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Cronaca 06 Feb 2009

Minacce di morte a un giornalista di "E Polis", solidarietà e impegno di Assostampa Sarda e Fnsi: “I giornalisti non debbono lavorare isolati”

Periodicamente per i giornalisti la Sardegna diventa "terra di frontiera". Le gravissime minacce di morte indirizzate al giornalista di "E Polis", Francesco Giorgioni, ripropongono il problema della sicurezza di chi fa correttamente il proprio dovere di informare. Se l'intento di chi ha inviato quel messaggio era quello di intimidire i giornalisti, si sbaglia di grosso.

Periodicamente per i giornalisti la Sardegna diventa "terra di frontiera". Le gravissime minacce di morte indirizzate al giornalista di "E Polis", Francesco Giorgioni, ripropongono il problema della sicurezza di chi fa correttamente il proprio dovere di informare. Se l'intento di chi ha inviato quel messaggio era quello di intimidire i giornalisti, si sbaglia di grosso.

L'Associazione della Stampa sarda, nel ricordare che in Sardegna i giornalisti onorano da sempre la loro professione, insensibili a pericoli e minacce, manifesta piena e totale solidarietà al collega Giorgioni ed invita le Forze dell'Ordine a svolgere indagini approfondite per scoprire gli autori di un gesto così grave e pericoloso. La Fnsi è solidale nell’impegno civile con l’Associazione della Stampa Sarda e il cdr di "E Polis", a fianco del collega Giorgioni, disponibile ad ogni azione utile per spezzare l’onda delle intimidazioni. Certamente la delinquenza non può immaginare di far tacere la stampa, certamente sbaglia indirizzo individuando come bersaglio un giornalista. Chi lavora merita rispetto. Chi delinque può ostinarsi a non capirlo ma non può assolutamente immaginare di ottenere il silenzio. La vicenda specifica, tuttavia, reclama anche un’altra riflessione: i giornalisti di cronaca nera e giudiziaria debbono poter operare in contesti di visibile cooperazione con i colleghi del proprio giornale. La centralità e la visibilità territoriale delle redazioni non sono solo una dimensione organizzativa ma un’espressione vitale di una attività giornalistica che, in un giornale, non è mai opera solitaria ma di un collettivo. La Fnsi auspica, intanto, che gli impegni assunti dal Ministro dell’interno Maroni e dal Capo della Polizia Manganelli, nel corso di un incontro di pochi mesi fa, abbiano con ulteriore impulso nelle attività di tutela del libero esercizio della professione giornalistica e nelle attività investigative perché i responsabili di intimidazioni e violenze contro i giornalisti non restino impuniti.

@fnsisocial

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