Palazzo Chigi replica alla Fnsi: Nel ddl Gasparri nessun provvedimento repressivo". Serventi Longhi: "Il Governo confonde le sue leggi"
"Contrariamente a quanto sostenuto nel comunicato della Federazione Nazionale della Stampa, il disegno di legge Gasparri o altri provvedimenti di iniziativa governativa non prevedono alcuna pena detentiva per i reati a mezzo stampa". Lo precisa una nota dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi, replicando alla Fnsi. "Del resto, il presidente Berlusconi aveva definito 'fuori dal mondo' una simile ipotesi. Si ricorda poi che il sottosegretario con delega all'Informazione e all'Editoria, Paolo Bonaiuti, si è recato qualche settimana fa in commissione Giustizia della Camera per ribadire il punto di vista del governo: esclusa ogni e qualsiasi pena detentiva per la diffamazione a mezzo stampa. Bastava leggere i giornali o i resoconti parlamentari per rendersi conto della verità. Va aggiunto che anche il ministro Gasparri ebbe modo di esprimersi contro l' emendamento che prevedeva pene detentive per i giornalisti".(ANSA). "Sorprende la nota di Palazzo Chigi - ha controreplicato la Fnsi in una nota - con cui si polemizza con la Fnsi poiché il Sindacato dei giornalisti non ha mai sostenuto che il disegno di legge Gasparri contenga norme che prevedono pene detentive per i reati a mezzo stampa". "Il riferimento del documento della Fnsi è al disegno di legge che prende il nome dal relatore on. Anedda, relativo alla diffamazione a mezzo stampa ed all’emendamento dell’on.Mormino teso a reintrodurre pene detentive per i giornalisti. La Fnsi aveva già a suo tempo preso atto delle smentite di Palazzo Chigi rispetto ad un sostegno a tale iniziativa. Peraltro, la Federazione nazionale della stampa italiana ricorda a tutti che l’emendamento Mormino, introdotto stravolgendo la proposta dell’on.Anedda, non è stato mai formalmente ritirato e da questo fatto derivano le sue preoccupazioni".