Rai: nomine Tgr, giornalisti in corteo dal direttore Buttiglione. Vitali (Ds) difende il caporedattore dell'Emilia-Romagna. Galan: "Impressionante soccorso rosso". La replica di Usigrai, Cdr e Sindacato Veneto. Cattaneo: "Si tratta di normali avvicendamenti"
In corteo sotto gli uffici del direttore Angela Buttiglione, per chiedere chiarezza sulla vicenda delle nomine di Venezia, Bologna, Milano e Palermo. Oltre al rispetto dell'autonomia informazione regionale Rai. Si è conclusa così oggi a Roma, con un improvvisato trasloco collettivo da Saxa Rubra al centro storico, l'assemblea dei giornalisti delle testate regionali. In tutto una quarantina di persone (tra loro c'erano anche i 23 rappresentanti dei Cdr) armate di grandi cartelli, tutti con la stessa scritta ("Dare del lei alla politica") estrapolat aproprio - ricordavano - dal piano editoriale siglato un anno fa dal direttore Buttiglione. Decisi alla protesta (l'assemblea ha già affidato all'esecutivo Usigrai un giorno di sciopero «da realizzare se non arriveranno subito segnali chiari e inequivoci di un cambiamento di rotta"), ma anche un po' ironici: «E' che noi sì siamo abituati a dare del lei alla politica - spiegava uno dei manifestanti - ma la politica invece tende a darci del tu». Pochi minuti di attesa poi l' incontro con il direttore viene accordato, a patto che siano lasciati fuori i giornalisti esterni e che il contenuto del colloquio rimanga riservato. L'assemblea però può salire al completo. In mano al segretario Usigrai, Roberto Natale, una copia del documento appena approvato all'unanimità (un astenuto) a Saxa Rubra. Due pagine in cui si chiede un incontro immediato anche con i responsabili dell'Azienda e con la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai (anche questo, si apprende, si farà in giornata), con lo stop, nell'attesa, delle decisioni sulle nomine. Oltre a garanzie per l'informazione regionale e la modifica del Ddl Gasparri «nei punti in cui l'autonomia delle redazioni regionali Rai viene mortificata». La preoccupazione dei giornalisti della Tgr è espressa senza troppi mezzi termini: «Ad un anno dall'insediamento del nuovo direttore - si legge nel documento - la Rai e la Tgr hanno mancato buona parte degli obiettivi proclamati». La gestione del personale giornalistico, prosegue, «è stata approssimativa e incerta; troppi appalti; tanti pensionamenti di redattori e telecineoperatori non sostituiti; ancora oggi Azienda e testata non sono in grado di dirci se nel 2003 sono stati assunti a tempo indeterminato 9 o 12 giornalisti. Troppe domande di trasferimento giacciono inevase. Procede una politica di tagli dissennati, dal numero dei contratti a termine che penalizza decine di precari storici, fino al taglio delle mazzette dei giornali». L'incontro tra i manifestanti e il direttore della Tgr Buttiglione è durato mezz'ora. Poi una delegazione del gruppo (Usigrai e rappresentanti dei Cdr)si è spostata a San Macuto per un secondo improvvisato appuntamento, questa volta con il Presidente della Commissione di Vigilanza Claudio Petruccioli. «Siamo molto soddisfatti - ha commentato Natale - il Presidente Petruccioli ha dimostrato attenzione al tema, che peraltro conosceva, e ci ha assicurato che ne farà elemento didiscussione immediata». In particolare, ha riferito il segretario Usigrai, Petruccioli ha detto ai manifestanti che il 24 settembre, in occasione della audizione dei Vertici Rai già fissata in Vigilanza, «porrà la questione dell'informazione regionale ed in particolare del pluralismo e dell'autonomia nell'informazione regionale». Anche a Petruccioli i giornalisti della Tgr hanno illustrato i temi del documento approvato oggi all'assemblea a Saxa Rubra sottolineando la questione dell'autonomia, ha riferito Natale, «anche alla luce delle voci sulle nuove nomine». Petruccioli, ha riferito ancora il segretario Usigrai, «ha anche detto che deve crescere l'attenzione sui temi dell'informazione regionale. Il presidente - ha aggiunto infine Natale - sta ragionando su iniziative su questo tema che pensa di proporre nel prossimo futuro alla gilanza in vista delle elezioni regionali, che ci saranno fra 18 mesi e che comporteranno un acuirsi dei problemi di rapporto tra informazione e politica». (ANSA). «Gli incarichi in Rai non devono essere stabiliti in base a logiche di fedeltà politica alla maggioranza di Governo e, nel caso di Bologna, in seguito al diktat del sindaco Guazzaloca, ma esclusivamente sulla base di criteri di riconosciuta professionalita": è quanto scrive il senatore dei Ds Walter Vitali in un'interrogazione al ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri a proposito della ventilata sostituzione del caporedattore del Tgr Emilia-Romagna, Giorgio Tonelli. Il parlamentare bolognese sottolinea che nel giugno scorso, quando si era diffusa la notizia della possibile sostituzione di Tonelli ("con persona che la stampa ha definito 'assunto in Rai dalla Moratti e vicino ad An'"), l'intera redazione del Tg dell' Emilia-Romagna aveva ribadito la propria fiducia al caporedattore, «la cui direzione dei servizi giornalistici si è contraddistinta per obiettività, indipendenza e serenità di giudizio». Vitali ricorda inoltre che all'inizio dell'estate il capo dell' Ufficio stampa del Comune di Bologna aveva scritto a Tonelli che il sindaco rifiutava un'intervista perchè «il suo Tg non è obiettivo» e l'allarme lanciato nei giorni scorsi dall'Usigrai per l'imminente sostituzione dei capiredattori di Bologna, Milano, Palermo e Venezia. Sostituzioni che avverrebbero «in esecuzione di ordini politici esterni e in prossimità dell'inizio della campagna elettorale per le amministrative e le europee». Vitali chiede quindi cosa intende fare il Governo «per tutelare l'autonomia e l' indipendenza professionale della Rai da indebite interferenze esterne, caratteristica fondamentale e inderogabile del servizio radiotelevisivo pubblico». (ANSA). Il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, si chiama fuori dalla vicenda delle nomine per la Rai di Venezia e tuttavia, sulle reazioni che questa sta accendendo, definisce «impressionante questo dilagante 'soccorso rossò». «E' impressionante - prosegue Galan - questo girotondo corporativo e questa palese 'excusatio non petità, in difesa di chi in realtà vado criticando da molti anni ormai e che nonostante il mio sbandierato potere è sempre restato tranquillamente al suo posto». «Dire che non so nulla di quanto succede alla Rai del Veneto non serve a nulla - afferma Galan - perchè una volta che la vecchia locomotiva del controllo organico della cultura e dell'informazione, tipico dei regimi fascisti e degli stalinisti, si è messa in marcia è quasi impossible fermarla. Ma che vadano dove vogliono andare...». «Mi permetto solo di ricordare - dice ancora il governatore del Veneto - che per la Rai del Veneto ho sempre desiderato una struttura giornalistica professionalmente valida, in grado cioè di proporre notiziari e servizi dove a risaltare fosse la professionalità». Una struttura - conclude Galan - «dove ad emergere fosse un giornalismo se non altro della stessa qualità di quello operante nella carta stampata della nostra regione. Che è un giornalismo di buona qualità». (ANSA). Il Cdr della Rai di Venezia, l'esecutivo nazionale Usigrai e la Giunta del Sindacato Giornalisti del Veneto hanno replicato, in una nota, alle dichiarazioni del Presidente della Regione Giancarlo Galan, in merito alle nomine per la Rai di Venezia. ''Se non fosse una questione estremamente seria - è detto nel comunicato - potremmo dire che siamo esausti delle parole in libertà, delle offese, delle prese di posizione del tutto ideologiche senza uno straccio di contenuti del Presidente Galan. Soccorso rosso, assenza di professionalità, fascismo, stalinismo: è un vero delirio di onnipotenza quello del Presidente. Qui si discute di una rimozione collettiva di capiredattori regionali che mette insieme il Veneto, la Lombardia, l'Emilia Romagna e la Sicilia. Di voci tutte politiche mai smentire dalla direzione di testata, di un direttore del Tgr che più volte ha manifestato il proprio apprezzamento , anche per lettera, al caporedattore Giuseppe Casagrande e all'intera redazione''. ''Il Presidente Galan - prosegue la nota - preferisce offendere in blocco il corpo redazionale, ignorando l'aumento del 3 per cento registrato negli ascolti nell'ultimo anno e l'ottimo risultato ottenuto dal settimanale regionale. Il Presidente Galan ignora tutto questo, o lo vuole ignorare, e scomoda parole grosse, grosse come le sue falsità''. «Ci sono normali avvicendamenti che avvengono nelle aziende». Così il direttore generale della Rai Flavio Cattaneo, risponde al Prix Italia a chi gli chiede dei contestati cambi della guardia nelle redazioni regionali. Cattaneo spiega che «questo tipo di nomine non sono del consiglio ma vengono proposte dalla testata giornalistica regionale». Aggiunge poi: «Lunedì vedrò la Buttiglione», che dirige appunto la Tgr. Ma il direttore generale sottolinea anche che «in alcune redazioni come Milano e Bologna ci sono problemi oggettivi. A Bologna c'è un problema interno, coperto dal segreto, ma che è oggettivo e tecnico». (ANSA).