Minacce di morte a Sandro Ruotolo, numero due di Annozero, e alla sua famiglia, sulle quali la Digos sta indagand secondo quanto si apprende, non si tratterebbe dell'opera di un mitomane. All'esame degli investigatori c'è infatti una lettera dalla quale si evince che il giornalista è stato pedinato e sorvegliato.
Nella stessa missiva, inoltre, si fa riferimento ad una lista di 'obiettivi'
in cui Ruotolo sarebbe il secondo. (ANSA)
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
“Tutta la Federazione Nazionale della Stampa Italiana è vicina a Sandro Ruotolo e alla sua famiglia destinataria di gravissime minacce per la sua attività di giornalista. Un collega che non accetta di tacere su fatti e misfatti che inquinano la società civile e su cui destina le sue migliore risorse testimoniando un giornalismo che non si gira mai dall’altra parte anche di fronte alle situazioni più intricate.
Minacce verbali, lettere minatorie, addirittura pedinamenti sono episodi gravissimi e inquietanti.
E’ necessario un’attenta considerazione delle autorità competenti su queste intimidazioni ed occorre un’analisi attenta dei veleni sparsi nel territorio dell’informazione”.
ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA
L’Associazione Stampa Romana esprime solidarietà al collega Sandro Ruotolo, inviato e autore, (insieme a Michele Santoro) di Anno Zero. Ruotolo ha ricevuto una lettera anonima di minacce spedita al suo indirizzo privato, una circostanza che fa pensare che il giornalista sia stato tenuto d’occhio e pedinato.
“E’ l’ennesimo caso di un collega che indagando sui poteri criminali finisce per pestare i piedi alle mafie e diventare scomodo – afferma Paolo Butturini, segretario dell’Asr -. Questo dimostra come l’informazione abbia un ruolo fondamentale nella crescita della cultura della legalità, troppo spesso bistrattata o addirittura ignorata nel nostro Paese. La categoria deve stringersi attorno a chi, senza timori o reticenze, svolge fino in fondo il delicato compito di informare i cittadini, per costoro il pericolo più grande è l’isolamento. Le minacce a Ruotolo sono anche la testimonianza che il servizio pubblico radiotelevisivo, quando non asservito a logiche di partito, ha una funzione fondamentale nella crescita civile dell’Italia. Mi auguro che forze dell’ordine, magistratura e governo facciano la loro parte nel proteggere un giornalista stimato e conosciuto proprio per la sua capacità di scavare nella parte oscura della nostra società. Da parte nostra – conclude Butturini – siamo al fianco del collega e chiediamo alla Fnsi di attivare tutte le iniziative possibili per tutelarlo”.
A Sandro Rutolo il sostegno dei cronisti italiani
I cronisti esprimono pieno sostegno al collega Sandro Ruotolo e sottolineano che quando la polemica politica contro il lavoro dei giornalisti supera ogni limite consentito dalle elementari norme della civiltà si rischia di aizzare la follia di qualche sconsiderato o criminale.
In una nota, il Presidente dell’Unci Guido Columba e il Presidente del Gruppo Cronisti Campani Renato Rocco ricordano che, come sostiene sempre lo stesso Ruotolo, le minacce e le intimidazioni si combattano soprattutto essendo più cronisti, cioè non lasciando solo il collega come un facile bersaglio per i prepotenti o i criminali, ma garantendogli attorno una “cintura di sicurezza” di tante voci di altri cronisti.
Già troppi colleghi, in tante Regioni d’Italia, sono sottoposti a minacce e intimidazioni che rendono ancora più difficile un lavoro che per sua natura ha la necessità, come ha detto sabato scorso in piazza del Popolo nella manifestazione per difendere la libertà d’informazione Roberto Saviano, di garantire a chi lo svolge “la serenità di lavorare, la possibilità di raccontare senza doversi aspettare ritorsioni personali”.
L’Unione Cronisti chiede quindi al ministro dell’interno Roberto Maroni di dare disposizioni affinché Ruotolo e la sua famiglia abbiano il massimo delle garanzie e perché si mettano in azione tutti gli interventi necessari a tutelare i giornalisti e la funzione a cui adempiono in una società democratica.
OSSIGENO, SOLIDARIETA' A SANDRO RUOTOLO
DICHIARAZIONE DI ALBERTO SPAMPINATO, direttore di "Ossigeno per l'informazione", osservatorio promosso da FNSI e Ordine dei Giornalisti sui giornalisti minacciati e sulle notizie oscurate con la violenza
Le gravi minacce a Sandro Ruotolo, giornalista di punta di Annozero, e lo stillicidio di casi di cronisti minacciati, due negli ultimi dieci giorni, confermano quanto sia fondato l'allarme lanciato dal nostro osservatorio Ossigeno: in Italia diventa sempre più rischioso raccontare notizie sgradite e verità scomode e perfino criticare personaggi politici dotati di potere. Chi osa farlo deve mettere nel conto ritorsioni, minacce, richieste di risarcimento pretestuose quanto esose. In altre parole, ordini perentori a occuparsi d'altro. E' evidente l'effetto intimidatorio di queste pressioni sull'intera categoria dei giornalisti. Invitiamo a riflettere su un fatto: negli ultimi tre anni nel nostro Paese le minacce e le pressioni indebite hanno colpito almeno duecento giornalisti. Non è di per sé stesso un caso che non se ne parli? Che sfugga alla percezione comune la dimensione enorme di questo fenomeno di condizionamento e oscuramento dell'informazione, che invece è ben presente agli osservatori internazionali? Le minacce ai giornalisti sono infatti una delle ragioni per cui due fra i più autorevoli di essi, Freedom House e Reporters Sans Frontieres, quest'anno hanno declassato l'Italia nella graduatoria internazionale basata sui parametri essenziali della libertà di stampa.
Sandro Ruotolo si occupa da trent'anni di mafia, camorra e consimili, con cronache schiette che non piacciono alle cosche e ai loro amici delle zone grige. Ma le minacce gli sono arrivate solo qualche settimana fa, quando ha cominciato ha occuparsi delle nuove acquisizioni giudiziarie sul famnoso "papello" attorno a cui fu intavolata una trattativa, ancora tutta da chiarire, tra apparati dello Stato e Cosa Nostra. "Non bisogna avere paura e io vado avanti", dice Sandro Ruotolo con il coraggio degli audaci. Dobbiamo aiutarlo ad avere coraggio. Esprimiamo a lui, come a tutti gli altri giornalisti minacciati, una solidarietà attiva e continuativa, invitando tutti i giornalisti a mettersi al suo fianco e dare la massima visibilità al suo caso.