''La campagna che stiamo facendo non è per una 'legge Sallusti'. Il sindacato dei giornalisti chiede da anni una profonda riforma della normativa sulla diffamazione, secondo quanto esigono dall'Italia gli organismi internazionali. No al carcere per il giornalisti, sì al rispetto rigoroso del diritto del cittadino a una corretta informazione: rettifica vera, sanzioni economiche, sospensione e se necessario radiazione dall'albo professionale''.
Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale, durante l'assemblea annuale del sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige.
Al ministro alla giustizia Paola Severino, che martedì prossimo parteciperà all'iniziativa pubblica in Fnsi, - ha detto Natale - ''ricorderemo i tanti casi di colleghi che fanno le spese di una legge sbagliata: come Orfeo Donatini e Tiziano Marson'', giornalista e ex direttore dell'Alto Adige, condannati in primo grado a quattro mesi di reclusione per un articolo sulla presunta partecipazione di un esponente politico sudtirolese a un raduno neonazista in val Passiria.
Secondo il presidente Fnsi, ''non è solo un problema di querele: troppo spesso i giornalisti si vedono recapitare richieste di risarcimento economico esagerate, che mirano a intimidire l'informazione''. Nel corso dell'assemblea a Bolzano grande attenzione è stata riservata al tema del precariato nel giornalismo. È stato infatti votato un documento di sostegno alla campagna nazionale Fnsi per l'equo compenso e di sollecito alle redazioni per la segnalazione di casi di sfruttamento di collaboratori. (30 SETTEMBRE - ANSA)
SALLUSTI: SIDDI (FNSI), MAI IL CARCERE, SERVE UN GIURI'
(ANSA) - CONSELICE (RAVENNA), 1 OTT - ''Il carcere applicatocome pena per opinioni pubblicate sugli organi di stampadev'essere cancellato''. Lo ha detto il segretario della Fnsi,Franco Siddi, alla celebrazione del VI Anniversario della posadel Monumento per la liberta' di Stampa a Conselice, aggiungendoche ''le notizie false devono essere corrette con rettificaentro 7 giorni, un ristoro del danno immediato a terzi epreclude ogni altra azione''. Poiche' non funzionano in modo efficace gli strumenti attualidi autodisciplina, ''e' necessario riprodurre a parzialemodifica dell'attuale Ordine professionale il Giuri' per lalealta' e l'informazione, capace di intervenire rapidamente perristabilire dignita' violate da orrori di stampa non altrimentiriparati''. Il ragionamento e' attorno al caso Sallusti: ''Al dila' degli aspetti specifici di merito - ha detto Siddi - il casoha riportato alla ribalta l'esigenza di adeguare il nostroordinamento ai canoni delle democrazie avanzate a garanzia aldiritto all'informazione. Se si correggera' ora una normailliberale della nostra legge sulla stampa si fara' giustiziaanche di casi come quello del cronista e dell'ex direttoredell'Alto Adige, Orfeo Donatini e Tiziano Marson, condannati inprimo grado a 4 mesi di carcere per una notizia forse scomodaper qualcuno, ma mai smentita. Nessuna condivisione e nessunsostegno, comunque, per i casi di notizie false utilizzatedeliberatamente per campagne preordinate di disinformazione''. A Conselice si e' celebrato anche un gemellaggio speciale con l'Associazione della Prensa di Almeria, citta' del Sud dellaSpagna che per prima ha dedicato un monumento alla liberta' distampa, insieme con l'Aser (Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna). (ANSA).
SIDDI: NO GALERA PER REATI D'OPINIONE. ELIMINARE NORME LIBERTICIDE
FNSI: "UNA CONDANNA AL CARCERE AL DIRETTORE DE IL GIORNALE SAREBBE INACCETTABILE E NON DA PAESE CIVILE"
MARTEDÌ 2 OTTOBRE IN FNSI CON IL MINISTRO SEVERINO
DIFFAMAZIONE - ULTIM'ORA: MARTEDI' 2 OTTOBRE ORE 10,30
IN FNSI CON IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PAOLA SEVERINO
“E’ inaccettabile che un giornalista per fare il suo lavoro e per le sue opinioni rischi la galera. Non è da Paese civile. Succede solo in Italia e questa è una delle ragioni principali per cui l’Italia è così in basso nelle graduatorie mondiali sulla libertà di stampa. La condanna al carcere, senza condizionale, per il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, che nei prossimi giorni sarà al vaglio della Corte di Cassazione, è mostruosa e non può essere accettata come atto di giustizia giusta, ancorché dovesse risultare coerente con il codice penale italiano.
Il punto è proprio qui: le norme sulla diffamazione e le sanzioni restrittive della libertà personale del giornalista sono retaggio di sistemi non compatibili con la democrazia, con le carte universali dei diritti umani, con la Carta dei diritti europei. Sicuramente una Corte di Giustizia internazionale competente su queste materie cancellerà questa sentenza e sanzionerà l’Italia per il danno recato, perché in caso di conferma della condanna il collega Sallusti dovrebbe intanto cominciare a scontare la pena in carcere per reato di opinione. E’ incredibile che, dopo anni di denunce e di casi eclatanti di questo tipo, persino di intervento del Capo dello Stato che in una vicenda simile che colpì l’ex direttore Iannuzzi intervenne con l’atto di grazia, nulla sia stato fatto per cancellare queste norme liberticide dal nostro Codice. La Fnsi non ha mai cambiato idea su questo punto. Sostiene infatti il diritto alla libertà di informazione e le ragioni di tutti giornalisti, oggi nello specifico di Alessandro Sallusti. Il Sindacato dei giornalisti quindi torna a sollecitare il Parlamento ad avviare riforme che liberino il nostro Paese e lo pongano allo stesso livello di civiltà giuridica delle nazioni a democrazia avanzata.”
CASO SALLUSTI: SIDDI (FNSI), NIENTE GALERA PER REATI OPINIONE
GIULIETTI E VITA: ABROGAZIONE PUO' ESSERE INSERITA IN DL EDITORIA
Le norme che puniscono con la galera i reati d'opinione ''sono da cancellare, al più presto''. Lo ribadisce in un editoriale sul sito di Articolo 21 il segretario generale della Fnsi Franco Siddi, che commenta la notizia, diffusa ieri dai legali del giudice Giuseppe Cocilovo (il magistrato autore della querela che ha portato alla condanna per diffamazione) di un avvio di contatti fra le parti.
''L'eventuale remissione di querela, dietro indennizzo in sede extragiudiziale a favore del magistrato che lo ha denunciato e ne ha ottenuto una condanna a pena detentiva, da parte del direttore del Giornale Alessandro Sallusti - spiega Siddi- non cancella la questione di inciviltà' giuridica del nostro ordinamento''.
La presa di posizione del segretario Fnsi viene condivisa dal portavoce di Articolo 21 Beppe Giulietti e dal senatore pd Vincenzo Vita, che invitano a valutare la possibilità di inserire l'abrogazione delle norme che hanno prodotto questa situazione nel testo di riforma dell'editoria già in discussione alla Camera ''oppure nel progetto di riforma dell'Ordine, ora al Senato, legandolo alla istituzione del 'Giuri per la lealtà della informazione' e ad una più rigorosa normativa sull'istituto della rettifica''.
Nel suo intervento il segretario generale del sindacato dei giornalisti sottolinea che ''la mostruosità' della condanna a Sallusti è aggravata dal fatto che viene punito non per aver scritto ma per la responsabilità oggettiva dell'omesso controllo su un testo e le opinioni scritte da un altro collega''. Si evidenziano così, prosegue Siddi, ''gli effetti di una doppia intimidazione, che in entrambi spinge verso illiberali forme di censura: del direttore verso i giornalisti della testata che dirige sui quali dovrebbe imporre di tacere su determinati fatti e impedire commenti frutto della libertà di pensiero e di opinione a rischio di querela: un messaggio autoritario contro l'autonomia professionale; un avviso ad adeguarsi al silenzio a molti giornalisti impegnati a riportare fatti di pubblico interesse e alimentare dibattito pubblico con le proprie idee''. Insomma, ''si fanno tanti decreti e leggi 'emozionali' a tamburo battente su vicende nient'affatto essenziali - fa notare il segretario della Fnsi- Su materie come queste, che attengono ai principi fondamentali delle sane democrazie c'è, a questo punto, più di un motivo d'urgenza per depenalizzare la diffamazione e cancellare i reati d'opinione.
Servono norme liberali e una giustizia giusta''. Non condividere le idee di Sallusti, conclude Siddi, ''è legittimo, contrastarle con altre è esercizio intellettuale e democratico corretto, impedirne la circolazione o considerarle motivo di privazione della libertà personale mostruosità sconvolgente contro cui è giusto ribellarsi e chi ne ha la responsabilità deve rispondere facendo subito leggi giuste che servono per la libera convivenza e per non aggiungere un deficit ulteriore di democrazia ai tanti deficit di cui soffre il nostro Paese''. (ROMA, 24 SETTEMBRE - ANSA)
IL TESTO DELL’ARTICOLO PUBBLICATO SU ARTICOLO21.COM
Caso Sallusti, cancellare le norme che puniscono con la galera i reati di opinione
di Franco Siddi
“L’eventuale remissione di querela, dietro indennizzo in sede extragiudiziale a favore del magistrato che lo ha denunciato e ne ha ottenuto una condanna a pena detentiva, da parte del direttore del Giornale Alessandro Sallusti non cancella la questione di inciviltà’ giuridica del nostro ordinamento. Tali sono le norme che puniscono con la galera i reati d’opinione. Sono da cancellare. Al più presto. La mostruosità’ della condanna a Sallusti è aggravata dal fatto che viene punito non per aver scritto ma per la responsabilità’ oggettiva dell’omesso controllo su un testo e le opinioni scritte da un altro collega. Si evidenziano cosi gli effetti di una doppia intimidazione, che in entrambi spinge verso illiberali forme di censura: del direttore verso i giornalisti della testata che dirige sui quali dovrebbe imporre di tacere su determinati fatti e impedire commenti frutto della libertà di pensiero e di opinione a rischio di querela: un messaggio autoritario contro l’autonomia professionale; un avviso ad adeguarsi al silenzio a molti giornalisti impegnati a riportare fatti di pubblico interesse e alimentare dibattito pubblico con le proprie idee. Si fanno tanti decreti e leggi “emozionali” a tamburo battente su vicende nient’affatto essenziali. Su materie come queste, che attengono ai principi fondamentali delle sane democrazie c’è, a questo punto, più di un motivo d’urgenza per depenalizzare la diffamazione e cancellare i reati d’opinione. Servono norme liberali e di una giustizia giusta. La trattativa tra gli avvocati delle parti in causa nella vicenda Sallusti per una remissione di querela chiuderebbero la vicenda in questione prima del giudizio della Cassazione ma non può risolvere la questione di fondo che suscitato (come già in passato per il caso Iannuzzi ) l’attenzione del Quirinale ma non ripara nessuno da altri possibili disastri. Se le norme non cambiano, ci sarà sempre un’inaccettabile discrezionalità dei tribunali ad infliggere la pena detentiva per i reati d’opinione. E, su altro versante, presunte o vere parti lese, potendo contare su questa possibilità, potrebbero dar vita a un sistema insano per censure preventive o preventivi risarcimenti. La minaccia di portare il libero giornalista davanti a un tribunale che, con le norme vigenti, potrebbe finire in galera sarebbe una forma di ricatto, non tollerabile in un paese civile. C’è chi si lamenta per casi di informazione non corretta o dolosamente diffamatoria. Con la stessa legge che cancelli i reati d’opinione, si stabilisca in modo chiaro che i giornali debbono dare conto di errori o abbagli non appena vengono alla luce ovvero documentati, anche se con atti certi da parti interessate. La materia sia comunque sottratta ai tribunali penali e affidata a un Giurì indipendente per la lealtà e la correttezza dell’informazione. Non condividere le idee di Sallusti è legittimo, contrastarle con altre è esercizio intellettuale e democratico corretto, impedirne la circolazione o considerarle motivo di privazione della liberta personale mostruosità sconvolgente contro cui è giusto ribellarsi e chi ne ha la responsabilità deve rispondere facendo subito leggi giuste che servono per la libera convivenza e per non aggiungere un deficit ulteriore di democrazia ai tanti deficit di cui soffre il nostro Paese. 24 settembre 2012
CASO SALLUSTI: SEVERINO, ACCELERARE DDL SOLA PENA PECUNIARIA
QUESTA SOLUZIONE PIU' CORRETTA, NO DECRETO
Calendarizzare ''immediatamente'' i ddl di legge che per punire la diffamazione e in particolare l'omesso controllo del direttore responsabile prevedono la sola pena pecuniaria. E' questa secondo il ministro della Giustizia Paola Severino, la ''soluzione più corretta, rispetto a quella realizzabile con un decreto legge''. Lo ha detto il Guardasigilli, che, rispondendo a un'interrogazione di Di Pietro durante il question time, non è però entrata nel merito della vicenda che riguarda il direttore del Giornale Sallusti.
Severino non ha voluto esprimersi sul merito della vicenda di Sallusti, proprio perché oggi dovrà pronunciarsi la Cassazione. Ma, rispondendo all'interrogazione del leader dell'Idv, che ha chiesto la modifica del codice penale laddove punisce la diffamazione con la detenzione, ha sottolineato l'''impegno'' suo e del premier ''a prestare estrema attenzione ai temi della forma di responsabilità e dell'adeguatezza della pena per omesso controllo''. Impegno che ''è quello di risolvere con la massima urgenza il problema della regolamentazione del complesso rapporto tra libertà stampa e tutela della reputazione di chi sporge querela per diffamazione''.
Il ministro ha riferito di aver preso ''sin dai giorni scorsi'' contatti con l'Ordine dei giornalisti e la Fnsi per individuare ''concrete soluzioni''. E ha definito ''praticabile'' la possibilità di ''dare impulso con una sollecita calendarizzazione'' a progetti presentati per la modifica della diffamazione, che sono già all'esame della Camere. Alcuni di questi ddl sono ''totalmente in linea con giurisprudenza della Corte europea di Strasburgo'' e con le leggi di diversi Paese europei che prevedono ''solo la pena pecuniaria per il direttore responsabile e, secondo il Guardasigilli, ''sono percorribili nel nostro Paese''. Una soluzione questa che per Severino è ''più corretta rispetto a quella realizzabile con decreto legge'', cui si può far ricorso solo ricorrendo requisiti di necessità e urgenza previsti dalla Costituzione. Urgenza che non è che non ci sia in questo caso, ma che può essere soddisfatta ''con l' immediata calendarizzazione'' dei progetti all'esame del Parlamento. (ROMA, 26 SETTEMBRE - ANSA)
CASO SALLUSTI: SEVERINO, SEGUO VICENDA CON ATTENZIONE
AVVIATO CONTATTI CON FNSI E ORDINE GIORNALISTI
''Sto seguendo con grandissima attenzione questa vicenda''. Lo dice al Giornale il ministro della Giustizia Paola Severino a proposito del caso che riguarda il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, condannato per l'omesso controllo di un articolo pubblicato nel 2007, da Libero, il quotidiano di cui all'epoca era alla guida.
''Oggi stesso (ieri, ndr) - afferma il Guardasigilli – ho avuto contatti con l'Ordine dei giornalisti e la Fnsi e la prossima settimana parteciperò a un'iniziativa su questo tema, per affrontare con la massima serietà e urgenza possibile un problema avvertito come fondamentale: quello della regolamentazione del complesso rapporto tra liberta di stampa e tutela della reputazione di chi sporge querela per diffamazione.
In particolare - prosegue -, con riferimento alla figura del direttore responsabile e alla questione dell'omesso controllo, cosi com'e configurato dal nostro codice''. La strada che la Guardasigilli indica, si legge sul Giornale, è quella della modifica della legge in tempi brevi. (ROMA, 25 SETTEMBRE - ANSA)
CASO SALLUSTI: GIORNALISTA, NON SONO SOCIALMENTE PERICOLOSO
''Il mio stato d'animo? Non sono preoccupato, anche se non sono certo giornate positive. Però ho grande fiducia che il mio caso possa servire come grimaldello per scardinare un annoso problema della giustizia italiana, quello cioè della libertà di opinione''. Lo ha detto il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti ospite su La7 del 'Cristina Parodi Live', parlando della sentenza che lo vede accusato di diffamazione. ''Mi sembra chiaro che io non sia una persona socialmente pericolosa, come invece i giudici dicono che io sia'', ha proseguito.
E il collega Corrado Formigli ha confermato: ''Sono d'accordo con Sallusti, per quanto violenta e deprecabile, un'opinione non è mai pericolosa per la società. Chi leggeva l'articolo in questione su Libero, sapeva con che tono interpretare quelle parole, per quanto aggressive potessero sembrare''. (ROMA, 24 SETTEMBRE - ANSA)
GIORNALISTI: MURGIA, PDL PER MODIFICARE REATO DIFFAMAZIONE
"Nelle prossime ore depositerò una proposta di legge per modificare l'articolo del codice penale con cui si punisce il reato di diffamazione". Così Bruno Murgia, deputato del Pdl, interviene nel dibattito nato dopo la notizia relativa alla possibile condanna di Alessandro Sallusti, direttore responsabile de Il Giornale. "La normativa vigente prevede infatti pene detentive eccessivamente severe.
Punizioni che possono tradursi in detenzione nel caso il condannato sia recidivo o riconosciuto colpevole di una delle aggravanti previste dall'ultimo comma dell'articolo 595".
"Nelle mia proposta ho eliminato la pena della reclusione lasciando in piedi solo pene di natura pecuniaria - spiega il componente della commissione Cultura - Novella a cui si aggiunge la cancellazione di alcune aggravanti anacronistiche. Una modifica necessitata anche a seguito di una breve comparazione con gli altri ordinamenti europei. In molti Paesi la diffamazione dà origine ad una semplice responsabilità civile. Un elemento che non può lasciare il legislatore indifferente. Le attuali pene edittali sono unanimemente riconosciute eccessive".
"Altri deputati intendo depositare delle proposte di legge sull'argomento - conclude Murgia - Mi auguro che la Camera sia messa nelle condizioni di legiferare. I vari atti possono anche essere discussi contemporaneamente. La richiesta di cambiamento arriva anche da Ordine dei giornalisti e Fnsi. La materia impone il massimo impegno". (ROMA, 24 SETTEMBRE - AGI)
SALLUSTI RISCHIA CARCERE, INTERVIENE COLLE SOLIDARIETÀ BIPARTISAN A GIORNALISTA; FNSI, INACCETTABILE
(di Silvia Lambertucci)
''Il presidente naturalmente segue il caso e si riserva di acquisire tutti gli elementi utili di valutazione''. Dopo l'allarme lanciato ieri da Federazione della Stampa e Ordine dei giornalisti e gli appelli bipartisan dei politici, arriva via Twitter, postata dal portavoce di Napolitano Pasquale Cascella, la notizia che anche il capo dello Stato sta seguendo la vicenda di Alessandro Sallusti, il direttore de Il Giornale, che rischia l'arresto e 14 mesi di prigione senza condizionale per omesso controllo di un articolo uscito su Libero quando lui ne era alla guida e ritenuto dai giudici diffamatorio.
E nell'imminenza dell'appuntamento di mercoledì con la Corte di Cassazione (chiamata però a verificare solo la regolarità formale del giudizio) sono in molti anche a chiedere una modifica della legge che permette questo arresto, legge definita da alcuni ''ingiusta e antiquata''.
Il tweet del Quirinale risponde al deputato pd Mario Adinolfi, che sempre sul social network aveva chiesto l'intervento del capo dello Stato. Ma a partire dal grido d'allarme firmato da Vittorio Feltri che apriva venerdì la prima pagina del Giornale, sono state tantissime in queste ore le voci di solidarietà per il giornalista milanese. Appelli arrivati indifferentemente dalle fila del Pdl (da Alfano a Schifani, Gelmini, Gasparri, LaRussa, Cicchitto, Quagliarello, Bondi) come da quelle del Pd (Adinolfi, Vita, Merlo) o dell'Udc, che con il capogruppo in commissione giustizia Roberto Rao, ha sottolineato come la vicenda debba ''indurre la politica ad intervenire in tempi brevissimi per riformare una legge antiquata, ingiusta e lesiva del diritto di informazione''.
Schierati contro l'arresto del giornalista anche gli editoriali di molti quotidiani, dal Corriere della Sera a Il Fatto, dalla prima pagina del quale il vicedirettore Marco Travaglio firma oggi un editoriale dal titolo 'Salvate il soldato Sallusti'.
Solidale con il direttore de Il Giornale anche il ministro per l'integrazione e la cooperazione Andrea Riccardi, che ieri ha definito ''abnorme che un direttore di un giornale possa finire in carcere, con una condanna a 14 mesi senza condizionale, per omesso controllo in un caso di diffamazione a mezzo stampa''. Mentre Walter Veltroni chiede oggi un intervento del governo: ''Ne va davvero della libertà di stampa - sottolinea l'esponente pd - La giusta tutela di ogni cittadino dalla diffamazione non può in nessun caso significare la riduzione della libertà personale di un giornalista''.
Sallusti, ha ricordato Feltri, è stato condannato per diffamazione a mezzo stampa, in particolare per omesso controllo, a causa di un articolo (un commento ad una vicenda giudiziaria scritto da un altro autore e firmato con uno pseudonimo sottolineava ieri Feltri) pubblicato nel febbraio del 2007 su Libero, il quotidiano di cui era allora direttore. Dopo una sentenza di primo grado nella quale i giudici gli avevano inflitto una pena pecuniaria di 5 mila euro, il giornalista è stato condannato in appello a 14 mesi di reclusione, senza condizionale. Mercoledì la Cassazione dovrà esaminare il caso, ma non entrerà nel merito, controllando solo la regolarità formale del giudizio. Ciò vuol dire che se la Corte non avrà nulla da eccepire, la sentenza sarà immediatamente esecutiva e per Sallusti si apriranno le porte del carcere. L'Ordine dei Giornalisti ha invocato l'intervento del ministro della Giustizia, Paola Severino, per capire come sia possibile che una sanzione passi nei due gradi di giudizio da 5.000 euro di multa al carcere. Duro il commento della Fnsi: ''È inaccettabile che un giornalista per fare il suo lavoro e per le sue opinioni rischi la galera. Non è da Paese civile. Succede solo in Italia e questa è una delle ragioni principali per cui siamo così in basso nelle graduatorie mondiali sulla libertà di stampa''. (ROMA, 22 SETTEMBRE - ANSA)
GIORNALISTI: OSSIGENO, CAMBIARE LEGGI ITALIANE DIFFAMAZIONE
''La condanne del direttore del 'Giornale' Alessandro Sallusti a 14 mesi di reclusione per omesso controllo di un articolo riaccende l'attenzione sul mancato adeguamento della normativa italiana in materia di diffamazione a mezzo stampa agli standard dei paesi democratici più avanzati''. Lo dichiara Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno per l'informazione, l'osservatorio FNSI-Ordine sui giornalisti minacciati.
''Negli altri paesi - ricorda Spampinato - la diffamazione non è un reato penale e, in considerazione della delicatezza della funzione dei giornalisti, non è punita con il carcere.
Più volte, ma invano, le Nazioni Unite e le istituzioni europee hanno sollecitato le autorità e il Parlamento ad allineare la sua legislazione italiana a questi standard. Il rischio che corre Sallusti, a cui va la solidarietà di Ossigeno, è inaccettabile e, purtroppo lo accomuna a numerosi altri giornalisti, le cui disavventure giudiziarie, che assumono un carattere intimidatorio, restano spesso sconosciute nonostante siano scrupolosamente documentate dall'Osservatorio Ossigeno, che ha stimato in oltre mille i giornalisti italiani fatti oggetto di minacce e intimidazioni che si manifestano spesso anche con veri e propri abusi del diritto di presentare querele per diffamazione e richieste di risarcimento''.
''Mi auguro che il caso Sallusti - conclude Spampinato – si concluda con la piena assoluzione sua e degli altri giornalisti coinvolti e che serva a riprendere la strada della riforma in senso liberale della legge sulla stampa del 1948''. (ROMA, 21 SETTEMBRE - ANSA)
GIORNALISTI: SALLUSTI RISCHIA CARCERE, APPELLO FNSI E ODG
DIRETTORE CONDANNATO PONE QUESTIONE IN PRIMA PAGINA IL GIORNALE
No al carcere per Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, e sì al diritto alla libertà di informazione. A lanciare l'appello sono la Federazione Nazionale della Stampa e l'Ordine dei giornalisti, intervenuti dopo che questa mattina, sulla prima pagina del quotidiano, il titolo di apertura recitava 'Stanno per arrestare il direttore del Giornale', con un articolo a firma di Vittorio Feltri.
Una sorta di autodenuncia per richiamare l'attenzione sulla vicenda che vede coinvolto Sallusti, condannato in primo grado a 5 mila euro di pena pecuniaria e in appello a 14 mesi di reclusione, senza condizionale - e senza che il suo legale fosse presente -, per diffamazione a mezzo stampa a causa di un articolo, il cui autore usò uno pseudonimo, apparso nel febbraio 2007 su Libero. All'epoca Sallusti ne era direttore e dunque chiamato a rispondere di tutto ciò che veniva pubblicato. Mercoledì prossimo, il 26, la Cassazione dovrà esaminare il caso, ma non entrerà nel merito, controllando solo la regolarità formale del giudizio. Ciò vuol dire che se la Corte non avrà nulla da eccepire, la sentenza sarà immediatamente esecutiva e Sallusti finirà in carcere.
''È inaccettabile che un giornalista per fare il suo lavoro e per le sue opinioni rischi la galera - si legge in una nota diffusa dall'Fnsi -. Non è da Paese civile. Succede solo in Italia e questa è una delle ragioni principali per cui siamo così in basso nelle graduatorie mondiali sulla libertà di stampa. La condanna al carcere, senza condizionale, per il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, è mostruosa e non può essere accettata come atto di giustizia giusta, ancorché dovesse risultare coerente con il codice penale italiano''.
L'Ordine dei Giornalisti, dal canto suo, invoca l'intervento del ministro della Giustizia Paola Severino per capire come sia possibile che una sanzione passi nei due gradi di giudizio da 5.000 euro di multa al carcere e - si legge in un comunicato - ''viene da domandarsi se era davvero impossibile differire quell'udienza per riconoscere a Sallusti il sacrosanto diritto ad una difesa non rituale. In un mondo, quello della giustizia, che accumula ritardi di anni, che cosa ha impedito un rinvio?''.
La vicenda ha suscitato reazioni anche nel mondo politico.
Per Alfonso Papa (Pdl) ''il carcere per un giornalista è una vergogna. Ormai l'Italia è il Paese delle condanne preventive ed esemplari. Come può definirsi liberale un Paese dove un giornalista viene condannato al carcere per un presunto reato d'opinione? Siamo l'unico Paese occidentale in cui i reati a mezzo stampa sono valutati dalla giustizia penale e non civile'.
Contrario al carcere per i giornalisti anche Giuseppe Giulietti (Pd): ''siamo contro I bavagli sempre e comunque, anche quando sotto giudizio finiscono persone e giornali, è il caso di Alessandro Sallusti, dai quali ci separa tutto, ma proprio tutto, anche perché, in altre occasioni, diedero il loro appoggio ad ogni forma di 'editto bulgaro'''.
Bruno Murgia (Pdl), come componente della commissione Cultura della Camera, si impegna ''a studiare insieme ai colleghi di maggioranza ed opposizione una proposta di legge per modificare le norme penali vigenti in materia di diffamazione a mezzo stampa. È arrivato il momento di modificare una normativa datata''. (ROMA, 21 SETTEMBRE - ANSA)