«È inutile che Bruno Vespa si affanni a cercare presunti complotti, la realtà è molto più semplice: TUTTI i cittadini, quindi anche i giornalisti, gli artisti e i politici, sono uguali davanti alle regole e come tutti i cittadini anche Bruno Vespa è tenuto a rispettarle per senso civico». Fnsi e Usigrai rispondono così al presentatore che, definendo «gravissima e pretestuosa» la decisione dell'azienda di non mandare in onda 'Porta a porta' per tre serate, attacca Vittorio Di Trapani: «È sconcertante – afferma Vespa – che mentre il Paese chiede sempre più informazione si chiuda una trasmissione importante senza un motivo ragionevole. Debbo purtroppo concludere che la direzione aziendale ha tenuto conto del parere del segretario Usigrai che da sempre considera 'Porta a porta' un abuso. Ma questo dà alla decisione un sapore politico che mi preoccupa».
Ieri, 9 marzo, Di Trapani aveva posto alcune domande «alle quali – spiegano Fnsi e Usigrai – il signor Vespa non ha ancora risposto: Vespa dice di essersi sottoposto volontariamente al tampone. Come ha fatto, visto che i protocolli prevedono il tampone solo per persone a contatto con contagiati e contemporaneamente con sintomi? Se la quarantena è di 14 giorni, perché la tempistica preventiva che vale per tutti per lui dovrebbe essere diversa? È quarantena volontaria? Se così si assume lui la responsabilità d'essere potenzialmente contagioso per tutte le persone con cui viene a contatto? Luogo di lavoro compreso?», chiede il sindacato.
«Le misure precauzionali decise per il Paese e dall'azienda – incalzano Fnsi e Usigrai – sono a tutela della salute pubblica e della salute di tutti i dipendenti, compresi i collaboratori di Bruno Vespa e quanti sono entrati in luoghi e contatti, quelli frequentati da Zingaretti suo ospite, potenzialmente contaminati. Il richiamo è a rispettare le regole a tutela della salute pubblica e dei dipendenti e a null'altro si riferiscono le domande poste dal segretario dell'Usigrai. Ogni altra lettura non è che una irresponsabile speculazione da cui chiunque dovrebbe astenersi considerata la drammaticità del momento che il Paese attraversa, a maggior ragione chi ha ruoli di responsabilità».
«Ci sono centinaia di persone che vorrebbero fare il tampone per tranquillizzarsi e per rassicurare anche i familiari conviventi, ma tutte si sono adeguate alle regole: si chiama rispetto e dovere civico a cui siamo tenuti tutti, anche gli artisti ben retribuiti», conclude il sindacato.