«La Rai avrebbe bisogno di una riforma radicale, e invece ancora una volta temo che non si farà nulla: l'azienda rischia di rimanere impantanata nei conflitti al vertice. La sensazione è che ci siano due aziende: una che opera con a capo l'amministratore delegato, l'altra, una sorta di struttura parallela, che agisce autonomamente se non in contrasto con l'ad». Lo ha detto Vittorio Di Trapani, segretario dell'Usigrai, ascoltato oggi in commissione di Vigilanza insieme con il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.
«È una situazione ormai inaccettabile – ha sottolineato Di Trapani – al punto tale che ci troviamo ormai con un presidente che fa finta di nulla, nonostante il voto della Vigilanza, e non si dimette da RaiCom, atteggiamento che mi sembra uno sfregio al Parlamento; al punto che la direttrice di Rai1 afferma che il suo 'editore di riferimento è il governo'; al punto che si chiude in anticipo una trasmissione senza che l'ad lo sappia, come è accaduto con il lunedì di Fabio Fazio».
«Sono cose che stiamo denunciando da settimane: abbiamo il dovere di farlo per tutelare l'azienda che è avviluppata nei conflitti. È a rischio il futuro – ha aggiunto ancora il segretario dell'Usigrai – per l'assenza di una governance che butti finalmente fuori da viale Mazzini i partiti e i governi».
Le priorità indicate da Di Trapani, «maturate nel confronto con l'assemblea dei Cdr, sono la selezione pubblica per i giornalisti; il web e lo sviluppo multipiattaforma; il settore della radiofonia». (Ansa)