'Punto e a capo', serve più democrazia. Le minoranze della Giunta Fnsi: "Preoccupa il trionfalismo di Serventi"
Bisogna costruire ''un'alternativa democratica'' all'interno della Fnsi e degli altri enti di categoria. Lo sostiene 'Punto e a capo', componente del sindacato dei giornalisti, che per illustrare il suo programma chiama a raccolta i colleghi. L'appuntamento e' per martedi' 24 giugno, dalle 10 alle 18 presso il Circolo Montecitorio (via dei Campi Sportivi 5, Acqua Acetosa). ''Vogliamo far conoscere le nostre idee, e soprattutto ascoltare quelle di chi lavora come noi nelle redazioni, nelle emittenti, nei nuovi media, di chi e' costretto a fare giornalismo da precario'', spiega in una nota. ''Riteniamo necessario -afferma ancora 'Punto e a capo'- costruire un'alternativa democratica. Nel sindacato, in piena crisi di rappresentativita', con una dirigenza ormai incapace di ascoltare la voce dei colleghi, come all'Inpgi, dove una gestione autocratica ha imposto una riforma che danneggia proprio i giornalisti più deboli. Nella Casagit, di cui tutti sperimentiamo l'inefficienza, come all'Ordine''. (Adnkronos) I componenti della Giunta della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Mariagrazia Molinari (Stampa Democratica), Edmondo Rho (Quarto Potere), Giancarlo Mariani ed Emilio Pastormerlo (Movimento Giornalisti Liberi), hanno dichiarato: "Desta preoccupazione il trionfalistico comunicato del Segretario della Federazione nazionale della Stampa Italiana sulla riuscita dello sciopero. Molta preoccupazione, perché Paolo Serventi Longhi, pur di dare ossigeno alle proprie tesi, ignora di proposito che molti colleghi non hanno aderito allo sciopero stesso non condividendone né lo spirito né le finalità, molti altri si sono adeguati solo per disciplina sindacale, molti altri ancora si sono apertamente dichiarati "presenti" al loro giornale, e questo, per la prima volta, anche in grandi redazioni dove finora non si erano registrati strappi nell'adesione alle agitazioni. Il Segretario chiude gli occhi di fronte all'evidente spaccatura della categoria, e contemporaneamente non spiega ai giornalisti italiani come mai ha rifiutato gli ampi spazi che alcuni editori di quotidiani erano disposti a dare alla Fnsi, per illustrare le ragioni del malessere e i timori per la libertà d'informazione, in cambio del ritiro dello sciopero. Che non sarebbe stata una resa ma un atto consapevole di coraggio e di ricerca di forme alternative all'astensione dal lavoro. A spese degli editori. Dovrà anche spiegare il Segretario perché ha preso questa importante decisione in solitudine, senza sentirsi in dovere di consultare la Giunta. O forse la Giunta la "precetta", al telefono, solo quando vuole strappare un pacchetto di giorni di sciopero che nelle riunioni ufficiali non viene votato? Sarebbe utile che il Segretario, da oggi, dedicasse attenzione fattiva ai problemi posti dal disegno di legge Gasparri e a quelli determinati dalla "riforma Biagi" sul mercato del lavoro, intervenendo con opportune proposte nelle sedi proprie (cioè governo e parlamento). E si impegnasse a firmare con gli editori, in tempi rapidi, il rinnovo della parte economica del contratto. Solo operando con determinazione e tempestività laddove serve si difende la libertà d'informazione. Solo chiedendo ai singoli editori, nelle singole redazioni, il rispetto delle regole e del contratto si difendono veramente i giornalisti. La demagogia non può che essere sterile".