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Rai 05 Ago 2005

Rai, slitta la nomina Meocci Serventi Longhi: "Trionfa ancora una volta il conflitto di interessi" Roberto Natale (Usigrai): Meocci azzoppato prima dell'incarico”

Slitta a domani la nomina di Alfredo Meocci a direttore generale della Rai. Dopo una giornata di fibrillazione di suspence che ha registrato uno scontro tra l'azionista ministero del Tesoro e il consiglio di amministrazione, il CdA di viale Mazzini si è aggiornato a mezzogiorno in attesa delle valutazioni del collegio sindacale sull' intera vicenda.

Slitta a domani la nomina di Alfredo Meocci a direttore generale della Rai. Dopo una giornata di fibrillazione di suspence che ha registrato uno scontro tra l'azionista ministero del Tesoro e il consiglio di amministrazione, il CdA di viale Mazzini si è aggiornato a mezzogiorno in attesa delle valutazioni del collegio sindacale sull' intera vicenda.

Roma, 4 agosto 2005 - Slitta a domani la nomina di Alfredo Meocci a direttore generale della Rai. Dopo una giornata di fibrillazione di suspence che ha registrato uno scontro tra l'azionista ministero del Tesoro e il consiglio di amministrazione, il CdA di viale Mazzini si è aggiornato a mezzogiorno in attesa delle valutazioni del collegio sindacale sull' intera vicenda. Nella tarda mattinata, il CdA aveva indicato come candidato Meocci, con cinque voti a favore rispetto ai quattro ottenuti dagli altri due candidati proposti nella 'rosa', Giancarlo leone e il direttore generale uscente, Flavio Cattaneo. A seguire, si era svolta l' assemblea che doveva raggiungere l'intesa fra CdA e azionista sul successore di Cattaneo. Il rappresentante del ministero del Tesoro ha fatto mettere a verbale che le responsabilità della eventuale incompatibilità di Meocci con la carica di direttore generale ricadevano esclusivamente sul CdA e aveva deciso di eliminare dalla copertura assicurativa per i consiglieri la 'colpa grave'. Un punto che avrebbe visto in disaccordo con il Tesoro anche il rappresentante della Siae, l'altro azionista Rai. Determinazioni inaspettate che hanno sorpreso un po' tutti i consiglieri di amministrazione alcuni dei quali - a quanto si apprende - avrebbero anche manifestato con toni molto duri il proprio dissenso. Di qui la decisione del presidente, Claudio Petruccioli, di far presente all'azionista i motivi del dissenso: ''Ho chiamato Siniscalco - ha spiegato poi Petruccioli, lasciando viale Mazzini - e le richieste sono state accolte''. La nuova assemblea si è resa necessaria per verbalizzare queste modifiche: in particolare, è scomparso il riferimento alla responsabilità esclusiva dei consiglieri ed è stata ripristinata la copertura assicurativa per la colpa grave. A questo punto si è riunito di nuovo il CdA, assenti per protesta i tre consiglieri dell'opposizione Sandro Curzi, Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni, per procedere al voto definitivo. Ma il presidente del collegio dei sindaci, organo deputato a verificare la legittimità degli atti, ha chiesto tempo per una sua valutazione sull'intera vicenda. Domani mattina l'organo si riunirà prima del CdA per esaminare anche la documentazione su tutti gli elementi di approfondimento e sui pareri relativi alla incompatibilità di Meocci acquisiti nel frattempo. ''Eravamo a un passo dal voto - ha commentato il consigliere in quota Forza Italia, Giuliano Urbani - ma è stata chiesta questa sospensione. Mi sembra strano, visto che i pareri sono ampiamente conosciuti e sono stati anche riportati sulla stampa''. Il consigliere è comunque ottimista sulla nomina di Meocci perché ''ci sono cinque consiglieri pronti a votarlo e anche il presidente ha detto piu' volte di essere pronto a collaborare con il nuovo dg''. In ogni caso, ha ammonito Petruccioli, le valutazioni del collegio dei sindaci saranno ''importanti per tutto il CdA''. Sandro Curzi ha sottolineato la ''stranezza delle decisioni del Tesoro, che nel giro di poche ore ha cambiato decisamente atteggiamento''. Per il consigliere anziano sarebbe stato preferibile rinviare la nomina del dg a fine settembre perché ''procedere a una nomina ad agosto, con la maggior parte dei dirigenti in vacanza, è un golpe''. (ANSA) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana , Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Con la scelta del Direttore Generale della Rai, da parte del Consiglio di Amministrazione, trionfa ancora una volta il conflitto di interesse del Premier che si allarga saldamente all’intera maggioranza . Il voto del Cda, con il Presidente in minoranza con altri tre consiglieri a sostenere un vero manager del servizio pubblico, premia invece un ex parlamentare da molti anni fuori dalla Rai di completa fiducia del Capo del Governo. Con buona pace di chi ha sostenuto la Legge Gasparri sottolineando che avrebbe consentito scelte fuori dalle logiche della politica. Di fatto il Cda della Rai è oggi spaccato in due con una maggioranza berlusconiana tentata ogni giorno di non fare gli interessi del servizio pubblico ma quelli della concorrenza, ed una minoranza nella quale il Presidente di garanzia rischia di trovarsi nelle medesime gravi condizioni di chi lo ha preceduto nella carica. Non contano le incompatibilità ma le compatibilità di interesse e i giochi della politica. Il Sindacato dei giornalisti, insieme all’Usigrai, valuterà con grande attenzione i comportamenti del Direttore Generale e della maggioranza del Cda denunciando ogni tentativo di svilire ulteriormente il ruolo del servizio pubblico e il patrimonio di professionalità dei suoi giornalisti”. Alfredo Meocci ''azzoppato prima dell'incarico''. E' l'opinione espressa in una nota da Roberto Natale segretario dell'Usigrai. ''Un'intera giornata di riunioni non basta ancora per dare il via libera al nuovo direttore generale - spiega Natale - La Rai che dovrebbe concentrare ogni suo sforzo nella competizione con la concorrenza è invece bloccata in avvilenti dispute con il ministero dell'Economia per decidere chi debba pagare in caso di eventuali incompatibilità. Uno spettacolo umiliante, che azzoppa Meocci prima ancora che assuma l'incarico. E' uno schiaffo all'azienda tutta - conclude Natale -, e la riconferma che all'ombra del conflitto di interessi per la Rai non c'è altra strada che il declino''. (ANSA)

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