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Rai 20 Ott 2005

"Rockpolitik" tra successi di pubblico, polemiche e libertà di espressioneTutto finirà in Commissione di vigilanza Rai

Natale (Usigrai): "Le libere dichiarazioni di direttori e dirigenti dell'azienda un segno di ricchezza del servizio pubblico"

Natale (Usigrai): "Le libere dichiarazioni di direttori e dirigenti dell'azienda un segno di ricchezza del servizio pubblico"

Boom di ascolti, ma anche di polemiche. A meno di ventiquattr'ore dall'esordio di 'Rockpolitik', An chiede una ''puntata riparatoria'' o le dimissioni del direttore generale della Rai Alfredo Meocci, rinviando il chiarimento all'audizione del vertice di Viale Mazzini in commissione di Vigilanza mercoledi' prossimo. Il dg incassa invece, oltre al plauso dei consiglieri dell'Unione, la solidarieta' del presidente Casini e dell'Udc. ''E' legittimo che ognuno dica quello che pensa'' e comunque ''non fuggo dalle mie responsabilita''', ha commentato gia' ieri sera Meocci. La sua posizione sullo show di Celentano resta pero' distante da quella del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, che parla di ''qualunquismo di sinistra'': ed e' facile immaginare che gia' martedi', in cda, la 'bomba Celentano' sia oggetto di discussione. Alla levata di scudi della Cdl contro il Molleggiato si oppongono i centristi della maggioranza. E' ''ridicola e inquietante'' la richiesta di dimissioni di Meocci, sottolinea il responsabile informazione Rodolfo De Laurentiis. Complimenti al dg anche dal capogruppo in Vigilanza Pippo Gianni: ha gestito la situazione ''con intelligenza e maestria''. Scende in campo anche il presidente della Camera Pierferdinando Casini: 'Rockpolitik' non gli e' dispiaciuto, spiega. Anzi, nota ''troppa agitazione in giro'' e si compiace con Meocci, che ''ha tutelato questo momento di liberta''. An pero' rilancia. Il senatore Michele Bonatesta chiede che Meocci ''pretenda una puntata riparatoria'' oppure ''tolga il disturbo''. Corregge il tiro il responsabile informazione Alessio Butti, che alle dimissioni sostituisce la necessita' di un chiarimento: ''E' inusuale vedere un direttore generale che mentre duetta simpaticamente su cosa sia 'rock o lento' con Celentano non si preoccupi minimamente delle bordate anti Rai lanciate dal palco dagli ospiti e dal Molleggiato stesso. Saremo molto curiosi con il direttore generale quando sara' audito dalla Vigilanza''. Il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi conferma il suo giudizio di ''trasmissione ciofeca'', definendosi ''contento di non aver aumentato il canone a questa Rai''. Meno aggressiva la posizione di Forza Italia nei confronti del dg: il contratto di Celentano, ricorda il capogruppo al Senato Renato Schifani, ''era stato firmato da Cattaneo e Meocci avrebbe avuto difficolta' a non rispettarlo. Per questo Meocci credo non abbia responsabilita'''. Solidarieta' anche dall'Adrai, l'associazione dei dirigenti di Viale Mazzini, che condivide le affermazioni di Meocci sulla ''liberta' di espressione come principio ispiratore del servizio pubblico'' e dai comitati di redazione di Tg1, Tg2, Tg3 e Rai Sport. Il dg ha fatto ''il suo dovere'' secondo il consigliere Nino Rizzo Nervo, mentre il suo collega Marco Staderini minimizza: ''Il tipo di programma si conosceva e anche l'idea di base del tema della prima puntata, era prevedibile che alcune cose sarebbero andate in quel modo. Ed e' anche un argomento che sara' certamente oggetto di confronto e commento in cda ma non certo per 'tagliare' teste''. Uno scambio di idee, comunque, nella riunione di martedi' ci sara', dal momento che anche il consigliere Giuliano Urbani - a quanto si apprende - e' tra coloro che non hanno gradito la puntata di 'Rockpolitik'. Qualche reazione arriva anche alle dichiarazioni di Landolfi sul canone: il consigliere Sandro Curzi spera che ''si sia trattato solo di una caduta di stile o di un momento di nervosismo, e che il confronto fra il ministro delle Comunicazioni e la Rai, anche su una questione delicata come il canone, possa svilupparsi in termini istituzionali pacati e corretti''. ''Se l'idea del ministro e' che la Rai debba scegliere tra liberta' di espressione e solidita' economica, il servizio pubblico puo' rispondere soltanto in un modo: non siamo in vendita'', replica l'Usigrai. Secco il commento del capogruppo Ds in Vigilanza Giuseppe Giulietti: ''Per evitare questo tipo di minacce, dopo le prossime elezioni, sara' necessario individuare i meccanismi di conteggio del canone sganciati da qualsiasi possibilita' di ricatto politico''. CELENTANO: NATALE (USIGRAI), DA OGGI LIBERI TUTTI ''Sono ore davvero importanti per la liberta' di espressione in Rai. Ieri sera le parole di Celentano e Santoro. Oggi i pronunciamenti di alcuni direttori e dirigenti Rai. In maniera meno eclatante che in Rockpolitik,anche loro hanno ripristinato un importante diritto: quello di tutti i dipendenti Rai di fare liberamente dichiarazioni pubbliche, senza dover sottostare all'autorizzazione della Direzione Generale''. Cosi' in una nota Roberto Natale,segretario dell'Usigrai, che aggiunge ''e' una norma che il sindacato dei giornalisti ha sempre contestato. C'e' un bisogno di esprimersi che non puo' essere compresso e che va considerato come una ritrovata ricchezza del servizio pubblico. Da oggi liberi tutti''. (AGI)

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