Mentre in Senato si discute la riforma della governance Rai, l’esecutivo del sindacato dei giornalisti del servizio pubblico interviene per denunciare la scarsa trasparenza del governo sulla riorganizzazione del canone: “Alla Rai andrà solo una parte del recupero dell'evasione. E in misura sempre minore nei prossimi anni. Ci aspettiamo interventi per assicurare risorse adeguate a garantire investimenti e innovazione”, scrive in una nota l’esecutivo dell’Usigrai.
“Quando si parla dei soldi dei cittadini bisogna essere chiari e trasparenti”. Lo scrive
l’esecutivo dell’Usigrai in un comunicato nel quale i vertici del sindacato dei
giornalisti del servizio pubblico spiegano che “alla Rai andrà solo una parte
del recupero dell'evasione. E in misura sempre minore nei prossimi anni”.
Secondo l’Usigrai, “con l'emendamento proposto dal governo in Legge di
Stabilità, centinaia di milioni di euro andranno a finanziare altre operazioni di
bilancio. È giusto finanziare le tv private locali, ma deve esser fatto con un
fondo apposito e distinto: per incassare i 50 milioni previsti bastano appena 3
euro l'anno a famiglia”.
E la disamina del sindacato dei giornalisti Rai non si ferma qui: “È un
paradosso – si legge ancora nel comunicato – che per ridurre le tasse, in
realtà si rende più pesante la bolletta elettrica, in maniera uguale per tutti,
senza proporzionalità sul reddito. Confondere le partite economiche vuol dire
non essere chiari con i cittadini. In tutta Europa il metodo di finanziamento è
una garanzia di autonomia, indipendenza e unicità del Servizio Pubblico. In
questo modo invece il Servizio Pubblico in Italia sarà meno libero e più
asservito al governo di turno: anno per anno Palazzo Chigi potrà decidere
quanto e come finanziare la Rai, mettendone a rischio l'autonomia gestionale ed
editoriale”.
“Ci aspettiamo dal vertice di Viale Mazzini un intervento deciso a tutela degli
interessi aziendali, per assicurare risorse adeguate a garantire investimenti e
innovazione”, conclude l’esecutivo Usigrai.