Dall'alba di oggi, su disposizione della procura di Napoli, una quindicina di finanzieri sta effettuando perquisizioni presso la redazione de L'espresso e le abitazioni dei giornalisti Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi
La perquisizione e i sequestri conseguenti di documenti e computer dei giornalisti, è stata ordinata dopo la pubblicazione dell'inchiesta di copertina del settimanale in edicola da oggi, "Così ho avvelenato Napoli". Nell'inchiesta sono riportate le confessioni dell'imprenditore Gaetano Vassallo, sullo smaltimento dei rifiuti tossici in Campania per conto della Camorra. Nelle sue confessioni Vassallo chiama in causa politici e funzionari: in particolare il sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, oltre a una nutrita schiera di sindaci e manager degli enti locali campani. (AGI) Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “E’ davvero inaccettabile che questa mattina all’alba decine di guardie della finanza abbiano fatto irruzione nella redazione de L’Espresso a Roma e in casa di due colleghi, Giuliano Di Feo e Emiliano Fittipaldi, per un servizio di copertina sull’immondizia a Napoli dal titolo: “Così ho avvelenato Napoli”. Comprendiamo che l’attività della magistratura sia in questa fase in una situazione delicata ma non possiamo accettare che l’attività giornalistica di inchiesta venga trattata come fosse illegale e sotto tutela. Ci pare che fin troppo chiaro il tentativo di affievolire la capacità di ricerca della verità da parte dei giornalisti. Sono ormai, infatti, troppi in questi mesi gli interventi sui colleghi e sulle redazioni. Abbiamo immediatamente chiamato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per esprimergli tutto il nostro disappunto sull’accaduto e per chiedergli un incontro urgente”. Ancora i cronisti nel mirino. La perquisizione al giornale L’Espresso, e quelle nelle abitazioni dei colleghi Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi sono un’altra inaccettabile intrusione nel diritto di cronaca. “Siamo preoccupati – afferma Paolo Butturini, segretario di Stampa Romana - per il clima di ostilità che si va diffondendo nel Paese verso la libera informazione. I giornalisti esercitano soltanto il loro diritto-dovere di indagare e raccontare ai cittadini quel che accade in Italia. In una democrazia è necessario che l’informazione sia tutelata e possa svolgere liberamente il proprio compito. Nel caso dei colleghi dell’Espresso, poi, siamo di fronte a giornalisti che, a rischio della propria incolumità, indagano sul perverso intreccio fra politica, imprenditoria e poteri criminali nell’oscura vicenda dello smaltimento dei rifiuti tossici. Un argomento che riguarda la salute e la sicurezza dei cittadini e che dovrebbe stare a cuore a tutte le Istituzioni dello Stato”. “Nell’esprimere solidarietà ai colleghi Di Feo e Fittipaldi, e al direttore de L’Epresso Daniela Hamaui, L’Associazione Stampa Romana sottolinea come questo clima sia anche frutto di una delegittimazione strisciante che è alla base anche della negazione del diritto di cronaca contenuto nel Ddl sulle intercettazioni. Ci appelliamo alla categoria, all’Ordine Nazionale e alla Fnsi perché mettano in campo tutte le iniziative necessarie per contrastare questa deriva. L’Asr, da parte sua, darà vita a tutte le iniziative possibili per tutelare il diritto all’informazione dei cittadini”. ORDINE NAZIONALE, SERVIZIO ESPRESSO È MERITORIO ''Una perquisizione in redazione e nella casa dei colleghi giornalisti - prima ancora che al limite dell'intimidazione - è un atto poco rispettoso del lavoro di chi si impegna a informare. La solidarietà dell'Ordine dei Giornalisti al settimanale L'Espresso è scontata e doverosa''. In più, secondo il presidente Lorenzo Del Boca, ''è necessario esprimere le congratulazioni e i complimenti per un servizio efficace, documentato, completo che apre scenari di luce e di verità in questioni rimaste, per troppo tempo, ovattate. Raccontare come è stata inquinata Napoli con i rifiuti tossici è servizio non solo indispensabile ma, addirittura, meritorio''. ''La cosiddetta società civile che ci sta intorno e che acquisisce notizie attraverso il nostro lavoro - continua il presidente - deve rispondere a una domanda: che informazione vuole? Se le basta qualche fotocopia annacquata di luoghi comuni possiamo continuare così. Se però desidera conoscere tutto, anche la polvere che di solito si nasconde sotto i tappeti, deve trovare il modo di aiutare i giornalisti più coraggiosi che hanno necessità di essere apprezzati ma anche protetti da atteggiamenti aggressivi di chi vorrebbe togliere loro la penna per armarli di bavaglio''. (ANSA) DIREZIONE ESPRESSO, MINACCIA A LIBERTÀ DI STAMPA Preoccupazione per la gravità dei reati contestati a due colleghi che configurano dell'Espresso ''una minaccia alla libertà di stampa e una violazione palese della recente sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, che sancisce la tutela del diritto di cronaca e di critica'': la esprime, in una nota, la direzione del settimanale dopo le perquisizioni delle abitazioni e del posto di lavoro di Gianluca De Feo ed Emiliano Fittipaldi. La direzione dell'Espresso esprime ''la piena e totale solidarietà ai colleghi Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipladi, autori dell'inchiesta pubblicata sul numero in edicola da oggi, 'Così ho avvelenato Napoli', su 20 anni di traffici in Campania di rifiuti tossici che vede coinvolti politici e amministratori locali, tra i quali il sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino''. La direzione conclude assicura anche i lettori ''che il settimanale continuerà nel proprio impegno ad informarli''. (ANSA) CDR ESPRESSO, PERQUISIZIONI ATTO INTIMIDATORIO ''La redazione de L'espresso esprime grande preoccupazione per l'intervento della Guardia di Finanza, che dalle prime ore di oggi sta procedendo a perquisizioni nelle stanze del giornale e nelle abitazioni dei colleghi autori dell'inchiesta di copertina sullo scandalo dei rifiuti di Napoli''. Lo dichiara, in una nota, il Comitato di redazione del settimanale del Gruppo Espresso. ''Ancora una volta l'esercizio del diritto di cronaca - continua la rappresentanza sindacale - è oggetto di atti intimidatori che respingiamo fermamente. Gravi e offensivi per il lavoro dei nostri giornalisti appaiono per di più i modi con cui le perquisizioni si stanno svolgendo (ben diciotto agenti impegnati). Non possiamo fare a meno di notare che un simile spiegamento di forze avviene in seguito ai riferimenti contenuti nell'inchiesta de L'espresso sul presunto ruolo nello scandalo dei rifiuti di un sottosegretario del governo''. (ANSA) CDR REPUBBLICA, NO A BAVAGLI Il Comitato di redazione di Repubblica esprime la sua piena solidarietà ai colleghi dell'Espresso per le perquisizioni della Guardia di Finanza di Napoli nella redazione del settimanale e nelle abitazioni di due giornalisti. "Ancora una volta - si legge in un comunicato - viene messa sotto inchiesta la stampa che racconta i fatti e le verità che da questi fatti emergono, come è stato per il servizio giornalistico sui rifiuti di Napoli e sui rapporti tra camorra e mondo politico. È ormai una certezza: se si portano a conoscenza dei lettori le notizie, i retroscena che ci sono dietro situazioni così forti come la vicenda dei rifiuti di Napoli, immediatamente scatta un'inchiesta della magistratura che sembra concentrarsi più sull'individuazione delle fonti e dei rapporti tra queste e i giornalisti, piuttosto che sui fatti denunciati. Una sorta di sostanziale bavaglio all'informazione, quindi, che da più parti viene auspicata ed anche voluta e che, negli effetti - e spesso anche nelle intenzioni - vuole impedire che si raccontino le verità raccolte, che i lettori possano farsi una loro opinione autonoma e consapevole su quanto accade in Italia. A questo bavaglio - conclude la nota del Cdr - i giornalisti hanno già detto di no e continueranno a farlo sempre, per difendere la libertà d'informazione". (AGI)