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Le piazze della mobilitazione per l'informazione e il lavoro collegate via Zoom
Iniziative 03 Giu 2021

Mobilitazione per l'informazione e il lavoro, il sostegno della politica

Anche deputati e senatori in piazza con i giornalisti in occasione delle manifestazioni del primo giugno, come era già  avvenuto lo scorso 20 maggio a Roma. E altri parlamentari hanno fatto sentire la loro voce a sostegno delle iniziative promosse dalle Associazioni regionali di Stampa e dalla Fnsi.

C'erano anche numerosi deputati, senatori e amministratori locali in piazza con i giornalisti, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e del mondo dell'associazionismo, in occasione della mobilitazione del primo giugno per la libertà di informazione e per la dignità del lavoro degli operatori del settore. Alcuni parlamentari erano davanti a Montecitorio insieme con i consiglieri nazionali della Fnsi e i colleghi degli organismi della categoria lo scorso 20 maggio. Altri ancora, pur non partecipando ai presidi, hanno fatto sentire la loro voce a sostegno delle iniziative promosse nelle principali città d'Italia dalle Associazioni di Stampa e dalla Fnsi.

«Difendere la libertà di informazione, il lavoro e la dignità dei giornalisti significa difendere la libertà di tutti», ha commentato il deputato Walter Verini, coordinatore del Comitato contro le intimidazioni ai giornalisti della Commissione parlamentare Antimafia, presente al flash mob di Perugia.

«Come Pd – ha spiegato – siamo impegnati in parlamento per cancellare la pena del carcere ai giornalisti per i reati di diffamazione, contro le querele-bavaglio fatte per intimidire il giornalismo d'inchiesta. In un momento di drammatica crisi ci battiamo per sostegni veri all'editoria, anche a quella locale che svolge un ruolo fondamentale. E contro il precariato, il lavoro nero e per rapporti di lavoro trasparenti ed equi. Ed è necessario intervenire per risolvere la crisi dell'Inpgi, lo squilibrio insopportabile tra uscite ed entrate contributive. Per questo – ha ricordato – come Pd abbiamo presentato una risoluzione in commissione Cultura della Camera, sulla quale auspichiamo la convergenza di tutte le forze parlamentari e una forte attenzione da parte del governo».

Per la senatrice di Forza Italia e componente della commissione Giustizia di palazzo Madama, Fiammetta Modena, «la protesta, se la vogliamo chiamare protesta, perché penso che abbia un significato più profondo, dei giornalisti che, in tutta Italia, hanno deciso di fare dei flash mob, di esprimere quello che è il loro disagio, merita qualcosa di più di una semplice solidarietà».

Modena ha evidenziato «due problemi, dei tantissimi, che sono i più gravi: il primo è la rivoluzione che, naturalmente, la loro professione ha avuto e subisce ogni giorno; l'altro è il sistema pensionistico, perché ormai si va a grandi passi verso il commissariamento dell'Inpgi, i cui dati danno un buco di circa 240 milioni. Significa – ha rilevato fra l'altro – che c'è un problema con riferimento alle pensioni dei giornalisti. La tutela della professione dei giornalisti da un punto di vista economico ma, soprattutto, dal punto di vista delle prospettive, è la base della nostra democrazia, perché tutela, prima di tutto, quella che è la libertà dell'informazione. Inutile dire che l'editoria locale è di fondamentale importanza», ha concluso.

«I tempi per salvare l'autonomia dell'Istituto di previdenza dei giornalisti sono sempre più stretti, con una crisi finanziaria che non si risolve solo con gli appelli, ma operando atti di gestione oculati accompagnati da scelte politiche. Va riaperto il tavolo alla presidenza del Consiglio dei ministri e là vanno trovate soluzioni: la tutela della previdenza è difesa dell'indipendenza», ha affermato la presidente della commissione Lavoro della Camera, Romina Mura (Pd).

«L'emendamento del Pd alla Finanziaria 2021 – ha aggiunto – ha spostato l'eventuale commissariamento dell'Inpgi al 30 giugno 2021, concesso sgravi contributivi all'Istituto e trasferito l'onere degli ammortizzatori sociali dall'Inpgi all'Inps ma solo per quest'anno: occorrono interventi strutturali a lungo termine». Per la parlamentare, inoltre, «una strada è sicuramente l'allargamento della platea contributiva, considerando anche l'attuazione della legge 150/2000, come indicato la Corte Costituzionale, laddove nella Pubblica amministrazione ci sono dipendenti i cui contributi vengono versati all'Inps invece che all'Inpgi».

Ricordando «le migliaia di giornalisti precari e sottopagati che reclamano il diritto all'equo compenso», Mura ha auspicato infine «una revisione complessiva della normativa che regola il mondo dell'informazione, aggiornandola alle rivoluzioni nel settore che segnano una professione giornalistica in rapido cambiamento».

E «pieno sostegno alla mobilitazione dei giornalisti» è arrivata anche da Massimiliano Capitanio della Lega. «La difesa della nostra democrazia – ha osservato – passa anche dalla tutela della libertà e del pluralismo dell'informazione, che non può essere delegata a piattaforme e algoritmi. Diritti irrinunciabili che, come tali, richiedono anche investimenti adeguati e per tutte le realtà editoriali, comprese quelle tradizionali. Per conciliare da una parte le sfide digitali e, dall'altra, quelle occupazionali e previdenziali occorrono misure concrete. Più garanzie contrattuali, equo compenso e, non ultimo, la tutela dell'Inpgi – ha sottolineato –sono solo alcuni dei temi che politica e istituzioni devono affrontare anche in chiave Pnrr».

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