Il giornalista Mario Francese, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979, è stato ricordato questa mattina a Palermo con una cerimonia organizzata dal gruppo siciliano dell'Unci (Unione nazionale cronisti italiani) in viale Campania, sul luogo dell'agguato dove è stata collocata lo scorso anno una lapide commemorativa.
"Mario Francese - ha detto Leone Zingales, presidente regionale dell'Unci - è stato ucciso perchè con coraggio aveva svelato per primo gli interessi dell'ala corleonese di Cosa nostra e, sempre per primo, aveva intuito che Salvatore Riina era divenuto un esponente di spicco di Cosa nostra siciliana fino a quel momento non ancora conosciuto alle cronache". Alla commemorazione hanno partecipato la vedova del cronista ucciso, Maria Sagona, i figli Giulio, anch'egli giornalista, Fabio e Massimo, il prefetto di Palermo Giosuè Marino, i magistrati Salvatore Celesti e Guido Lo Forte, i generali Renato Maria Russo e Arturo Esposito, rispettivamente comandanti regionali della Guardia di finanza e dei carabinieri, Sonia Alfano, figlia di Beppe, il giornalista ucciso a Barcellone nel 1993, una rappresentanza della scuola media statale "Giuseppe Pecoraro", il direttore scolastico provinciale, Salvatore Cecala, i comandanti provinciali di Guardia di finanza e carabinieri, colonnelli Francesco Carofiglio e Vittorio Tomasone, i vertici palermitani della Direzione investigativa antimafia e il questore Giuseppe Caruso. L'amministrazione comunale, presente con il gonfalone della città, è stata rappresentata dall'assessore Maria Concetta Bonomolo. Il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, ha inviato all'Unci un messaggio in cui afferma che "ancora oggi è viva e attuale la memoria di un uomo libero che ha saputo raccontare la mafia in anni particolarmente difficili, e giustamente sono in primo luogo i suoi colleghi a darne preziosa testimonianza. Il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, ha inviato un messaggio al Gruppo siciliano dell'Unci in cui sottolinea che "la manifestazione per ricordare la morte di Mario Francese non è soltanto opportuna ma, addirittura, doverosa. La mafia ha punito magistrati, poliziotti, professionisti, gente per bene, ma è stata feroce con i giornalisti - prosegue Del Boca - proprio perchè l'informazione onesta rappresenta per loro il danno maggiore. Giu' il cappello alla memoria di Mario Francese nella certezza che il suo esempio sia un'occasione per migliorare il tasso di credibilità della categoria e che spinga tutti quanti noi a imitarlo quanto a serietà e impegno. (ADNKRONOS)