Rai: Roberto Natale replica ad Albertoni
Le parole del consigliere Albertoni sulla Rai e sui suoi giornalisti sono quelle di una persona che, totalmente incompetente in materia all’inizio del mandato, continua con coerenza a non capirci assolutamente nulla. Le offensiva banalità sui giornalisti vengono da un amministratore che in questi mesi si è distinto - oltre che per alcuni spunti di involontaria comicità come quello sulla necessità di un Montalbano del nord – soprattutto per una intensissima attività di lottizzazione. Questo grande campione della lotta alla partitocrazia si è infatti battuto con successo per portare in Rai portavoce della Lega ed ex-direttori della “Padania”, con operazioni che hanno ricordato gli anni peggiori di “Roma ladrona”. La Rai e chi ci lavora meritano più rispetto. Sarebbe interessante, al riguardo, conoscere il parere del Presidente e del Direttore Generale, che con Albertoni condividono in questi giorni il tentativo di ignorare una crisi profondissima. Per quanto riguarda i giornalisti, l’intervista di Albertoni è una conferma in più che questo vertice ha davvero esaurito la sua funzione. Sotto notizia Ansa RAI: ALBERTONI, ECCO I VOTI A ZANDA, DONZELLI E STADERINI 28 novembre 2002. ANSA - Zanda fuori consiglio è un amico, Donzelli è intelligente e colto ma tutore degli interessi sclerotizzati della sinistra comunista predominante in Rai, Staderini un manager che affronta i problemi in forma sbrigliata ma poco sensibile alle questioni di diritto. A dare i voti ai suoi colleghi dimissionari del consiglio di amministrazione della Rai è Ettore Adalberto Albertoni, che in un'intervista a Panorama, nel numero in edicola domani, assolve il presidente e il direttore generale rimasti con lui a Viale Mazzini. ''Baldassarre è un uomo affabile, sensibile alle forme e all'etica. Per ragioni politiche è stato trattato da prevaricatore. Personalismi tipici delle sinistra'', dice Albertoni. Anche di Saccà il consigliere ha un'alta opinione: ''Intelligente conoscitore della Rai, dal tetto all'ultimo sgabuzzino. Io, abituato a giudicare gli uomini dai curricula, trovo il suo di prim'ordine''. Ma della Rai romana Albertoni non ha nel complesso una buona opinione: ''E' un'azienda militante, senza stimoli competitivi, vecchia e ingessata''. Che in più ''è talmente diventata un'impresa romana che si parla romanesco'', o meglio ''l'italo-romanesco tv, gran brutta lingua''. I giornalisti poi, anche quelli delle sedi regionali secondo il consigliere ''non sanno raccontare l'arte e la storia delle regioni. Ignorano il paese com'è. Vanno riqualificati dalla testa ai piedi''. Non risparmia critiche a Michele Santoro, ''uno con sei collaboratori interni, 20 esterni, più l'azienda che lavora per lui, è già un'anomalia. Se poi quando in Rai cambia musica pretende dal giudice stessa trasmissione, stesso orario, stessa squadra, qualcosa non torna. La squadra è la Rai non il corteggio del dottore''. E la Lega? ''I federalisti in Rai sono quattro gatti'', risponde Albertoni e cita Antonio Marano, Romano Bracalini e Massimo Ferrario.