Alla vigilia del parere della commissione di Vigilanza sulla nomina del nuovo presidente Rai, «abbiamo consegnato al presidente e ai membri della commissione la petizione 'Vogliamo un presidente Rai di garanzia, degno e rispettoso delle istituzioni' promossa da Articolo 21 e Progressi». Lo annunciano in una nota Barbara Scaramucci di Articolo 21 e Vittorio Longhi di Progressi.org.
«In un solo giorno – spiegano – abbiamo raccolto oltre 18mila firme di cittadine e cittadini di tutta Italia indignati per l'imposizione da parte del governo di Marcello Foa alla presidenza della Rai. Con la petizione chiediamo alla Vigilanza di garantire il rispetto della legge e delle istituzioni repubblicane nella nomina del nuovo presidente Rai e dunque escludere il nome di Marcello Foa, imposto dal governo».
Queste le motivazioni segnalate dai firmatari: il presidente della Rai «non può esprimersi contro l'ordinamento costituzionale italiano e contro l'Unione Europea. Marcello Foa lo ha fatto in modo esplicito dichiarando pubblicamente 'disgusto' nei confronti del presidente della Repubblica. Gli attacchi al Capo dello Stato dimostrano disprezzo e antagonismo rispetto ai valori repubblicani che il presidente Mattarella rappresenta».
Secondo, «c'è incompatibilità perché i consiglieri non possono essere titolari 'di cariche in società concorrenti'. Foa è amministratore delegato di un gruppo editoriale concorrente alla Rai sia all'estero che in alcune regioni italiane. Altra violazione da parte del governo è l'annuncio di Foa come presidente Rai in Consiglio dei ministri, attraverso le dichiarazioni del presidente e del vicepresidente del Consiglio, scavalcando il consiglio d'amministrazione Rai».
Terzo, concludono, «il presidente deve essere sempre 'di garanzia', requisito che viene a mancare – si legge ancora – perché Lega e M5S hanno imposto un giornalista molto sbilanciato politicamente. Sui social media Marcello Foa ha promosso notizie e campagne di estrema destra, spesso prese da fonti di fake news: da quelle sovraniste a quelle contro i vaccini, fino a quelle dai toni marcatamente omofobi». (Ansa - Roma, 31 luglio 2018)