La storia straziante di Jennifer è letta con enfasi dai quotidiani locali. Questa mattina il quotidiano "Il Gazzettino" ha pubblicato in prima pagina la foto del bimbo morto, vestito come se fosse vivo.
Una bara bianca, circondata da una folla straziata, con i parenti in testa che non sanno darsi pace. E' sempre più penosa la vicenda di Jennifer Zacconi, la ragazza di vent'anni, incinta di nove mesi, uccisa dal suo amante Lucio Niero: questa mattina nella chiesa parrocchiale di Olmo di Martellago (Venezia) si sono svolti i funerali. Una grande folla ha dato l'ultimo addio alla ragazza composta nella bara bianca col suo bimbo mai nato, il piccolo Hevan, estratto dal grembo materno dall'anatomopatologo. La storia straziante di Jennifer è letta con enfasi dai quotidiani locali. Questa mattina il quotidiano "Il Gazzettino" ha pubblicato in prima pagina la foto del bimbo morto, vestito come se fosse vivo. Una volontà dei parenti, si spiega nell'editoriale, lontana dalla volontà di offrire immagini morbose. Una richiesta avanzata dalla mamma di Jennifer che conserva nel cellulare le foto di sua figlia e del piccolo Hevan e che non ha esitazione a mostrare a tutti quelli che glielo chiedono. (AGI) Lorenzo Del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti ''Una fotografia raccapricciante'' Questo il commento di Lorenzo Del Boca, presidente dell' Ordine nazionale dei giornalisti all'immagine pubblicata da ''Il Gazzettino'' in prima pagina. Immagine che ritrae il figlio di Jennifer Zacconi, Hevan, estratto dal cadavere della madre, uccisa dieci giorni prima del parto, e vestito per il funerale di questa mattina. ''Non si capisce a che tipo di esigenza di cronaca si voglia rispondere - prosegue Del Boca- I giornalisti devono sempre ricordare che il loro non è un mestiere qualunque e che hanno delle responsabilità nei confronti dei lettori.Non tutto deve essere detto e la scelta de ''Il Gazzettino'' ha mancato di rispetto ai propri lettori''. ''Non c'è bisogno -sottolinea- di grandi inchieste per capire che questa è una situazione raccapricciante. Se Anna Maria Giannone aveva l'esigenza di mostrare al presunto assassino di Jennifer, la seconda vittima del suo gesto, avrebbe potuto fare una foto e spedirla al diretto interessato. E' fin troppo facile sfruttare l'ipersensibilità delle persone quando subiscono disgrazie di questo genere. E non va fatto. Mi auguro che l'Ordine dei Giornalisti regionale apra, alla prima riunione utile, un fascicolo sull'infrazione deontologica compiuta da ''Il Gazzettino''. (ADNKRONOS) Vittorio Roidi, segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti ''Una scelta orribile''. Così Vittorio Roidi, segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti, ha commentato la foto pubblicata sulla prima pagina de ''Il Gazzettino'' che ritrae il figlio di Jennifer Zacconi, Hevan, estratto dal cadavere della madre, uccisa dieci giorni prima del parto, e vestito per il funerale di questa mattina. ''Non ho ancora visto la foto di Hevan - spiega Roidi - ma la trovo un'operazione stupefacente. Una scelta orribile e disdicevole anche da parte dei colleghi de 'Il Gazzettino' che saranno, come tutti gli iscritti all'albo, sottoposti al giudizio del consiglio regionale dell'Ordine''. (ADNKRONOS) Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “La decisione della direzione de Il Gazzettino di pubblicare la foto del bambino mai nato Hevan Zacconi è una vera e propria follia giornalistica. E’ difficile difendere il diritto di cronaca e la libertà di informazione, oltrechè l’autonomia della professione, quando si attuano iniziative così irresponsabili ed estranee alla sensibilità dell’opinione pubblica. Chi ne paga le conseguenze è la redazione di uno storico giornale radicato nella comunità del Veneto, la cui credibilità è messa in discussione da questa iniziativa. Sono d’accordo con i vertici dell’Ordine Nazionale: la categoria ha gli strumenti deontologici e sanzionatori per impedire che si trasformi un tragico episodio di cronaca in una operazione biecamente commerciale, la cui conseguenza rischia di essere controproducente per il giornale e per l’intera categoria giornalistica. Condivido, quindi, le critiche del Comitato di Redazione e dei tanti colleghi che dall’interno del quotidiano hanno fatto sentire forte la loro voce di protesta”. Maurizio Paglialunga, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto ''Non ricordo altri episodi del genere. Mi sembra un atto ignobile pubblicare la foto di un bimbo morto, estratto dal cadavere della madre, vestito e sbattuto in prima pagina''. Questo il commento di Maurizio Paglialunga, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, in merito alla foto choc, pubblicata questa mattina da 'Il Gazzettino', del cadavere del nascituro che ha perso la vita, assieme alla madre, Jennifer Zacconi, la ragazza di 20 anni uccisa dal suo amante, Lucio Niero. ''Abbiamo ricevuto - spiega Paglialunga - molte proteste da lettori e giornalisti. Effettivamente questo è da considerare un uso non rispettoso dell'informazione nei confronti dei lettori ''. Questa mattina, ha riferito Paglialunga, i giornalisti de 'Il Gazzettino', raccogliendo anche l'indignazione dei lettori, hanno deciso di dissociarsi dalla decisione del direttore Luigi Bacialli e del vicedirettore Vittorio Pierobon di pubblicare sul giornale la fotografia del ''corpicino di un bambino morto nel grembo della madre assassinata''. (ADNKRONOS) Comunicato del Comitato di Redazione de “Il Gazzettino” I giornalisti del Gazzettino, raccogliendo anche l’indignazione dei lettori, si dissociano totalmente dalla decisione del direttore Luigi Bacialli e del vicedirettore Vittorio Pierobon di pubblicare sul Gazzettino la fotografia del corpicino di un bambino morto nel grembo della madre assassinata. Una foto choc, inguardabile proprio per quello che rappresenta. “Vergognatevi, avete toccato il fondo”, ha scritto una lettrice, e ci limitiamo a raccogliere, condividendola, una delle molte proteste arrivateci oggi in redazione. A quale esigenza di informazione risponde la pubblicazione della foto di un bimbo mai nato? Forse perché lo ho chiesto la famiglia, come si legge nell’articolo di prima pagina? E allora è soltanto una bassa speculazione sul dolore umano, altro che diritto di cronaca. Si legge addirittura, rivolgendosi ai lettori, di “massimo rispetto della sensibilità di tutti”. Ogni commento in merito è superfluo. Non ravvediamo alcuna motivazione giornalistica nella pubblicazione, gratuita e offensiva, di tale foto. Come gratuiti sono anche una serie di giudizi sulla sfortunata ragazza che ci è toccato leggere in questi giorni in merito a tale vicenda. I giornalisti del Gazzettino non condividono e non si riconoscono in tale operazione mediatica, che nulla ha a che vedere con il diritto-dovere di informare i lettori e che lede nel profondo la sensibilità di un’intera comunità. Il sociologo Sabino Acquaviva ''Quella di questo piccino è una vicenda che crea ulteriori problemi ma la visione di questa drammatica fotografia potrà essere un'opportunità per avviare una discussione su quanto accaduto: non possiamo nasconderci alla vita e neppure alla morte, anche se la foto sarà giudicata 'repellente' da qualcuno''. E' il commento, rilasciato all'Adnkronos, dal sociologo Sabino Acquaviva, alla scelta di pubblicare, oggi in prima pagina, sulquotidiano 'il Gazzettino', la foto di Hevan, il figlio di Jennifer Zacconi, la ragazza uccisa dieci giorni prima del parto con il bimbo che avena in grembo. ''Non sono contrario al fatto che oggi sia stata pubblicata questa foto - spiega Acquaviva - perché rivela un aspetto della personalità umana che noi non consideriamo. Vedere il corpo del bambino ci sollecita a pensare al problema che rappresenta. Noi troppo spesso cerchiamo di nascondere la realtà delle cose. Facciamo in modo che questo piccolo possa attirare l'attenzione su problemi che tendiamo a trascurare. La mia posizione, dunque, - conclude il sociologo - è: apriamo un dibattito''. (ADNKRONOS) Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: Grave e da punire pubblicazione foto bambino mai nato: Mi unisco ai sentimenti di sdegno e condanna per la pubblicazione della foto di un bambino mai nato da una donna uccisa fatta oggi da Il Gazzettino di Venezia. E’ un colpo grave al criterio della responsabilità e del rispetto delle persone deboli dovuto da ogni giornalista nell’esercizio della professione. C’è un’ evidente lesione dei codici deontologici, che ritengo debba essere rapidamente valutata con tutte le conseguenze dagli organismi di magistratura deontologica della professione. Le responsabilità di chi sbaglia non devono mai essere confuse con quelle di un collettivo. In questo senso il Comitato di Redazione de Il Gazzettino ha chiarito quale distanza ci sia ormai tra il collettivo redazionale del giornale e chi decide e fa scelte così drammatiche e sconcertanti nella gestione e proposizione dei contenuti (?) editoriali”. Il comitato di redazione de il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso e la Nuova di Venezia e Mestre esprime la solidarietà ai colleghi del Gazzettino che, con una nota del Cdr, si sono apertamente dissociati dalla pubblicazione in prima pagina della foto del bambino, morto nel grembo della mamma Jennifer assassinata. Una foto choccante che non ha offerto alcun contributo alla ricostruzione dell'orrendo fatto di cronaca. La spettacolarizzazione di certe immagini non ha nulla a che fare con la deontologia professionale, che in questo caso, a nostro avviso, avrebbe suggerito di non rendere pubblica quella foto. La Carta di Treviso, fondamento a tutela dell'infanzia, è estremamente chiara al riguardo. Chiediamo all'Ordine dei giornalisti di intervenire sulla vicenda.