Nuova Professione
Stampa Romana:
"No allo sciopero"
Stampa Democratica:
"Sbagliato il momento"
Associazione Subalpina
chiede il rinvio dello sciopero
Cdr Liberazione
aderisce all'astensione
Cdr La Stampa
chiede la conferenza dei Cdr
Andriolo: "Normali
i cambi di direzione"
"La libertà di stampa - afferma in una nota Nuova Professione-Stampa Romana - va difesa e lo si deve fare, non ci sono dubbi, in modo gagliardo. Ma è possibile chiamare allo sciopero tutti i giornalisti italiani come dichiara il segretario Fnsi a Liberazione sulla base delle “voci” diffuse sul web dal “principe del ‘gossip’”? Oppure sul giudizio ‘professionale’ sul nuovo direttore del Corriere della Sera, per cui “una cosa è un notista politico, una cosa è un direttore”? Siamo seri. La categoria è impegnata da tempo sul fronte della libertà, ma è anche impegnata in una difficile vertenza per il rinnovo biennale del contratto di lavoro e la difesa di istituti di autonomia per la professione come l’Inpgi e la Casagit. Uno sciopero tutto politico in questo quadro non serve a nulla e va a sommarsi alle troppe giornate di “silenzio stampa” imposte ai giornalisti italiani in questi ultimi anni, con il solo risultato di aver siglato per la categoria un contratto assolutamente insoddisfacente". "Nuova Professione-Stampa Romana ribadisce il suo "no" alla politicizzazione e alla strumentalizzazione del sindacato unitario dei giornalisti e denuncia i rischi, proprio per la libertà dell’informazione, di uno sciopero nella giornata di venerdì 6 giugno, alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali amministrativi e soprattutto nella fase decisiva di una campagna referendaria sull’articolo 18 sulla quale per davvero, comunque la si pensi, è scesa la mannaia del silenzio informativo. Nuova Professione-Stampa Romana chiede perciò l’annullamento della convocazione dello sciopero e un effettivo impegno della Fnsi a una mobilitazione per la libertà di stampa e per il contratto dei giornalisti, al di là delle facili parole d’ordine e finalmente con la fantasia di forme di mobilitazione e di protesta nuove e unificanti per la categoria". Stampa Democratica (Sd), componente di minoranza della Fnsi e di maggioranza in Lombardia, ritiene che lo sciopero proclamato dalla Fnsi per venerdì 6 giugno sia stato scelto in «un momento sbagliato». Secondo Sd «i giornalisti sono il primo presidio alla libertà d'informazione, mentre i loro direttori ne sono i garanti» e quindi «uno sciopero, proclamato al momento giusto e non indotto da motivi ideologici, può contribuire a risvegliare qualche coscienza sopita; al contrario, uno sciopero che cade nel momento sbagliato è un grave errore». «Secondo la Fnsi - sottolinea Stampa Democratica - sabato 7 giugno i quotidiani non dovrebbero essere in edicola, dimenticando che domenica 8 gli elettori saranno chiamati, in molte regioni al ballottaggio per le elezioni amministrative. Proclamare uno sciopero per il 6 giugno mette quindi in seria difficoltà molte redazioni 'al di sopra di ogni sospetto' e questo dovrebbe far riflettere». Stampa Democratica «ritiene inoltre che i reiterati annunci di sciopero su questioni generali seppure importanti, facciano perdere di vista i grandi temi propri del sindacato come il rinnovo contrattuale, la previdenza, l'assistenza, l'abusivato, l'utilizzo incontrollato delle collaborazioni coordinate e continuative, l'adeguamento delle pensioni e altro ancora». «La giornata di sciopero - prosegue Sd - era nell'aria da più di un mese, prima per le manette ai giornalisti per il reato di diffamazione, poi per le ispezioni (ritirate) al Tg3 e ora per il cambio di direzione al Corriere della Sera. Per Sd "le redazioni devono restare protagoniste e la Fnsi deve astenersi dal dare pagelle ai direttori e tanto meno dire chi deve restare o andarsene. Compito della Fnsi è di vigilare per il rispetto delle regole e della democrazia nei giornali (scritti o parlati che siano), in quanto patrimonio comune di tutto il sistema-informazione". Stampa Democratica conclude ritenendo "necessario un ampio dibattito per far crescere in una categoria ora divisa la consapevolezza che solo un'autentica autonomia sindacale può portare i giornalisti italiani, tutti, a dare una risposta forte in difesa dell'informazione". (ANSA). L'esecutivo dell'Associazione Stampa Subalpina, riunitasi martedì 3 giugno per affrontare i "temi dell'attacco alla libertà d'informazione (la pena carceraria per il reato di diffamazione a mezzo stampa, le ispezioni al Tg3), dell'avvicendamento alla direzione del Corsera e dello sciopero del 6 giugno", ha invitato la Fnsi ad "una battaglia su più fronti". In particolare, la Subalpina chiede alla Fnsi di "valutare un eventuale rinvio dello sciopero del 6 giugno soprattutto in considerazione delle procedure relative all'estensione dal lavoro nel settore radiotelevisivo" nonchè la possibilità di proclamare i futuri scioperi del pacchetto già affidato alla segreteria nazionale con "una più stringente tempestività", determinata dai fatti che rendono necessaria la protesta della categoria". Inoltre propone di indire uno "sciopero bianco" di alcune ore all'interno di una giornata lavorativa con relativa retribuzione da destinare a un fondo per l'avvio immediato di una "campagna di comunicazione sugli attacchi alla libertà" di informazione in Italia, da realizzarsi con inserzioni sulla carta stampata e con spot radio-tv. La Subalpina propone anche che tutti i Cdr chiedano, come previsto dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico, la diffusione e la pubblicazione su tutte le testate dei documenti della Fnsi e delle Associazioni regionali di Stampa sul tema della libertà di stampa e che la Fnsi chieda ai giornalisti di radio e tv, autori e conduttori di trasmissioni a carattere informativo, di dedicare una o più puntate a questo tema. Infine l'associazione dei giornalisti piemontesi chiede alla Fnsi e a tutte le associazioni regionali di "indire assemblee e confronti con tutte quelle redazioni che, negli ultimi mesi, hanno manifestato a maggioranza contrarietà agli scioperi generali consentendo l'uscita in edicola o la messa in onda delle loro testate". (ANSA). Il comitato di redazione di "Liberazione" aderisce allo sciopero nazionale dei giornalisti indetto dalla Fnsi. "Siamo di fronte - afferma il cdr - ad un'emergenza democratica che nasce prima delle recenti manovre intorno al 'Corriere della sera' e che ultimamente è stata resa ancora più evidente dall'oscuramento dell'appuntamento referendario del 15 giugno". Al termine dell'incontro, il cdr di "Liberazione" ha chiesto al rappresentante della Fnsi di "fare in modo che il 'no' del sindacato dei giornalisti all'oscuramento dei referendum, espresso in altre occasioni, venga esplicitato come una delle ragioni alla base dello sciopero nazionale". Le ragioni dell'astensione sono, ribadisce il comitato di redazione del quotidiano, che proclama lo sciopero dei redattori di "Liberazione" per il 6 giugno, "la difesa dell'autonomia e della libertà di informazione, anche con riferimento alla legge di riforma Gasparri, che porterà ad un ulteriore concentrazione dei mezzi di informazione nelle mani dei soliti noti". (ANSA). Il comitato di redazione de La Stampa appresa la decisione dell'assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera di proclamare