Il Cda della Rai è «ostaggio del governo. Ancora una volta i consiglieri si sono piegati al diktat governativo e non hanno nominato il presidente». Lo dicono, in una nota congiunta, Fnsi e Usigrai al termine dei lavori dell'ultima riunione del Consiglio di amministrazione di viale Mazzini che si è concluso con un nulla di fatto sulla nomina del nuovo presidente.
«Allo stesso modo - prosegue il sindacato - il no alla proposta di nominare Riccardo Laganà, consigliere eletto dai dipendenti, è la prova che l'obiettivo non è mettere l'azienda in condizione di operare, ma solo occuparla. È un comportamento che condanna la Rai all'immobilismo. E nei fatti a non poter operare, creando gravi danni all'azienda».
Per Fnsi e Usigrai «di certo ora il Consiglio di amministrazione non può andare in vacanza. I consiglieri hanno il dovere di convocarsi in seduta permanente fino a che non si trova la maggioranza per un presidente di garanzia».
E quanto, infine, al consigliere anziano Marcello Foa, i rappresentanti dei giornalisti italiani rilevano: «La sua presunzione di continuare a svolgere un inesistente ruolo di coordinatore è un atto di arroganza e di prepotenza nei confronti di quanto votato e scritto dal Parlamento».