«Marcello Foa come consigliere anziano può esclusivamente convocare, e con urgenza, il Consiglio di amministrazione per dare finalmente alla Rai un presidente di garanzia. Un qualunque altro atto che andasse oltre sarebbe una frode della legge e una usurpazione delle attribuzioni della commissione di Vigilanza. L'autoproclamazione come 'coordinatore' del Cda, figura non prevista da alcuna norma, più che una furbata lessicale è uno sfregio al Parlamento». Federazione nazionale della Stampa italiana e Usigrai commentano così le ultime dichiarazioni del consigliere di amministrazione la cui nomina a presidente della tv pubblica non è stata ratificata dalla commissione parlamentare, «unico organismo politico – incalza il sindacato – titolato a rendere efficace la nomina del presidente, legittimandone il pieno esercizio delle funzioni, in attuazione dei principi costituzionali di autonomia ed indipendenza del Servizio pubblico radiotelevisivo dal governo».
Fnsi e Usigrai, che hanno costituito un osservatorio legale per monitorare le attività del Cda, sono «pronti a impugnare atti illegittimi. Quanto sta accadendo in questi giorni – conclude il sindacato – conferma la volontà dell'esecutivo di occupare, come e più del passato, la Rai, e quindi l'urgenza di una norma che liberi in maniera definitiva il Servizio pubblico».
Nel corso della riunione del Consiglio di amministrazione convocata a seguito dello stop in commissione di Vigilanza, Foa ha informato gli altri consiglieri di essere «ancora in attesa di indicazioni dell'azionista» e che nel frattempo continuerà «nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano».
Proprio sulla questione del 'consigliere anziano', la componente del Cda in quota Pd, Rita Borioni, ha fatto sapere di aver chiesto un nuovo approfondimento: «Prima della prossima riunione del consiglio, che dovrebbe tenersi all'inizio della prossima settimana e avere all'ordine del giorno due atti di carattere gestionale, chiederò che il nodo giuridico venga messo nero su bianco. Non mi preoccupano tanto i problemi legati al possibile danno erariale quanto, soprattutto, la possibile nullità degli atti, che è ancora più pericolosa per la salute dell'azienda», ha osservato.
Il figlio di Marcello Foa nello staff di Salvini, Fnsi e Usigrai: «Se confermato non ci sarebbe altra strada che le dimissioni immediate dal Cda»
«Siamo certi che Marcello Foa, studioso di fake news, risponderà con esemplare chiarezza, tipica del 'giornalismo libero, trasparente e intellettualmente onesto', alla notizia pubblicata da L'Espresso secondo la quale il figlio lavorerebbe nello staff del ministro dell'interno Matteo Salvini». Vittorio di Trapani, segretario dell'Usigrai, e Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, commentano così quanto riportato in serata dal settimanale.
«Anche perché, se fosse vera - proseguono i rappresentanti dei giornalisti -, getterebbe un'ombra inquietante sulla sua autonomia e indipendenza nello svolgimento del ruolo sia come presidente che come semplice consigliere di amministrazione della Rai. E dunque, se confermata, non ci sarebbe altra strada che le sue dimissioni immediate».