«La7 è un'azienda che ottiene grandi risultati di pubblico e economici, ma non redistribuisce gli introiti ai giornalisti delle redazioni e dei programmi. Le cose in azienda vanno bene, ma a usufruire di questi risultati sono solo le star e gli azionisti». È l'allarme lanciato dal Cdr di La7 nel corso di una conferenza stampa nella sala Walter Tobagi della Fnsi a Roma.
«Abbiamo difficoltà nell'avviare un confronto produttivo con la parte aziendale - ha spiegato Stefano Ferrante, membro del Comitato di redazione e segretario dell'Associazione Stampa Romana -. Per i nuovi assunti i contratti non sono applicati correttamente con il ricorso a forfait bassi. C'è un grande divario tra i colleghi assunti con vecchio contratto e i neoassunti che vivono una particolare sofferenza, eludendo la contrattazione collettiva. È una pratica che si è affermata nel settore editoriale e costituisce un vulnus gravissimo in molte redazioni: quando si parla di retribuzioni basse in Italia questo riguarda anche professioni che una volta erano considerate casta».
Il Cdr ha sottolineato che nel bilancio 2024 La7 migliora tutti i dati, sia economici che di ascolto, rispetto all'anno precedente e lo fa anche in questa prima parte del 2025. Eppure le retribuzioni nell'emittente sono anche del 25-30% inferiori a quelle della concorrenza o di altre realtà editoriali del Gruppo Cairo. Inoltre, rimane una quota di precariato intorno al 25-30%, concentrato nelle redazioni dei programmi di approfondimento. «Chiediamo un piano di sviluppo con un orizzonte nuovo, che consenta alla redazione di lavorare con soddisfazione», ha concluso Ferrante.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, che ha sottolineato: «Il problema di La7 è un problema generalizzato. Le aziende tentano di destrutturare il contratto di lavoro, invece tutti i giornalisti devono avere gli stessi diritti. È una battaglia di civiltà».
Costante ha poi ricordato che dal 2016 gli stipendi dei giornalisti hanno perso il 19,3% del loro potere di acquisto. «Siamo al tavolo contrattuale e stiamo trattando con tutte le aziende della Fieg. Tutto quello che non entrerà nell'accordo dovrà essere oggetto di vertenze mirate. Le aziende – ha concluso - devono riconoscere che stanno violando il contratto e l'unico modo per farlo è intavolare vertenze che cominciano con il confronto sindacale e possono poi proseguire come vertenze giudiziarie». (anc)