"I volantini erano in un barattolo nel locale della masseria vicino alla casa dove si nascondeva il boss Bernardo Provenzano. Io li ho solo tirati fuori e poggiati sul ripiano per farli inquadrare dalla telecamera"
Quello che è avvenuto in quel locale l'ho detto oggi ai poliziotti che mi hanno interrogato". Lo ha detto il cronista del Giornale di Sicilia, Francesco Massaro, riguardo alla notizia del ritrovamento di alcuni fac simile elettorali nel covo del boss Provenzano. "Nel pomeriggio - ha aggiunto - l'ho anche ribadito al presidente Salvatore Cuffaro. Non ho messo nulla in quei locali. Ho solo evidenziato, come spesso facciamo nel nostro lavoro di cronisti, un particolare che mi sembrava interessante facendo inquadrare alla telecamera i fac simile che erano già lì". (AGI) FNSI, ALLARMANTI LE CRITICHE VIOLENTE Roma, 13 aprile - Sul caso dei fac simile elettorali filmati nella masseria in cui è stato arrestato Bernardo Provenzano è intervenuto in serata il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Paolo Serventi Longhi, il quale ha dichiarato: ''Appaiono allarmanti le violente critiche rivolte al cronista siciliano, che ha scoperto e divulgato nel covo di Provenzano materiale elettorale di un esponente politico. Il giornalista ha fatto il suo dovere e non può essere accusato di alcun complotto. Sono inaccettabili intimidazioni da parte di chi, per difendersi, mette in discussione il diritto di cronaca. Al collega e alla redazione del 'Giornale di Sicilia' va la solidarietà del sindacato dei giornalisti e l'impegno a tutelare in ogni sede il diritto-dovere di fare informazione''. (ANSA). REDAZIONE GIORNALE DI SICILIA, LINCIAGGIO IGNOBILE Palermo, 13 aprile - La redazione del Giornale di Sicilia scende in campo compatta a difesa del collega Francesco Massaro, respingendo con forza "insinuazioni e ipotesi di complotto" riguardo alla notizia del ritrovamento di alcuni fac simile elettorali nel covo del boss Provenzano. "Da molti anni i giornalisti delle testate siciliane conoscono la correttezza, lo scrupolo e l'impegno al servizio della verità del cronista - si legge in una nota - il quale ha dimostrato ancora una volta la sua grande professionalità, riuscendo a dare notizia per primo dell'esistenza dei volantini nel rifugio del latitante. Un fatto di cronaca, null'altro. Dispiace constatare che pubblicamente il nostro collega sia stato bersaglio di aspre considerazioni, di un linciaggio morale in occasione della conferenza stampa convocata dal presidente della Regione. La redazione respinge con sdegno i tentativi di gettare ombre sul lavoro di un suo giornalista e rivendica, ancora una volta, il diritto della libertà di informazione e della ricerca della verità". (AGI) ASSOSTAMPA PALERMO, NESSUN "GIALLO" SU VOLANTINI Palermo, 13 aprile - "Non c'è alcun caso, né tantomeno un giallo che coinvolge un giornalista del Giornale di Sicilia nella vicenda dei volantini elettorali trovati nella masseria del custode della latitanza di Bernardo Provenzano". Lo afferma Enrico Bellavia, segretario provinciale Assostampa di Palermo, che prosegue: "Il collega ha già chiarito agli investigatori che i volantini si trovavano dentro un recipiente e che li ha disposti su un tavolo per farli inquadrare agevolmente dalle telecamere. Questo spiega il perché nel video mostrato ai giornalisti dal governatore Cuffaro quei volantini facciano la loro comparsa sul tavolo solo in un secondo tempo. Comprendiamo il clima di nervosismo creatosi intorno a questa storia ma respingiamo con forza il tentativo di agitare sospetti nei confronti di chi fa soltanto il proprio lavoro di cronista documentando ciò che vede". (AGI) UNCI SICILIA, NESSUNA ALTERAZIONE SCENA CRIMINE Palermo, 13 aprile - "Due volantini elettorali spostati da un barattolo di vetro al ripiano di un tavolo, non hanno alterato la scena del crimine, che è stata perfettamente tutelata dall'intervento nella masseria oltre che di decine di agenti e funzionari di polizia che hanno redatto i relativi verbali, anche di due pubblici ministeri nell'immediatezza dell'arresto di Bernardo Provenzano". Lo scrivono in una nota il presidente regionale dell'Unione nazionale cronisti italiani, Leone Zingales, e i consiglieri nazionali dell'Unci, Giuseppe Lo Bianco e Antonella Romano. "Il caso dei volantini nel covo del boss, quindi - prosegue la nota dell'Unci – non esiste. Il cronista di Telegiornale di Sicilia, per altro ascoltato dagli investigatori come semplice testimone, ha solo tirato fuori i facsimile dal barattolo per meglio offrire ai suoi telespettatori la visione di un elemento della notizia, a corredo del servizio sull'arresto del superlatitante". (AGI) ORDINE GIORNALISTI SICILIA, CRONISTA GDS CORRETTO Palermo, 13 aprile - "Le dichiarazioni del cronista del Giornale di Sicilia hanno chiarito che non c'è alcun giallo, e tantomeno alcun complotto, nella vicenda dei volantini elettorali trovati in un locale adiacente al covo di Provenzano". L'Ordine dei giornalisti di Sicilia "ne prende atto" e riafferma, quindi, l'esigenza di "riportare il caso alle sue reali dimensioni. Il cronista non ha compiuto alcuna opera di adulterazione dell'informazione perché, come ha subito e lealmente spiegato, si è limitato a mettere in favore di telecamera il materiale che già si trovava dentro il locale". Anche nella cronaca pubblicata il giorno dopo "è stato chiaramente spiegato che il locale era di pertinenza del proprietario della masseria e non di Provenzano. La precisazione esclude quindi che attraverso l'informazione possa essersi creato un collegamento con la figura del presidente della Regione, Salvatore Cuffaro". L'Ordine rivolge un appello perché i giornalisti "non vengano coinvolti nelle polemiche elettorali" e vigilerà "perchè venga sempre tutelata l'autonomia dell'informazione". (AGI) ASSOSTAMPA SICILIANA, NO A TONI ASPRI ''In questa vicenda sicuramente delicata, ma assolutamente spiegabile e' quanto mai opportuno rasserenare gli animi piuttosto che inasprirli. Il collega del Giornale di Sicilia ha avuto l' onesta' di raccontare nei dettagli sia durante la conferenza stampa dello stesso presidente della Regione e sia agli investigatori come e perche' i fac simile siano ricomparsi in un altro posto rispetto a dove erano stati ritrovati''. L' afferma Alberto Cicero, segretario regionale dell'Assostampa. ''Il 'caso', quindi, ammesso che di 'caso' si possa ancora parlare, - aggiunge - si chiude automaticamente e immediatamente. Eventuali speculazioni e macchinazioni non possono essere certo attribuite al collega del GdS''. (ANSA)