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Un momento della lezione inaugurale del corso
Iniziative 05 Mag 2022

'Raccontare la verità ', al via il corso di Alta Formazione. «Buona informazione collante sociale»

Intervenendo alla lezione inaugurale all'Università  di Padova, il segretario generale Raffaele Lorusso mette al centro il ruolo del giornalista come mediatore e «il costo molto alto per la democrazia che hanno non-informazione e disinformazione». Giulietti: «Esperienza da replicare e ampliare». Andolfatto (Sgv): «Confronto fra mondi diversi occasione di crescita». Cerone (Sjg): «Compito del sindacato è anche investire in cultura».

«Riflettere, come si propone di fare l'Università di Padova, sui legami fra informazione, eduzione e ricerca, su come creare nuove reti di solidarietà e nuovo senso di comunità, su come anche grazie all'informazione si possa ricostruire un tessuto sociale lacerato, credo sia un percorso da portare avanti, insieme, anche per riportare al centro temi e diritti che abbiamo drammaticamente espulso dal dibattito politico. Primo fra tutti il tema della centralità del lavoro e dei diritti sociali come motore per la crescita individuale e collettiva e per ridurre le disuguaglianze. Nel settore dell'informazione e nella società in generale». Questo il saluto e il ringraziamento rivolti dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, agli organizzatori del corso di Alta Formazione universitaria dedicato a "Raccontare la verità" promosso dalla Federazione della Stampa con l'ateneo patavino, il Sindacato giornalisti Veneto, l'associazione Articolo 21, l'Ordine dei giornalisti.

Informare promuovendo una società inclusiva e contrastare le fake news, i nodi al centro del corso e della lezione di giovedì 5 maggio, la prima del percorso formativo, per l'occasione aperta al pubblico. Ospiti d'onore l'economista Julia Cagé e l'attore Marco Paolini.

«Parole come "comunità" e "solidarietà" stanno scomparendo. Finanzia, globalizzazione e tecnologia hanno spinto l'idea che distruggere diritti e indebolire le formazioni sociali potesse creare progresso. Invece oggi siamo chiamati a ricostruire quello che in decenni è andato progressivamente distrutto, compreso il ruolo dei mediatori e del giornalista fra i mediatori di professione», aggiunge Lorusso.

«È passata l'idea – prosegue – secondo cui l'informazione sia un costo e in quanto tale vada ridotto. Quello che cerchiamo ogni giorno di far capire è il costo molto più alto per la democrazia che hanno la non-informazione e la disinformazione, che portano al dissolvimento delle istituzioni democratiche, all'imbarbarimento della società e dell'opinione pubblica».

Introdotti e moderati dalla professoressa Laura Nota, docente di Psicologia all'Università di Padova e direttrice del corso, dopo i saluti introduttivi di Egidio Robusto, direttore del Dipartimento Fisppa e della dirigente dell'Istituto comprensivo 2 Bassano, Marika Fiorese; spazio agli interventi, fra gli altri, dei presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti e del Cnog, Carlo Bartoli.

«Aver cura del vero è aver cura della memoria», esordisce il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti. «Questo corso – prosegue – è una scelta di grande civiltà che lega le discipline, i diritti umani, l'università, l'inclusione: il contrario di quello che succede oggi, con il capo che non vuole mediatori nel suo rapporto con la folla. "Aver cura del vero", titolo del corso e del libro che lo racconta, è un titolo bello perché "aver cura" collega tradizioni lontanissime, religiose, filosofiche, culturali».

Aver cura, incalza Giulietti, «investe passione e compassione, aver cura del vero riguarda i giornalisti: il testo senza contesto non è comprensibile, la velocità senza profondità è pericolosa e mette a rischio la democrazia». E, infine, la proposta: «Allarghiamo questa esperienza alle associazioni, agli educatori, estendiamola ad altre università, ai sindacati e agli Ordini regionali dei giornalisti».

Idea ripresa e rilanciata anche dal presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli. «Esperienza da replicare, esportare e diffondere», dice.

Ricco di spunti l'approfondimento dell'economista francese Julia Cagé; toccante, sferzante, a tratti irriverente, l'intervento di Marco Paolini.

Chiudono, dopo la performance dell'attore, Monica Andolfatto, segretaria del Sindacato giornalisti Veneto; Rocco Cerone, segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige e Roberto Reale, uno degli autori e curatori del volume "Aver cura del vero".

«Anche noi giornalisti abbiamo il dovere di andare oltre il corporativismo e questo corso di formazione, questo confronto fra professioni e mondi diversi è una grande occasione di crescita per tutte e tutti», osserva Andolfatto.

«Quello che mi piace sottolineare è la sinergia che si è creata fra sindacato e università per dar vita a questa esperienza. Compito del sindacato dei giornalisti è difendere il lavoro e i diritti dei lavoratori, ma anche investire in cultura», rileva Cerone.

A Reale il compito di riassumere il lavoro che ha portato alla nuova edizione del corso di formazione, ai due volumi nati dalla partnership interdisciplinare che anima anche questo come il passato percorso formativo, e i risultati raggiunti dai partecipanti: «Un allargamento degli orizzonti, ossigeno per il pensiero – conclude – necessario ad attivare anticorpi di "verità"». Quegli anticorpi oggi più che mai necessari, per non restare imbrigliati nella rete e negli storytelling di quel che ci circonda.

@fnsisocial

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