«Nella società disintermediata ciascuno diviene al tempo stesso fruitore e produttore di informazione, con un indubbio potenziamento della libertà di espressione ma con il rischio, per converso, di una generale sottovalutazione dell'importanza dell'attendibilità delle notizie diffuse, della loro qualità, esattezza, correttezza». Ad evidenziarlo è Antonello Soro, Garante della privacy, in occasione della presentazione della Relazione annuale dell'attività svolta dall'Autorità.
«A farne le spese – ha sottolineato Soro – sono spesso i bersagli dell'hate speech o di campagne diffamatorie, scelti generalmente quali capri espiatori in ragione di proprie vulnerabilità. In tale contesto, il ruolo del giornalista si carica ulteriormente di responsabilità nel fornire un'informazione corretta e rispettosa dei diritti altrui: un faro da seguire per orientarsi tra le post-verità. La protezione dati – ha concluso – deve rappresentare, in questo senso, uno dei criteri regolativi essenziali per l'attività giornalistica: il necessario complemento di un'informazione tanto libera e indipendente, quanto rispettosa della dignità della persona». (Agi – Roma, 10 luglio 2018)