Rai: le inchieste
su Tvset riaprono
lo scontro al vertice
La notizia stampa di inchieste giudiziarie che coinvolgerebbero anche Tvset, una delle tv dalle quali la Rai avrebbe dovuto comperare frequenze, arriva nel pieno dell'afoso weekend ferragostano. Ma riesce ugualmente ad infiammare gli animi, al punto da riaprire, a viale Mazzini, lo scontro frontale tra i vertici. Con la presidente Lucia Annunziata, che plaude alla cautela del consiglio, ma chiama in causa la politica e punta il dito sul dg, (responsabile di "aver fornito al Cda documentazione incompleta"). E Flavio Cattaneo, che replica: Rai Way e direzione generale ''hanno avuto un comportamento esemplare''. Mentre il ministro Gasparri rampogna Annunziata (''e' pagata per controllare'') e difende il dg (''lo si lasci lavorare''). Ad aprire le ostilita', commentando il servizio del 'Corriere della Sera', e' Lucia Annunziata, appena rientrata da Baghdad. La vicenda delle inchieste da parte delle procure di Monza e Bergamo, dice, ''dimostra che lo stop imposto dal Cda sull'acquisto del primo pacchetto di frequenze per il digitale si e' rivelato una mossa giusta''. Ma poi va oltre. ''La vicenda conferma i nostri sospetti'', aggiunge. E a settembre, dice, ''il Cda dovra' andare a fondo anche sull'attribuzione delle responsabilita' per il rischio corso dall'Azienda''. Il riferimento al Dg e' chiaro: ''se e' vero che la ricerca delle frequenze e' stata fatta da Rai Way, la responsabilita' davanti al Consiglio e' della direzione generale'', che al Cda, sostiene l'Annunziata, ''ha prodotto una documentazione incompleta''. E la politica, completa la presidente, non puo' ''pressare il consiglio'' e deve assumersi le sue responsabilita', ''facendo la sua parte come il Cda ha fatto la sua''. La replica di Cattaneo non si fa aspettare e non si limita a difendere il comportamento di Rai Way e della direzione generale nelle procedure per l'acquisto delle frequenze: ''se qualcuno era a conoscenza di fatti o situazioni poco chiare - obietta il dg - avrebbe potuto chiedere l'immediato blocco di qualsiasi operazione del consiglio invece di un rinvio a settembre''. Il ministro delle Comunicazioni lo difende, sicuro che tutta la vicenda possa essere considerata ''l'inutile enfatizzazione di un problema marginale''. Ma avverte: ''la Rai deve comperare frequenze e non emittenti'', mentre al Cda, spetta il compito di fare le verifiche, ''per le quali e' pagato, tanto che Lucia Annunziata - sottolinea - si e' fatta raddoppiare lo stipendio''. Abbastanza per provocare una controreplica di Annunziata: il ministro, dice, commenta con ''disprezzo'' le vicende Rai. Poi invita Gasparri a controllare la sua dichiarazione dei redditi per vedere se guadagnava di piu' prima. Il compito del pompiere, dopo la difesa congiunta di Alberoni e Petroni, prova ad assumerlo il consigliere di area An Marcello Veneziani: rispetto all'acquisto delle frequenze, assicura, ''anche il dg era d'accordo sulla cautela''. E in futuro, annuncia, le indagini societarie sulle emittenti venditrici di frequenze potrebbe essere affidato ad una agenzia. (ANSA).