«Quella del governo contro Radio Radicale è una crociata. Ormai non passa giorno senza che il sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, non faccia esibizione di muscoli per ricordare che la convenzione non sarà rinnovata. Questa insistenza dimostra che la decisione non ha niente a che vedere con il riordino del settore dell'editoria, ma è di natura politica e ideologica. La stessa ideologia contraria al pluralismo dell'informazione e alla circolazione delle idee, che si traduce in una guerra sempre più aperta a tutte le voci delle differenze, delle diversità e delle minoranze». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Una visione – proseguono – che ha portato il governo italiano a votare contro la direttiva europea sul diritto d'autore, nel tentativo di impedire ad aziende editoriali, giornalisti, professionisti e intellettuali di ricevere la giusta remunerazione del proprio lavoro da parte dei giganti della rete. Se queste sono le premesse con cui il governo intende affrontare il tema della riforma del settore editoriale attraverso gli Stati generali, non c'è da aspettarsi niente di positivo, soltanto una gigantesca pantomima con il rischio di dare il colpo di grazia all'intero comparto. Saremo felici, ovviamente, di essere smentiti. Non è un caso, però, che il sottosegretario ribadisca ogni giorno la necessità dei tagli, ma non trovi mai il tempo di dire alcunché sulle tante forme di bavagli all'informazione».