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Fnsi 28 Feb 2005

Rai e Ministero delle Comunicazioni vogliono imbavagliare le emittenti locali

Rai e Ministero delle Comunicazioni vogliono imbavagliare le emittenti locali

Rai e Ministero delle Comunicazioni vogliono imbavagliare le emittenti locali

RAI e Ministero delle Comunicazioni vogliono imbavagliare le emittenti locali. Il Ministro On. Gasparri, a parole vuole il pluralismo, nei fatti uccide le radio locali. Gli errori della RAI ricadono sui privati. Nella primavera dello scorso anno la RAI, a seguito di una deleteria decisione censurata dall’opposizione e da gran parte degli ascoltatori di Radiodue e (soprattutto) Radiotre, ha deciso di abbandonare le emissioni in onde medie (AM), sacrificando così la prima storica fonte di diffusione delle proprie trasmissioni e privando un grandissimo numero di ascoltatori della possibilità di ricevere i programmi della concessionaria pubblica. Della scellerata decisione tutti, tranne i vertici di Viale Mazzini, hanno percepito immediatamente la portata distruttiva: una sorta di suicidio del servizio pubblico radiofonico. Successivamente (pochi mesi dopo), resasi conto della forte emorragia di ascolti, la RAI, anziché tornare sui propri passi e riattivare le onde medie, ha deciso di “pulire” le proprie emissioni in modulazione di frequenza (FM), saturate – a suo dire – dalle emissioni concorrenti dei privati (dimenticando che, magari, a quasi trent’anni dalla fine del monopolio, forse l’etere non era più quello di un tempo, quando RAI pascolava da sola….). Ma non basta. Totalmente incurante della realtà fattuale, RAI ha deciso di affrontare il problema dal lato opposto: anziché intervenire sulle proprie antenne site in postazioni obsolete (es. Monte Penice, pianificata negli anni ’50 dello scorso secolo), abbandonate da decenni dai privati perché poco adatte al servizio sulle aree densamente abitate, rendendoli conformi (quanto a potenziale di copertura) a quelli dei privati (progettati con criteri più moderni), ha deciso di imporre alle emittenti radiofoniche locali la riduzione dei loro impianti. Sennonché, poiché le emissioni RAI sono ridotte al lumicino, la diminuzione degli impianti privati per “non interferire” tali “fiammelle” ha determinato la richiesta di renderli pari a….”ceri del cimitero”. Con il supporto del Ministero delle Comunicazioni, RAI ha così nei mesi scorsi intrapreso una durissima azione repressiva verso le radio locali (regolarmente titolari di concessione governativa, per la quale versano salati canoni annuali…) che, nella maggior parte dei casi, occupavano pacificamente da venti o trenta anni le proprie frequenze FM, imponendo una riduzione dei segnali corrispondente alla disattivazione degli impianti! La problematica è risultata tanto grave da aver determinato addirittura un’interrogazione parlamentare, con la quale è stato chiesto al Ministro delle Comunicazioni Gasparri di interrompere immediatamente la falcidia di emittenti private da parte dei propri Ispettorati Territoriali a presunta tutela della RAI, nelle more della fissazione di un più consono e democratico tavolo di confronto congiunto. Purtroppo, il ministro Gasparri – generalmente prodigo di attenzioni verso le emittenti private (soprattutto in clima di elezioni…) – ha mostrato un totale disinteresse sulla questione. I risultati di questa dissennata politica sia della concessionaria pubblica che del Ministero delle Comunicazioni - lanciato come un treno senza controllo contro il pluralismo informativo - determinerà la morte di numerose emittenti locali. Dato che l’attuale governo ed in particolare il Ministro Gasparri – al di là delle dichiarazioni di facciata – appare totalmente disinteressato al pluralismo locale, alle emittenti locali non resta che auspicare un supporto alla straordinaria emergenza da parte dell’opposizione e dell’opinione pubblica. Segreteria di coordinamento: Comitato Radio TV Locali Comitato per la difesa del pluralismo informativo Comitato per la pianificazione delle frequenze radiotelevisive

@fnsisocial

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