«In un Piano industriale che passa a maggioranza c'è già qualcosa che non va. Se poi a votare contro è anche il Consigliere eletto dai dipendenti si apre un gigantesco interrogativo sulla capacità di questo vertice di ascoltare le istanze di chi conosce le esigenze e le emergenze di questa azienda perché lavora sul campo». Federazione nazionale della Stampa italiana e Usigrai commentano così il via libera in Cda (con cinque voti a favore e due contrari) al piano industriale presentato dall'Ad della Rai, Fabrizio Salini.
«Ovviamente ora, come da impegni assunti, aspettiamo la convocazione urgente da parte dell'Amministratore delegato per l'illustrazione del piano. Per ora non possiamo che ribadire la preoccupazione per un piano industriale adottato senza certezza di risorse. Il Cda ha letto lo studio pubblicato oggi da Mediobanca dove si ribadisce che il canone Rai è il più basso d'Europa e che lo Stato trattiene 340 milioni di euro?», incalzano Fnsi e Usigrai.
Ma la preoccupazione più grande, conclude il sindacato, «è per ipotesi di accorpamenti, come la Direzione unica approfondimenti, quando è ancora in vigore la legge Renzi che ha posto sotto il governo il controllo della Rai, come ha dimostrato l'inquietante incontro dell'Amministratore delegato e del Presidente della Rai con il ministro dell'Interno».