Anche la tormentata vicenda del rinnovo del consiglio di amministrazione della Rai è oggetto delle attenzioni del presidente della Repubblica. Carlo Azeglio Ciampi ha trovato il modo di farlo capire anche a chi ancora aveva dei dubbi in proposito. Lo ha fatto rivolgendosi ai giornalisti riuniti al Quirinale per l'annuale cerimonia del Premio Saint Vincent.
Anche la tormentata vicenda del rinnovo del consiglio di amministrazione della Rai è oggetto delle attenzioni del presidente della Repubblica. Carlo Azeglio Ciampi ha trovato il modo di farlo capire anche a chi ancora aveva dei dubbi in proposito. Lo ha fatto rivolgendosi ai giornalisti riuniti al Quirinale per l'annuale cerimonia del Premio Saint Vincent. Prima di lui, il presidente della Fnsi Franco Siddi, illustrando i problemi della categoria e la difficile stagione contrattuale, aveva definito poco edificanti le vicende relative al rinnovo del Cda della RAI. E Lorenzo del Boca, presidente dell'Ordine dei Giornalisti, aveva tracciato un desolante panorama del futuro dell'informazione, citando studi che prevedono la fine della carta stampata per il 2040 e le ipotesi americane di affidare l'informazione non più a giornalisti ma a ''news manager'' che dovrebbero saper alternare notizie tristi e allegre. ''C'è di che preoccuparsi - aveva aggiunto - anche se già oggi, a volte, è difficile distinguere i telegiornali dalla fiction''. Frasi che sollevato qualche mormorio fra il pubblico riunito nel Salone delle Feste. Invece, il presidente Ciampi, quando ha preso la parola, ha voluto ringraziare Siddi e Del Boca per essere entrati ''nei contenuti specifici di quelli che sono problemi vivi della società italiana'' ''Voi sapete - ha aggiunto - con quanta attenzione e partecipazione io seguo i problemi dell'informazione. Non a caso il mio unico messaggio alle Camere, inviato a luglio 2002, fu dedicato al pluralismo e alla libertà dell'informazione, all'importanza della informazione radiotelevisiva e anche della carta stampata. Credo che questo rimarrà l'unico vero messaggio del mio Settennato''. Ad ascoltare c'erano molti giornalisti. Tra i premiati del Saint Vincent di quest'anno, tra gli altri, Giuliana Sgrena, con Francesco Battistini e Francesca Caferri, recentemente incappati nella censura di regime di Cuba, Milena Gabanelli di Raitre, il grande inviato Ettore Mo, il portavoce della Santa Sede Joaquin Navarro Valls, giornalisti neo-insigniti da Ciampi (tre firme della Stampa, Barbara Spinelli, Lietta Tornabuoni e Igor Man, il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino). Ciampi ha colto l'occasione per dire ancora due cose: occorre affrontare i problemi concretamente, invece di sprecare energie in dispute polemiche che durano quanto la fiammata di un fiammifero. E occorre una informazione meno provinciale. ''E' sbagliato guardare solo al cortile di casa'' ''molto più che in passato, una apertura internazionale, una informazione attenta a ciò che accade in paesi lontani''. Questo, sottolinea, è tanto più vero '' in un momento così complesso, nel quale non solo la nostra economia ma il nostro stesso modello di vita è esposto al confronto con altre civiltà e altri modelli di vita''. ''L'ampliamento dell'orizzonte della stampa e della comunicazione - spiega il presidente della Repubblica - è un bisogno vitale per aiutare imprese e individui ad orientarsi, a competere. La qualità e la tempestività dell'informazione sono fattori determinanti di competitività del sistema. Certo, non tocca solo a voi giornalisti. Gli editori devono fare la loro parte: devono investire, soprattutto immettendo molti giovani nel mondo dell'informazione, facendoli viaggiare, formandoli all'estero, in Europa e non solo in Europa. E deve fare la sua parte - ha concluso Ciampi - anche il servizio pubblico radio-televisivo che è essenziale per il ruolo che svolge nell'informazione da tutto il mondo''. Per salutare gli ospiti, Ciampi ha ripetuto una sua frase che è diventata slogan ed emblema della correttezza dell'informazione: ''Mi raccomando la spina dorsale: tenete la schiena dritta''. (di Alberto Spampinato) (ANSA). ''Si vogliono giornalisti testimoni e in realtà li si pretende 'testimonial', anzi militanti''. E' quanto sottolinea il presidente della Fnsi Franco Siddi, ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca e i vincitori del premio 'St.Vincent' di giornalismo. ''Accade così -spiega il presidente della Federstampa- che anche tra i giornalisti ci sia chi pensa che la propria professione non sia quella di cercatori e testimoni di verità, ma sostenitori di tesi''. Siddi esorta a ''distinguere: il giornalista è e deve essere testimone. Se ha idee da proporre, è doveroso che lo faccia con consapevolezza e trasparenza, separando le notizie dalle opinioni se esprime schieramenti, perché il rapporto con il pubblico sia sempre chiaro e leale''. Ma ''non è facile lavorare in un contesto di forti pressioni, dei poteri, delle fazioni, delle piazze''. E' invece ''necessaria la separazione del potere economico e mediatico da quello politico, a salvaguardia della democrazia: serve uno Statuto dell'autonomia delle imprese editoriali''. Siddi ricorda che ''veridicità e correttezza dell'informazione sono incompatibili con qualsiasi campagna giornalistica realizzata sulla base di prese di posizione precostituite e al servizio di interessi particolari. Il ruolo sociale dell'informazione è molto più che un assunto giuridico e normativo: nella società contemporanea, o si è cittadini informati o non si è cittadini. Ne deriva la consapevolezza che il diritto a essere informati è dunque l'altra faccia del diritto a informare''. Allora, ''il pluralismo dell'informazione resta il parametro perché maggioranza e minoranza possano competere liberamente nella proposizione di idee e schieramenti. Sul nostro Paese -ricorda il presidente del sindacato dei giornalisti- gravano valutazioni negative sulla qualità della libertà di stampa , che vengono fatte da più organismi internazionali. Pesano -sottolinea- le invadenze improprie, gli squilibri di sistema, gli oligopoli pubblicitari, la concentrazione di poteri che vogliono declinare troppo spesso la finalità delle imprese editoriali verso vantaggi e interessi societari e finanziari del proprietario in campi diversi, talvolta senza volerli manifestare pubblicamente''. (ADNKRONOS) Il Segretario Generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Il giornalismo italiano si trova in uno dei momenti più difficili della sua storia recente, ma trova nelle parole del Presidente Ciampi motivi per continuare con determinazione nella sua battaglia per la libertà dell’informazione. Ancora una volta il Capo dello Stato ha fatto riferimento all’unico messaggio alle Camere, quello del luglio 2002, nel quale ha affermato solennemente i principi del pluralismo dell’informazione, del ruolo del servizio pubblico ed in generale della comunicazione scritta e teleradiotrasmessa. L’unico vero messaggio del settennato di Ciampi. Un messaggio i cui contenuti restano validissimi e che sono stati al centro della posizione assunta dal Capo dello Stato nei confronti della legge di riforma della comunicazione, la legge Gasparri, un provvedimento sbagliato che sta esercitando i suoi effetti dannosi sul pluralismo e sugli squilibri del sistema. I giornalisti, certamente gran parte di essi, mantengono la schiena dritta e respingono i numerosi tentativi di condizionamento politico, economico, aziendale. Una lotta non facile, che non sempre ci vede vincitori, ma che vale la pena di continuare a condurre. Al sindacato dei Giornalisti non piace lo scontro con i nostri editori, uno scontro contrattuale nel quale sosteniamo proprio il diritto delle nuove generazioni di rivendicare dignità di trattamento e rispetto professionale. Far mancare l’informazione con gli scioperi non è una scelta facile, anzi. Ma vi siamo costretti per l’impossibilità, in questo momento, di un dialogo serio e costruttivo con il sistema delle imprese, nel momento in cui la logica degli interessi commerciali prevale sugli investimenti relativi alla qualità del prodotto e del lavoro giornalistico. Mi auguro che il Governo e il Parlamento, dopo gli insuccessi nell’attuazione delle riforme, modifichino radicalmente le leggi sulla comunicazione, sostengano il pluralismo ed il ruolo del servizio pubblico, messo ogni giorno in discussione, rivedano la legislazione sul lavoro e diano fiducia a chi opera sul mercato privilegiando il prodotto, soprattutto quello informativo. Mi auguro che le imprese dell’editoria, dell’emittenza radiotelevisiva nazionale e locale, la pubblica amministrazione si decidano a confrontarsi serenamente con la Federazione della Stampa per costruire soluzioni contrattuali condivise per gestire insieme l’attuale difficile fase”.