I giornalisti Rai sciopereranno il 4 giugno ''per protestare contro la scelta della Rai di lasciare alla tv a pagamento l'intera offerta dei Mondiali di calcio 2006'': lo annuncia in una nota l'esecutivo Usigrai.
I giornalisti Rai sciopereranno il 4 giugno ''per protestare contro la scelta della Rai di lasciare alla tv a pagamento l'intera offerta dei Mondiali di calcio 2006'': lo annuncia in una nota l'esecutivo Usigrai. ''La decisione - spiega la nota - e' stata presa dall'esecutivo Usigrai che insieme al comitato di redazione di Rai Sport ha incontrato la rappresentanza aziendale secondo le procedure previste dalla legge sullo sciopero nei servizi pubblici''. ''I giornalisti della Rai, che nel pomeriggio si erano anche riuniti in una affollata assemblea a Saxa Rubra - spiega la nota dell'Usigrai - giudicano gravissima la rinuncia operata dal vertice aziendale: pur di esibire un utile-record, il direttore generale non ha esitato a compromettere uno degli elementi di forza che ancora legano i cittadini italiani alla Rai. Riteniamo miope questa politica, che rischia di rivelarsi perdente anche sotto un profilo strettamente finanziario''. ''Lo sciopero di tutte le redazioni - continua l'esecutivo Usigrai - vuole essere la risposta al progressivo svuotamento della Rai: non e' accettabile che trasmigrino verso la tv a pagamento, accessibile ad una minoranza, i contenuti che e' dovere di una grande tv generalista continuare ad offrire al Paese. La protesta chiama in causa anche i soggetti politici e istituzionali che devono decidere sulla Rai: e' urgente che il servizio pubblico venga dotato di un nuovo vertice, pienamente rappresentativo, in grado di tutelare l'autonomia, la capacita' competitiva, la qualita' e il valore sociale dell'azienda''. 16 maggio 2005 (AGI) - Domani la Commissione parlamentare di Vigilanza potrebbe finalmente eleggere 7 dei 9 consiglieri di amministrazione della Rai. C'e' sempre il rischio, pero', che di fronte alla mancanza di un accordo politico tra maggioranza e opposizione sulla accoppiata presidente-direttore generale anche domani la Cdl potrebbe mandare deserta la votazione come gia' accaduto la scorsa settimana. Dalle 14 alle 17, comunque, a San Macuto le urne resteranno aperte. Secondo la legge Gasparri la Vigilanza puo' eleggere 7 su 9 dei consiglieri di amminiistrazione del nuovo consiglio di Amministrazione della azienda di servizio pubblico. In queste settimane sono state molte le indiscrezioni sulle candidature ma, in queste ultime ore sembra piu' chiaro il quadro dei 7 possibili nuovi consiglieri di amministrazione della Rai. L'opposizione votera' sicuramente per Carlo Rognoni, gia' direttore di Panorama, relatore del Ddl 1138 nella passata legislatura e attualmente responsabile per l'informazione della segreteria dei Ds; un altro nome certo e' quello di Sandro Curzi gia' direttore del Tg3 e di Liberazione e terzo componente del Cda per l'Unione l'attuale direttore di Europa, il quotidiano della Margherita, Nino Rizzo Nervo, ex direttore del Tg3-Tgr e capo della segreteria del presidente Roberto Zaccaria. Per quanto riguarda, invece, il centrodestra i nomi potrebbero essere quelli di Marco Staderini, vicino all'Udc, gia' consiglieri di amministrazione della Rai durante la gestione Baldassarre-Sacca' e, poi, dimissionario; la Lega Nord avrebbe indicato Giovanna Bianchi Clerici, vicepresidente della commissione Cultura della Camera e co-relatore del Ddl Gasparri poi diventato legge; per Forza Italia l'alternativa che riguardava l'ex ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani o l'attuale capo delle Risorse Artistiche di viale Mazzini Alessio Gorla dovrebbe favorire quest'ultimo. Certa invece per An la candidatura di Gennario Malgieri ex direttore del Secolo d'Italia e attuale direttore dell'Indipendente. Intervenendo oggi all’assemblea del Tg2, il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha affermato: “Il Sindacato dei Giornalisti è al fianco dell’Usigrai e di tutti i giornalisti della Rai costretti allo sciopero da una sciagurata politica aziendale di ridimensionamento e rinunce a concorrere per i diritti di grandi eventi sportivi e non. La politica aziendale, condotta con l’esplicito consenso di settori importanti della maggioranza di governo, rende sempre più difficile affermare il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo in un libero mercato della comunicazione. La competizione è ovviamente sana, così come è giusto tenere d’occhio i conti della Rai, ma è inconcepibile che l’azienda accetti di vedere progressivamente ridotto il proprio ruolo senza nemmeno tentare di confrontarsi sul mercato con i competitori. Non c’è solo il problema dei diritti dei mondiali di calcio ma vi sono anche le decine di segnali che vedono la Rai ritirarsi da altri eventi, perdere professionisti dell’intrattenimento e dell’informazione, rinunciare ad investimenti destinati alla qualità dei prodotti ed attaccare il diritto di critica di chi dissente dalle decisioni dell’azienda e dei direttori. Siamo in una situazione insostenibile, con un processo di privatizzazione ambiguo voluto dalla legge Gasparri, con un cda a quattro delegittimato e senza poteri reali. Giustamente le colleghe e i colleghi della Rai esprimono tutta la preoccupazione per un futuro incerto e un presente condizionato dalla mancanza di libertà e dagli attacchi alla professionalità ”.