È morto Gianfranco Sansalone, giornalista classe 1957, professionista dal 1983. A dare la notizia è l'Associazione Ligure dei Giornalisti. Sansalone – il ricordo dei colleghi liguri – aveva lavorato per diverse testate nazionali e locali tra le quali l'Unità, Il Secolo XIX, Corriere della Sera/Università, Ansa, Aga, Rai.
Oltre che in Liguria, "Gian" aveva lavorato in Calabria, Emilia Romagna e Lombardia, misurando la propria competenza e la propria passione praticamente in tutti i media (radio, tv, quotidiani, agenzie di stampa, periodici di informazione e specializzati, notiziari e quotidiani online) e in molteplici ruoli (corrispondente, redattore, caposervizio, caporedattore, direttore di testata).
Nel 1986 aveva condotto il primo censimento dell'editoria in Liguria poi pubblicato ne L'Agenda della Comunicazione, di cui Sansalone fu l'ideatore con la Cooperativa di giornalisti Agf.
Come consulente a contratto, aveva organizzato per un anno il primo ufficio stampa dell'appena costituita Agenzia Turistica "In Liguria" dell'assessorato al Turismo della Regione Liguria, con la definizione dell'attività e la formazione del personale. Dal giugno 2011 era stato capo redattore dei siti di informazione del Comune di Genova - incarico assegnato per concorso per un anno – curando il restyling grafico, la revisione dei contenuti giornalistici e la formazione della redazione.
Per tre mandati è stato eletto consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti per la Liguria.
Specializzato in comunicazione e nella realizzazione di house organ e newsletter, ha svolto consulenze di strategie di comunicazione e docenze (comunicazione, tecnica di scrittura, linguaggio giornalistico, progettazione di giornali aziendali e di associazioni).
Curatore di varie mostre e relativi cataloghi, ha scritto, da solo o con altri, circa una decina di volumi su vari argomenti (tra i quali due libri di racconti), oltre alle 20 edizioni dell'Agenda della Comunicazione.
Uno scanzonato pioniere di una professione aperta al nuovo, capace di misurarsi con mezzi e linguaggi diversi senza venire meno al rigore imposto dalla deontologia professionale e senza mai tradire quel patto con i cittadini che Gian riteneva fossero i veri "padroni" cui il giornalista era tenuto a rendere conto.
Alla moglie, Oksana, e al figlio Dani le condoglianze del sindacato dei giornalisti.