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Il giornalista Gianluca Paolucci e "i reperti 20, 25, 30, 32 e 17" (Foto: @giapao)
Libertà di informazione 03 Ago 2017

Restituito il materiale sequestrato al giornalista Gianluca Paolucci. Fnsi: «Il problema della tutela delle fonti rimane»

Il procuratore della Repubblica di Torino si è scusato con giornale e giornalista. Un episodio finito bene, «ma ci sono troppi cronisti che subiscono atti invasivi il cui intento è aggirare il segreto professionale», dicono Raffaele Lorusso, Giuseppe Giulietti e il segretario dell'Assostampa Subalpina, Stefano Tallia.

Il procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro, ha inviato al direttore della Stampa e al giornalista Gianluca Paolucci, le scuse per «l’equivoco» - come lo definisce lo stesso Spataro – per la «singolare vicenda» (sempre parole sue) di cui è stato protagonista il collega al quale, lo scorso 21 luglio, la Guardia di Finanza ha sequestrato telefoni, tablet, computer, chiavette usb e schede di memoria nel corso di due perquisizioni, a casa e in redazione.

Una vicenda che si chiude con il lieto fine, dunque. Ma che lascia aperto il più ampio tema del rapporto tra l’informazione e la giustizia, le esigenze dei magistrati e il diritto dei giornalisti alla tutela delle fonti, «un problema – commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell'Associazione Stampa Subalpina, Stefano Tallia – che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti».

Va dato atto al procuratore Spataro di aver riconosciuto l’inesistenza di reati e di aver chiesto scusa ai colleghi, ma «in Italia – proseguono Lorusso, Giulietti e Tallia – ci sono ancora troppi cronisti che subiscono perquisizioni personali e domiciliari, sequestri di strumenti di lavoro e altri atti di natura invasiva. Tali provvedimenti sono disposti dalla magistratura inquirente non per perseguire reati o per prevenirli, ma al solo scopo di risalire ai colpevoli delle fughe di notizie. In questo modo si trasferisce sul giornalista, che ha l’obbligo professionale di pubblicare le notizie rilevanti per l’opinione pubblica, la responsabilità di mantenere segreti gli atti istruttori, che va invece contestata ad altri».

Se dunque, come commenta il direttore della Stampa, Maurizio Molinari, «questo episodio, che avrebbe potuto degenerare in una grave lesione della libertà di stampa, si è trasformato invece nell’esempio opposto», troppi restano i casi in cui il lavoro dei giornalisti deve confrontarsi con il tentativo, da respingere, da parte della magistratura di aggirare il segreto professionale.

«Il ricorso ad atti invasivi, quali intercettazioni, perquisizioni e sequestri – concludono Lorusso, Giulietti e Tallia – ha il solo scopo di risalire alle fonti del giornalista. In questo modo viene però leso il principio della segretezza delle fonti, che deve invece trovare tutela in ogni ordinamento realmente democratico. La Fnsi intraprenderà ogni iniziativa per scongiurare il rischio che le sacrosante esigenze della giustizia diventino il pretesto per un assalto generalizzato al segreto professionale e alla tutela delle fonti».

PER APPROFONDIRE

Qui il link alla pagina dedicata alla vicenda dalla Stampa di oggi.
Di seguito la nota del procuratore di Torino, Armando Spataro.

Giornalisti, Spataro: «Pronto a confronto su pubblicazione atti»
Un confronto pubblico sull'accesso agli atti processuali, di pubblico interesse, da parte dei giornalisti. È quello a cui si dice disponibile il procuratore di Torino, Armando Spataro. L'occasione per manifestare la disponibilità è la lettera aperta al quotidiano La Stampa in merito alle perquisizioni nei confronti del giornalista Gianluca Paolucci.
«Mi dichiaro disponibile - scrive Spataro - a un confronto pubblico che possa avere ad oggetto, in ossequio alla giurisprudenza della Cedu più volte illustrata da Vladimiro Zagreblesky su La Stampa, anche la disciplina di una possibile procedura che consenta ai giornalisti di accedere autonomamente ad atti processuali di pubblico interesse». (Ansa - Torino, 3 agosto 2017)

@fnsisocial

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