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Cronaca 07 Giu 2007

Perquisizioni a due giornalisti del Corriere della Sera Il comunicato del Cdr Serventi Longhi: "Continua l'offensiva contro la libera informazione" Franco Siddi: “Il giornalismo scomodo va rispettato non intimidito” Le solidarietà

Perquisizioni sono state compiute, la scorsa notte, dalla Guardia di Finanza nelle abitazioni e nei posti di lavoro di due giornalisti del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi, a Roma, e Enzo d'Errico, a Napoli e Milano su mandato della Direzione distrettuale Antimafia del capoluogo partenopeo.

Perquisizioni sono state compiute, la scorsa notte, dalla Guardia di Finanza nelle abitazioni e nei posti di lavoro di due giornalisti del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi, a Roma, e Enzo d'Errico, a Napoli e Milano su mandato della Direzione distrettuale Antimafia del capoluogo partenopeo.

Lo si è appreso dal Cdr del quotidiano milanese, che ha inviato un comunicato-informativa ai colleghi. Secondo l'organismo sindacale dei giornalisti, ''unica responsabilità dei colleghi è di avere svolto al meglio e rigorosamente il proprio dovere, fornendo ai lettori informazioni documentate su un senatore della Repubblica, Sergio De Gregorio, indagato a Napoli per riciclaggio con l'aggravante di avere agevolato un'associazione mafiosa''. (ANSA) COMUNICATO SINDACALE È in atto il tentativo continuo e costante di minare la libertà di informazione, a volte condizionandola e a volte imbavagliandola. L'ultimo episodio riguarda, come già avvenuto altre volte in passato, i giornalisti del Corriere della Sera. La redazione di questo giornale e il Comitato che la rappresenta sindacalmente manifestano fortissima preoccupazione e motivato stupore per le perquisizioni che sono state condotte nel cuore della notte nelle abitazioni e sui posti di lavoro di due nostri colleghi, Giovanni Bianconi ed Enzo d'Errico, ad opera della Guardia di finanza su mandato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I due giornalisti sono unicamente «responsabili» di avere svolto al meglio e rigorosamente il proprio dovere, informando in modo documentato i lettori: l'uno, sull'indagine giudiziaria aperta nei confronti del senatore Sergio De Gregorio, per riciclaggio e con l'aggravante di avere favorito l'associazione mafiosa; l'altro, ricostruendo la storia personale e le vicende politiche di questo personaggio. La redazione del Corriere e il suo CdR esprimono piena solidarietà ai due colleghi, che verranno tutelati d'intesa con la Direzione in tutte le sedi. I primi colloqui con gli uffici legali del Corriere della Sera portano fin d'ora a ritenere che in quanto accaduto si siano configurati arbitrii e illegittimità, che verranno impugnati davanti al Tribunale del Riesame: come, in particolare, il sequestro di strumenti di lavoro e di materiale privato, che nulla ha a che vedere con l'inchiesta. I giornalisti del Corriere della Sera sono abituati a respingere al mittente ogni tipo di intimidazione e proseguiranno, nella massima indipendenza e trasparenza, nel loro lavoro d'inchiesta, di ricerca e pubblicazione delle notizie, nell'interesse e nel rispetto esclusivo dei lettori. Il CdR del Corriere della Sera Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Non si ferma l’offensiva di parte della magistratura inquirente nei confronti della libera informazione e dei giornalisti. Questa volta le perquisizioni, meglio se effettuate di notte o all’alba ma sempre con grande dispiego di uomini e di mezzi, sono state effettuate dalla Guardia di Finanza nelle abitazioni di due giornalisti del Corriere della Sera a Napoli e Milano. I colleghi sono accusati di aver diffuso notizie verificate e corrette sul Senatore Sergio De Gregorio, indagato dalla Procura di Napoli per riciclaggio e associazione mafiosa. In sostanza, i giornalisti Bianconi e D’Errico sarebbero responsabili di aver fatto bene il loro mestiere. Non è più accettabile una situazione in cui i cronisti giudiziari vengono sistematicamente intimiditi, perquisiti, pedinati, intercettati. Questo avviene, in particolare, quando entrano in possesso di notizie su indagini della magistratura, senza che questa sia in grado di bloccare la fuga delle notizie. Si può immaginare cosa accadrebbe se il disegno di legge Mastella sulle intercettazioni fosse approvato dal Senato con la formulazione liberticida varata dalla Camera. C’è in Italia un problema di democrazia e di libertà di informazione che il mondo della politica, tutto, sembra ignorare”. Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: ''Un Paese che ha paura dell'informazione è un Paese malato e politicamente debole''. Il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Franco Siddi, ha commentato così le perquisizioni della Guardia di Finanza nei confronti di due giornalisti del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi ed Enzo d'Errico. ''Salvo che il giornalista non compia deliberatamente reati o violazioni deontologiche - ha detto Siddi a margine di un convegno organizzato a Torino dal gruppo Giornalisti Uffici Stampa - va sempre protetto e tutelato nell'esercizio del suo lavoro, specie quando affronta capitoli scomodi''. Anche perché, ha ricordato ancora Siddi, il giornalista ''ha il dovere della tutela delle fonti e del segreto professionale''. Per questo motivo, secondo il presidente della Fnsi, le perquisizioni della scorsa notte rischiano di essere delle ''preoccupanti intrusioni''. ''Ogni giornalista - ha proseguito Siddi - ha il dovere di esercitare con massima cura e responsabilità la ricerca della verità. Ma le censure preventive - ha concluso - sono sempre gravi atti di intimidazione''. (ANSA) ROIDI, GRAVISSIMA INTIMIDAZIONE Le perquisizioni al Corriere della Sera e nelle abitazioni dei colleghi D’Errico e Bianconi ''costituiscono una gravissima forma di intimidazione e di censura''. Lo dice il Segretario dell’Ordine nazionale, Vittorio Roidi, che esprime solidarietà ai colleghi del quotidiano milanese. ''Ancora una volta la libertà di stampa è messa a rischio da interventi dell autorità giudiziaria, a carico di colleghi che fanno solo il proprio mestiere'', sottolinea Roidi. I cittadini, dice il segretario dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, ''devono comprendere la gravità di simili azioni''. E del tutto evidente, prosegue, ''che il potere politico e quello giudiziario si coalizzano nell'ostacolare il lavoro dei giornalisti, che intendono informare l'opinione pubblica su vicende ancora oscure''. Il nuovo Consiglio dell’Ordine, che si insedierà il 14 giugno, conclude il segretario, ''dovrà esaminare quali strumenti sia possibile adottare per difendere le prerogative e il lavoro dei colleghi, ai quali intanto è importante esprimere solidarietà''. (ANSA) ASSOCIAZIONE LOMBARDA DEI GIORNALISTI L’Associazione Lombarda dei Giornalisti esprime solidarietà ai colleghi del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi e Enzo d’Errico, colpiti da un ordine di perquisizione condotto nelle loro abitazioni e in redazione ad opera della Guardia di Finanza su mandato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I due colleghi sono “colpevoli” unicamente di aver svolto il proprio lavoro di cronisti seguendo scrupolosamente le regole della deontologia, informando in modo ineccepibile sull’indagine giudiziaria che riguarda il Senatore Sergio De Gregorio, indagato per riciclaggio e con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. Il Presidente dell’Alg, Giovanni Negri, condannando il gesto di intimidazione che lede l’autonomia della professione e mina la libertà di informazione, ricorda che la libertà di stampa è tutelata dalla legge e dalla Corte di Strasburgo che impedisce le perquisizioni negli uffici dei giornalisti e dei loro avvocati. UNIONE CRONISTI DELLA CAMPANIA, E' INTIMIDAZIONE Sulla vicenda della perquisizione nelle abitazioni dei giornalisti del Corriere della Sera, Enzo d'Errico e Giovanni Bianconi è intervienuta l'Unione cronisti della Campania che ''esprime piena solidarietà ai colleghi accusati solo di avere fatto il loro lavoro di cronisti liberi e di fare libera informazione''. ''Quello subito dal collega napoletano, il cui posto di lavoro e l'abitazione sono stati perquisiti dalla Guardia Di Finanza, su mandato della Dda - sostiene il presidente Renato Rocco - è un'azione di intimidazione eseguita nei confronti dei colleghi solo per avere informato i lettori di un'indagine in atto su un senatore della Repubblica. Nonostante d'Errico abbia solo scritto della storia personale e politica dell'indagato''. ''Non è più ammissibile - ha aggiunto Rocco - che cronisti della giudiziaria finiscano ogni volta nel mirino della magistratura soprattutto quando le vicende riguardano politici''.(ANSA) GIULIETTI, PREOCCUPANTE PERQUISIZIONE A GIORNALISTI "Giovanni Bianconi e Enzo d'Errico sono due cronisti seri, preparati e rigorosi, che hanno condotto inchieste su casi scabrosi con grande correttezza. Per questo, la notizia della perquisizione ai loro danni, al di là di ogni giudizio sulla magistratura, è preoccupante". Lo dice Giuseppe Giulietti, componente della Vigilanza Rai e parlamentare dell'Ulivo, a proposito della perquisizione compiuta dalla Guardia di finanza nelle abitazioni e sui posti di lavoro di due giornalisti del 'Corriere della sera' su mandato della Dda di Napoli nell'ambito dell'inchiesta che ha coinvolto, tra gli altri, il senatore Sergio De Gregorio. "Ci sono troppi segnali in questo periodo sull'inasprirsi della via disciplinare al giornalismo -aggiunge Giulietti-. Non c'è dubbio che i reati debbano essere perseguiti, ma mai come in questo momento l'Italia ha bisogno di cronisti liberi e indipendenti che possano liberamente indagare sui troppi misteri di questa stagione che affondano le radici in irrisolti misteri del passato. Vedo troppa tolleranza su falsi dossier e su intercettazioni pilotate, ma un eccesso di intolleranza verso cronisti che non intendono limitarsi a fare i postini", conclude Giulietti. (ADNKRONOS)

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