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Cronaca 19 Gen 2008

Minacce e pallottole alla redazione di Savona de Il Secolo XIX

Agli ignoranti e violenti che si firmano a nome della Resistenza rispondiamo con la “carta” migliore in possesso di tutti: le libertà della Costituzione

Agli ignoranti e violenti che si firmano a nome della Resistenza rispondiamo con la “carta” migliore in possesso di tutti: le libertà della Costituzione

Una pallottola e minacce a Il Secolo XIX e ai suoi giornalisti da parte di sedicenti esponenti dell’antifascimo che, utilizzando la “resistenza”, vorrebbero impedire al mondo dell’informazione di fare il suo lavoro. Accade a Savona dove un plico contenente una pallottola e varie minacce è stato recapitato oggi alla redazione savonese de Il Secolo XIX. E’ un ben strano concetto di libertà e di “Resistenza” quello espresso da chi, come sempre nascosto dall’anonimato, minaccia ritorsioni nei confronti di chi ha esercitato semplicemente il proprio dovere di cronaca e di fare informazione, raccontando la storia di un archivio partigiano, della sua cessione a pagamento a una fondazione bancaria e delle polemiche, delle opinioni che ne sono seguite. Il tutto sempre “firmato” sia da chi ha realizzato i servizi, sia da chi ha espresso legittime opinioni e osservazioni critiche e no. La violenza contro i media in questi ultimi giorni si è espressa in vari modi: verbali, con intimidazioni che hanno colpito in tutto il paese con pestaggi, aggressioni e rapine di mezzi di lavoro a giornalisti impegnati sul tema dell’emergenza rifiuti a Napoli, sul tema della mafia e dell’ndrangheta con libri di denuncia e controinformazione in Calabria e in Sicilia. con comici che fanno i politici e politici che fanno i comici paragonando l’informazione ai rifiuti dei cassonetti. A Savona sedicenti ereditieri della lotta che fu per la libertà colpiscono, nella loro ignoranza e violenza, uno dei principi che chi ha davvero combattuto per la libertà dell’Italia ha voluto difendere e consegnare alle generazioni successive: quella della stampa. “Per fortuna che c’è la Costituzione” (e vale sempre la pena di ricordarlo come hanno fatto oggi i colleghi de l’Unità per commentare la grave situazione morale, sociale e politica italiana): è con questi valori che esprimiamo ai colleghi de Il Secolo XIX e in particolare a quelli di Savona, la nostra solidarietà e vicinanza, come nei giorni scorsi abbiamo fatto con i colleghi di Napoli, con i colleghi della Calabria e della Sicilia. Marcello Zinola Associazione Ligure dei Giornalisti Natalino Famà Gruppo Cronisti Liguri Attilio Lugli Ordine dei Giornalisti Liguria Un plico contenente una pallottola e minacce ai giornalisti de 'Il Secolo XIX' è stato recapitato alla redazione di Savona del quotidiano ligure "da parte - informa una nota dell'Associazione, dell'Ordine dei giornalisti e del gruppo cronisti liguri - di sedicenti esponenti dell'antifascimo che, utilizzando la 'resistenzà, vorrebbero impedire al mondo dell'informazione di fare il suo lavoro". All'origine dell'intimidazione sono i servizi pubblicati dal giornale sulla vendita ad una fondazione bancaria di un archivio partigiano e sulle polemiche che ne sono seguite. "È un ben strano concetto di libertà e di 'Resistenza' - si afferma nel comunicato - quello espresso da chi, come sempre nascosto dall'anonimato, minaccia ritorsioni nei confronti di chi ha esercitato semplicemente il proprio dovere di cronaca e di fare informazione". Ricordato che "la violenza contro i media in questi ultimi giorni si è espressa in vari modi" in tutta Italia, le associazioni dei giornalisti liguri esprimono solidarietà ai colleghi savonesi, come fatto con quelli di Napoli, della Calabria e della Sicilia, ricordando: "A Savona sedicenti ereditieri della lotta che fu per la libertà colpiscono, nella loro ignoranza e violenza, uno dei principi che chi ha davvero combattuto per la libertà dell'Italia ha voluto difendere e consegnare alle generazioni successive: quella della stampa. Per fortuna che c'è la Costituzione". Un fascicolo a carico di ignoti è stato aperto dal procuratore capo della Repubblica di Savona sul bossolo per moschetto modello 91, risalente alla seconda guerra mondiale, recapitato oggi alla redazione del Secolo XIX in via Paleocapa, in pieno centro a Savona. Il reato ipotizzato dal magistrato è quello di minacce aggravate. Ad indagare sulla lettera anonima, scritta con un normografo e recapitata insieme con il bossolo in una busta gialla, è la Digos della Questura di Savona. La lettera è in riferimento agli articoli dei giorni scorsi sulla trattativa tra la Fondazione 'De Marì Carisa ed un savonese, figlio di un ex capo partigiano, per acquisire un importante e ancora misterioso archivio storico della Resistenza savonese. (ANSA)

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