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Paolo Petrecca (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Cdr 03 Lug 2025

Raisport, il Cdr: «Proclamato lo stato di agitazione, ribadiamo la sfiducia a Petrecca»

L’assemblea dei redattori ha affidato al Comitato di redazione un pacchetto di tre giorni di sciopero.

«All'indomani della doppia mancata approvazione del piano editoriale, la redazione di RaiSport, Roma e Milano unite, torna a ribadire la propria sfiducia nell'operato del direttore Paolo Petrecca. L'azienda non può ignorare che in seconda chiamata solo 30 giornalisti su 105 aventi diritto al voto abbiano detto 'sì' a un direttore che in tre mesi e mezzo ha promesso spazi, promozioni e programmi senza visione d'insieme e intesa con l'azienda in termini di palinsesto, pianta organica e budget". Così, in una nota riportata dall’Adnkronos giovedì 3 luglio 2025, il cdr di RaiSport e il Fiduciario di Milano.

«Nell'anno  delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina e dei Mondiali di calcio  - prosegue il Cdr - la maggioranza della redazione sente la responsabilità di chiedere ai vertici aziendali un immediato cambio di rotta per evitare di compromettere due eventi strategici per la Rai tutta».

Il Comitato di redazione sottolinea: «Guardiamo peraltro con grande preoccupazione all'immagine della donna che la direzione di RaiSport ha deciso di fornire, non valorizzando - soprattutto in ambito femminile - le risorse e le professionalità interne e ingaggiando figure esterne (a quale prezzo poi?) per co-conduzioni di programmi chiave per la testata. Una cosa sono i talent, altro sono le vallette e la stagione delle vallette è passata senza rimpianti».

Si evidenzia poi che l'organizzazione del lavoro «è ai minimi  storici a causa dell'indebolimento numerico di redazioni chiave come il calcio e il coordinamento tg, un indebolimento figlio di un  rimpasto che ha obbedito come logica solo alla fedeltà a Paolo  Petrecca e non al merito, ritenuto dal direttore non sufficiente per  lavorare con lui».

Il Cdr conclude: «Alla luce di tutto questo la redazione di RaiSport, Roma e Milano unite, ribadisce il suo No e chiede all'azienda un cambio di rotta immediato. Con 47 voti favorevoli e uno contrario, l'assemblea proclama lo stato di agitazione e affida al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero». (anc)

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