Stop al carcere per i giornalisti per la diffamazione a mezzo stampa. Riparte in commissione Giustizia alla Camera l'iter di una proposta di legge in questo senso a firma del deputato Pdl Enrico Costa (che né è anche relatore insieme Walter Verini del Pd). Il testo, tra l'altro, abroga la norma del '48 che prevede per la diffamazione a mezzo stampa la pena della reclusione da uno a sei anni.
''Credo - dice Costa che oggi ha svolto la relazione in commissione - che ci siano le condizioni per arrivare a un testo condiviso''.
Il testo, tra l'altro, estende il campo della diffamazione anche ai siti internet con natura editoriale e amplia l'ambito applicativo dell'istituto della rettifica alle trasmissioni televisive o radiofoniche, alla stampa non periodica (e dunque anche ai libri) e ai siti. Viene fissato un limite massimo di 30mila euro al risarcimento del danno non patrimoniale stabilito dal giudice. E' infine prevista una norma volta a limitare i casi di querele presentate solo come forma di pressione psicologica nei confronti dei giornalisti in vista di un risarcimento civile. Per le 'querele temerarie' viene infatti previsto nel testo che il giudice possa irrogare al querelante una sanzione pecuniaria da 1.000 a 10.000 euro in favore della cassa delle ammende. (ROMA, 4 GIUGNO – ANSA)
“Il richiamo dell’Osce di alcuni giorni fa non lascia spazio alcuno su quale legislazione sulla stampa debba esserci in Italia. Un intervento per cancellare il carcere ai giornalisti è indispensabile non solo per garantire il diritto all’informazione ai cittadini ma anche per riportare il nostro Paese ad un livello di decenza su questa materia. L’iniziativa annunciata alla Camera sembra improntata in questo senso e il Sindacato dei giornalisti è pronto al confronto nelle Commissioni parlamentari dove si discuterà questo importante tema: per ribadire il valore di una informazione libera, senza condizionamenti, come più volte richiamato dal Capo dello Stato, e per confermare la necessità dell’introduzione di un Giurì”.