea degli iscritti alla presenza del segretario dell'Assostampa, Alberto Cicero, nel corso delle quali si discuterà delle ragioni della protesta romana.
Il Governo deve rivedere la decisione di prolungare nel 2015 il blocco delle retribuzioni, che colpisce in modo pesante tutti i giornalisti del settore pubblico, anche coloro ai quali viene applicato il Cnlg. Contestualmente va riaperto il tavolo della contrattazione, al quale la FNSI deve sedere a pieno titolo perché non è più rinviabile l'applicazione dei profili professionali ai giornalisti degli uffici stampa pubblici, in adesione a una legge varata ben 14 anni fa (la 150 del 2000).
Tutti i lavoratori del pubblico impiego devono trovare la ragione dell'unità. Non è pensabile una PA moderna che non informi, perché è un diritto dei cittadini essere aggiornati sugli atti prodotti ed è un dovere delle istituzioni essere sempre più trasparenti. Ma un'informazione di qualità e neutra è possibile solo se affidata a strutture professionalmente qualificate e a giornalisti garantiti da accordi contrattuali certi e rispettosi della dignità di chi lavora. Palermo, 7 novembre 2014
8 NOVEMBRE: UFFICI STAMPA IN PIAZZA CON LE CONFEDERAZIONI SINDACALI
"CI SAREMO ANCHE NOI", DICE IL PRESIDENTE DELLA FNSI, GIOVANNI ROSSI
I GIORNALISTI DEGLI UFFICI STAMPA PUBBLICI IN PIAZZA L'8 NOVEMBRE
L'8 novembre la manifestazione del pubblico impiego. "Ci saremo anche noi", dice il presidente della Fnsi. E ricorda il caso irrisolto dei 1.300 giornalisti degli uffici stampa. Anche i giornalisti degli uffici stampa pubblici soffrono il blocco della contrattazione nel comparto del pubblico impiego. Il quadro della pubblica amministrazione è così fatto: cinque anni di tagli lineari perpetuati con una costanza degna di miglior causa; blocco delle retribuzioni, malgrado non siano certo d'oro; da oltre dieci anni è bloccato il turn over alla faccia delle possibilità di occupazione per i più giovani e della possibilità di mantenere qualità e livello dei servizi prestati ai cittadini; l'immissione nell'apparato dello Stato (davvero un bell'esempio!) di centinaia di migliaia di precari senza certezze e tutele.
La manifestazione nazionale dell'8 novembre.
I dipendenti pubblici sono chiamati da un vasto fronte sindacale - che abbraccia tutte le organizzazioni di settore di Cgil, Cisl e Uil - a dar luogo ad una manifestazione nazionale programmata per sabato 8 novembre. Scrivono in un loro documento i sindacati della funzione pubblica, dei medici, della sanità e della scuola, aderenti alle tre maggiori organizzazioni dei lavoratori:
"Come pensa il governo Renzi di garantire salute, sicurezza e soccorso, istruzione, prevenzione, assistenza, previdenza, ricerca e sviluppo senza fare innovazione, senza investire nelle competenze, nella formazione, nel lavoro di qualità, senza aver messo in campo un progetto?".
Anche i 1.300 giornalisti degli uffici stampa in piazza
A mio avviso in questo lungo elenco di cose manca un elemento: l'informazione, che è un dovere delle amministrazioni pubbliche produrre ed un diritto dei cittadini ricevere.
I giornalisti che lavorano per il settore pubblico - almeno 1.300 stando alle rilevazioni dell'INPGI, il nostro istituto di previdenza - sono stati penalizzati dal blocco della contrattazione in modo pesante. Niente aumenti contrattuali e niente scatti di anzianità. Siamo al limite, e forse è stato sorpassato, della costituzionalità. Persone che svolgono la stessa professione ed in più di un caso hanno lo stesso contratto di lavoro a cui non vengono applicate le regole concordate tra le parti firmatarie. Penso che alla luce di tutto questo anche i giornalisti dovrebbero essere in piazza sabato 8 novembre.
La legge 150 inattuata e le colpe della "triplice"
Ci parrebbe necessario poter dire "ci siamo anche noi". Certo, i nostri colleghi rappresentano una piccola quota dei lavoratori della Pubblica Amministrazione, ma è una parte che ha una funzione fondamentale. Per una volta, alla luce dell'esistenza di un comune obiettivo, possiamo traguardare il fatto oggettivo, pur senza dimenticarcene, che se la definizione del profilo professionale dei giornalistici pubblici e, soprattutto, la trattativa che avrebbe dovuto definirlo, prevista 14 anni fa dalla legge 150 relativa alla regolamentazione dell'informazione pubblica, non si è fatta, ciò vede tra i principali responsabili proprio la cosiddetta "triplice" sindacale che con pervicacia si è opposta ad essa.
Ma ora deve prevalere l'unità.
Di fronte al disastro che la politica di compressione dei diritti dei lavoratori sta portando nella Pubblica amministrazione in questo momento deve prevalere l'unità. Soprattutto, perché siamo convinti che la politica che spesso porta a tagliare le strutture che fanno informazione, a scegliere di dare incarichi professionali con retribuzioni innominabili (vedi la pratica dei deleteri bandi al massimo ribasso diffusa anche nel nostro campo), lede diritti dei cittadini.
Una pubblica amministrazione che non ha strutture qualificate professionalmente e dedicate ad un rapporto con il sistema che informa i cittadini non può definirsi davvero trasparente, non si può dire moderna e tanto meno rinnovata e riformata. 12 ottobre 2014. Da http://voltapagina.globalist.it/
Giovanni Rossi, Presidente della FNSI e coordinatore della Commissione Uffici stampa della Federazione nazionale della stampa italiana
ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA TOSCANA
I GIORNALISTI DEGLI UFFICI STAMPA PUBBLICI IN PIAZZA L'8 NOVEMBRE
Forte apprezzamento per la decisione dell’Fnsi di mobilitarsi nell’ambito della battaglia contro il blocco della contrattazione del pubblico impiego e di essere presente con i giornalisti degli uffici stampa alla manifestazione dell’8 novembre.
“Ci saremo anche noi”, hanno affermato i vertici dell’Fnsi, con il presidente Giovanni Rossi. E l’Associazione Stampa Toscana farà la sua parte in questa mobilitazione, per i diritti di tanti giornalisti che, come gli altri dipendenti pubblici, hanno dovuto sopportare cinque anni di tagli lineari, migliaia di euro persi in busta paga e un turn over bloccato da oltre dieci anni, cosa che ha comportato anche il proliferare di rapporti di lavoro improntati al precariato più selvaggio.
L’8 novembre a Roma l’Ast, insieme alla Fnsi, sarà presente senza dimenticare la specificità dei giornalisti degli uffici stampa che da anni sono privi del contratto previsto dalla legge 150, anche per responsabilità dei sindacati confederali. Ma sarà comunque al fianco delle altre organizzazioni sindacali in una battaglia per i diritti e la dignità di tutto il lavoro pubblico.
Nei prossimi giorni l’Ast comunicherà le modalità con cui sarà possibile partecipare alla manifestazione. Firenze 13 ottobre 2014