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Fnsi 09 Feb 2005

Privatizzazione Rai, Serventi Longhi: “Siniscalco la fa slittare alla fine del 2005, serve comunque un confronto tra Governo, Azienda e Sindacati”. Il comunicato dell’Usigrai

Privatizzazione Rai, Serventi Longhi: “Siniscalco la fa slittare alla fine del 2005, serve comunque un confronto tra Governo, Azienda e Sindacati”. Il comunicato dell’Usigrai

Privatizzazione Rai, Serventi Longhi: “Siniscalco la fa slittare alla fine del 2005, serve comunque un confronto tra Governo, Azienda e Sindacati”. Il comunicato dell’Usigrai

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Il Ministro dell’economia Siniscalco colloca la privatizzazione “parziale” della Rai alla fine dell’anno in corso e ipotizza un cambio dell’attuale Consiglio di Amministrazione. Ne prendiamo atto anche se l’attuazione della Legge Gasparri per quanto riguarda le quote cedute ai privati non può avvenire in nessun caso senza un approfondito confronto tra il Governo, la Rai e i sindacati dei lavoratori. Come del resto ha affermato anche il Segretario Generale della Cisl Savino Pezzotta. Inoltre, sarebbe singolare mantenere l’attuale Cda in carica fino la presentazione del bilancio; un consiglio di fatto decaduto non può gestire il rapporto con l’azionista in un momento cosi delicato nella vita dell’azienda. Siniscalco ha mostrato poi una forte dose di ipocrisia: come si può parlare della quotazione in borsa della Rai come elemento di garanzia contro l’ingerenza della politica, nel momento in cui si fanno sempre più forti gli effetti del conflitto di interessi? Quanto all’impatto occupazionale, come lo chiama il Ministro, affermare che conseguenze sul lavoro non sono accertate, significa negare la possibilità concreta che i privati possano indurre l’azienda a “liberarsi” di pezzi del prodotto e, quindi, a ridurre i livelli occupazionali. Questa purtroppo è una possibile realtà da contrastare con la massima fermezza”. Rai: Natale (Usigrai) su audizione Siniscalco Lo slittamento della privatizzazione Rai al secondo semestre del 2005, annunciato oggi dal ministro Siniscalco alla Commissione di vigilanza, non deve in alcun modo far calare l’attenzione nei confronti di un progetto che rimane pericoloso per il servizio pubblico, per la sua funzione, per la sua autonomia, per i suoi dipendenti. Non è davvero credibile che il ministro non abbia dati – come ha affermato – sull’impatto occupazionale del processo di privatizzazione. La sua risposta evasiva rischia di essere la più autorevole conferma alle indiscrezioni apparse a più riprese sulla stampa circa i pesanti tagli di organico che il rapporto dell’advisor consiglierebbe ai prossimi amministratori della Rai. Né si capisce come la privatizzazione possa magicamente dare alla Rai una maggiore autonomia dalla politica: il rischio è piuttosto quello di un servizio pubblico che vede raddoppiare la sua sudditanza. Su un solo punto le dichiarazioni di Siniscalco suonano positive per la Rai: l’impegno ad una definizione pluriennale del canone, così da evitare per il futuro il brutto spettacolo di quest’anno di una Rai che ha rinunciato a far valere i suoi interessi pur di compiacere il governo. I mesi in più che la privatizzazione richiederà debbono essere riempiti ora di quel confronto con le organizzazioni sindacali che il governo ha fin qui evitato, e che è indispensabile almeno quanto il rapporto dell’advisor.

@fnsisocial

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