Quello che sta andando in scena è il tipico totonomine estivo in perfetto stile Prima Repubblica. È evidente che tutto questo è slegato dal prodotto e da qualunque ipotesi di riforma editoriale, che anzi con questi metodi, e con una scontata politica degli annunci, viene definitivamente accantonata». Così l’esecutivo dell’Usigrai interviene sul giro di nomine che da giorni tiene banco nei discorsi su viale Mazzini.
«Dove sono – incalza il sindacato dei giornalisti Rai – l’annunciata diversità, l'innovazione e la contemporaneità di questo vertice? Da anni l'Usigrai è l'unico soggetto a dimostrare di credere realmente nella necessità di una riforma radicale. Ci ritroviamo invece di fronte alla conservazione, con ipotesi addirittura di aumento del numero delle testate. Da oggi almeno ci venga risparmiata la litania dei dirigenti innovatori e dei sindacati conservatori. È ormai evidente chi è fermo a vecchi schemi e chi no».
In più tutto questo avviene alla vigilia dell'audizione all'Anac, «senza aver affrontato il tema dei senza incarico, dei demansionati, dei dequalificati, tra i dirigenti come tra i tanti giornalisti marginalizzati nelle redazioni. Ci auguriamo che il Consiglio di Amministrazione voglia rivendicare il ruolo e i poteri che gli sono attribuiti dalla legge», conclude l’Usigrai.